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30 settembre 2008

''L'erba ti fa male se la fumi senza stile''

Riflessi di vetri che si spogliano su vetri che non sembrano neanche tali. Il giorno è sicuro la notte ha paura e il giorno si ciba ma di notte si gioca.
Comincia lento e l'asfalto scivolava via veloce sotto le gomme, sempre troppe sigarette e sogni mischiati a stranezze da masticare che nuociono gravamente alla gola.
Le provette per i test alle urine apparentemente pulito agli occhi di chi è cieco agli occhi di chi è bendato.
Ci siamo, fatti, in tre, fatti, in una, ci siamo fatti.
E più chilometri macinavo più i miei occhi diventavano rossi e tu non resistevi al gioco di sguardi. E non resistevo neanch'io.
L'alta marea non si vedeva dall'autustrada e nelle tappe di montagna scoprivi quanta dolcezza sono in grando di dare.
Dolcezza color ibis, accogliente, confortevole con le chiavi a tessera magnetica.
Dolcezza che poi sfociava nel sale del seme poi nell'acqua poi nel calore riprodotto in termini elettrici.
Per abbattere quel freddo non facevamo altro che nutrirci, e birra e la sua schiuma sui nostri pensieri e la mia sulla tua schiena fuori e dentro non stando mai fermi fino alla circuito programmato dalla giostra.
Mentre rincorrevi una biro su uno foglio a quadretti dove le dimensioni degli stessi le decideva il tempo.
Scrivevi di rosso e a vedere c'ero solo io che evidenziavo e spingevo i capelli oltre il muro.
Ancora tre passi nel timore, l'eccitazione disegna altalene danzanti, mi tolgo il cappello poi vengo, tu vuoi tu vedi e ce ne andiamo.
Mano nella mano lacrima nella lacrima.
E pensa sarebbe fantastico se a natale sarà pura.
Ci siamo tolti dal cerchio e l'abbiamo fatto quasi come se fosse una formalità, quasi con una semplice mossa di strappo.
Felicitazioni complimenti congratulazioni devozioni emancipazione dallo spazio circostante ''al cubo come va ti suona bene ti suona regolare'', ''ti senti bene ti senti più speciale''.
Ed io ed io...sono un pò mio, solo un pò mio. Dna di slancio anti-gravitazionale ossessione concentrica nel degenerare.
Spingere i capelli oltre il muro spingere il muro oltre...per spuntare in territori nuovi.

16 settembre 2008

Settembre

Settembre particolarità a spasso per il mondo
e stanze piene di fumo
la domanda più semplice è li che cade
nella difficoltà della risposta

nascoste le ali commuoversi
il potere della gravità
lo sforzo del salto
sfocia in una certezza
l'atterraggio

Non sai quello che sei ma sai quello che hai
non sai cosa provi a colpire ma sai che ti colpisce
E fa male non sapere cosa fare
quando hai provato a dare tutto al mare
e lui se non ti inghiotte ti spinge a riva

d'emozioni non si muore
di precauzioni si
di cauzioni forse

mi spoglio di seta
mi vesto di sete

9 settembre 2008

Che a limite ci fai una piega che al limite ti fai una sega mentre ti spezzi

C'erano veramente tutti, sembrava una danza ed io sono diventato veramente molto abile nel mascherare l'umore col rumore. Una danza che ti racconto, un'avanzata in territorio russo in pieno inverno mentre le giustificazioni venivano costruite come case, come città, poi tacitamente distrutte dalle armi atomiche.

Hai voglia di distruggere Hiroshima e Nagasaki?

Hai voglia di vedere ancora uomini donne e bambini morire?

Si, che ho fame ma lo stomaco funziona male

Dopo il viaggio nel tuo dolore, nel tuo terrore.

Odori di quel calore che solo un settembre che si fotte ti può dare.

Hai puara che non si frantumi mai che si calcifichi e ti renda immobile e ti renda parassita di te stessa.

C'erano veramente tutti ti raccontovo, e io scolpivo i loro lineamenti nel mio deserto e aspettavo il vento.

Non è certo una novità ma forse è la fascinazione più grande, l'eroina è splendida all'inizio poi dopo ti fai solo per essere normale.

Inquadravo i tuoi gemiti poi arrivavo a farti male.

Curioso come cibarsi di dolore curioso come il bianco che si sporca se usi un pò di colore.

E non mi importa di chi non riesce a capire volevo solo venire vivere e morire e poi venire ancora.

Nel perdere i sensi nel perdere la memoria nel disagio ingombrante volano i miei colibrì dal becco d'oro volano i miei pensieri volano i miei orgasmi e non studio più sui libri ma scrvo quaderni e prego un cristo che bestemmia e che vendemmia il suo sangue finchè non sia vino.
Atti profani un dio che bacia, atti degli apostoli morti.


3 settembre 2008

''Polly''

la sete catturata con una rete
catturata in apnea sott'acqua

si divincola prima di morire soffocata
prima di finire in mani straniere
essere surgelata e poi confezionata

c'erano quaranta miglia
tra me e loro

la distanza adatta alla guerra fredda

quaranta gradini di scale mobili
nel sapore della somma e della sottrazione

la violenza che usano su di me ha occhi porpora
e artigli che dal verde sfiorano il nero

la violenza che usano su di me
ha una maschera dai tratti legali
ha sembianze e consuetudini sociali

ritmi razionali ma incalcolabili
autogestiti dalla mia capacità
nell'inciampare

al nono mese di gravidanza il disagio
era sempre un feto
era ancora saldo nel grembo

nei sospiri che rompono il limite
trovo ancora una possibilità di fuga
calda come cavità di donna
calda a causa dell'effetto serra