ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...

SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..


30 aprile 2012

Meccanica

divinamente misuro la distanza tra me e il resto del mondo
divinamente
con un calibro di pietà
con un metro d'odio
pensieri che allargano gli occhi
che si conficcano invisibili
come aghi nella mente
dal niente non esce sangue
dal nulla non esce niente
iride aperta
palpebra chiusa
mi muovo vuoto nell'ipnosi

evaporati sogni
disciolta speranza
non resta altro che vendere tutto
vendere e realizzare
promuovere ed evidenziare
comportamenti
meccanica
la mia finestra non lascia scampo alla luce
per volere della mia ombra

anima meccanica
anima disillusa
anima cinica
com'eri bella e
quanto orrenda sei

26 aprile 2012

''Blu''

Quando il dolore mi strappa, mi morde  a sangue la ragione, quando perdo la lucidità e mi tingo di nero, di vero, quando espello come escrementi i miei sentimenti, duri, calcificati, quanto male fa? quanto ne puoi sostenere?
Sono stato ad un concerto, ombretti neri, bottiglie di plastica riempite a vino a vodka a quel che c'è, ho visto il mio mondo invecchiato o forse sono io che sono invecchiato per il mio mondo.
La verità, le verità.
ho bisogno di sabotarmi, di cambiare, di trovare  albe nuove profondamente diverse.
Perchè il mio amore non può essere sempre rosso per intensificarsi nella gradazione arrivare a seccarsi e diventare poi sempre nero.
Ho bisogno di tagliare gli ultimi fili col passato che mi galleggia dentro e mi fa affogare.
Non posso impazzire non me lo merito.
Io ho bisogno io devo a tutti costi esistere.

''Aspetta chi è aspettato
che sia compiuta l'attesa di chi attende
non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora
sotto la calma apparente
un assordante frastuono
dissonanze chiassose e confuse
armonie affannate sconnesse
leggere increspature agli orli
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
alimentare catena implacabile
pause tranquille atte alla digestione
intransigenze mute
rabbiose devozioni
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
ho dato al mio dolore la forma di abusate parole
lasciando perdere attese e ritorni
ho aperto gli occhi dall'orlo increspato
ho visto l'alba blu''

25 aprile 2012

I martedi delle tenebre



i martedi mi uccidono quasi sempre
''tu dovresti stare qui colmarmi i vuoti i fondi i limiti''

24 aprile 2012

Poesia delle 2

Conto le gocce
una due tre
quattro lune
distorte
appassite
quattro sorelle che si tengono la mano
dipingendo un arcobaleno sano
che sbatte dentro i capillari
l'angoscia dei colori
nelle ciglia innietto virgole
definire gli spazi con certezze
delimitarli
a loro abbandonarmi
come fossero sprazzi di luce
è nella nascita di una alba morta
che muore  la notte
è in quello in cui non ho mai creduto
diserto il mio modo di vedere
diserto i miei occhi
che furono accecati dalle fede
diserto nel deserto razionale
il sole e i suoi aghi
ora che non scalda
ora che non brucia
vittima efficace
di una maschera che piace 
me stesso non può esistere
in uno specchio solo mio
resta cià che sei
credi in ciò che sai
e non avrai
altro
mai

23 aprile 2012

''Gli stessi che giurarono nascondono le dita ficcandole nel culo della vita''

Si sopravvive a tutto questa forse è la certezza della nostra condanna a morte.
Niente è insopportabile perchè possiamo sopportarlo, possiamo sopportare tutto.
Anche sotto tortura quando il dolore si fa enorme quando si prende tutto poi il nostro corpo non lo tollera più e si sviene.
Dolcemente svenire il verbo oscilla tra morire e dormire.
Impensabile ed inutile diranno gli eretici.
Questa profonda mediocrità, questa profonda insoddisfazione.
Occhi per vedere occhi di miseria grandi lenti scure per nascondersi.
Questo filo spinato che mi tiene ben saldo qui sottoterra insieme a miliardi di radici che come me cercano solo acqua e trovano fossili, decomposizione e antiche rovine.
Che splendida tristezza che mi fa.
Che splendore come una sega con il dito nel culo.
Niente ci uccide davvero, il dolore si fa acuto e poi appena diventa insopportabile poco dopo ecco che si ammutolisce e poi più niente.
Vuoto. Niente. Come faccio rima con queste parole.
Consapevolmente mi assumo in dosi più o meno forti a seconda dei giorni quasi fossi prozac.
Effetto placebo.
Funziono così.
Effetto placebo.
Mi hanno creato così.
Non è colpa mia io sono lo specchio di quel che vivo.
Io adesso rifletto quello che mi scorre davanti e aspetto il sole come un rettile.
Sono un malato, sono un mostro, soffro, sono normale.
''E' così che è essere sani? Sono sano così.''
La verità è qualcosa di profondamente sporco in me.
Lacerante quanto basta per sentirla.
Sopravvivere a queste fitte che all'improvviso vengono a cercarmi, provienza ieri, l'oriente, è il peggior impiego che potessi trovare, monotono e faticoso.
dio quanto mi sembra lontano quel giorno in cui mi hai aperto le porte della vita.
dio ti ho sputato in faccia e tu hai pianto per me?
Quello che non c'è lo sento ancora ritorcersi nel mio cervello.
Avevo un cuore grande una volta prima che smettesse di battere.
Non ho mai pianto, non una lacrima non una goccia di sangue da quel giorno d'eclissi.
Questo è uno sfogo e come tale non ha senso.
Quello che c'è dentro è uno sfogo e come tale non ha senso.
Io sono solo una reazione.
Io sono la stasi che tace rabbia.
Io sono solo un concetto chimico casuale e instabile.
Lei non è più distruttiva e l'ha detto con due occhi così luminosi e in modo così semplice e gentile che ho provato un invidia buona e un senso di inadeguatezza alla vita che mi fa sentire piccolo e vecchio.
Un oggetto usato abusato un oggetto superfluo.
Ho provato ad avere tutto tra le mani ed esse non hanno resistito al vento.
Stupide insensate dita che creano costruiscono e non sono capaci di proteggere di tenere insieme eppure avete le unghie spezzate.
Continuo a trapanare di domande il mio vetro che non è più cristallo.
Sopravvivo nella quotidiana morte della mia vita.
Orizzonte.
Orizzonte.
Portami via.

19 aprile 2012

Viagra

masturbarmi mi tirà su
masturbarmi mi tirà giù
tanto non si dorme
come una sveglia sempre attiva nel cervello
che piacere questi minuti malati
programmo intervalli
distruggimi
spaccami
perforami
annientami
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi il velo
rompimi l'imene e mi accenderò nel sangue
sono vergine sai
questo vuoto mi ha reso così
materiale da baccano
piazzista da baccano
io non mi conosco
obbligato dalle situazioni al giusto
cerca conferme verme
che strisci sulle vittime per mangiare
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi l'imene per non annoiarmi
ancora qualche minuto poi sarà tutto bianco
e poi dopo qualche secondo tutto nero di nuovo
sterile come questo vuoto
sterile eccitazione per venire e basta

18 aprile 2012

''Cambia Cuore''

scenderà acido
fresco caldo disinfettante acido
come un detergente sulla coscienza
a ripulire tutto quel che c'è da mentire
da omettere da rinnegare
metamorfosi
non resta quasi niente
metamorfosi a metà
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
ossa e aria
libero
piove stasi
piovono fili tesi
a governare tutta questa mia moltitudine
di marionette
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
sono malato profondamente nelle mie vene
dalla terra che sradica le mie fondamenta
profondamente ossa e aria
profondamente libero
metamorfosi non resta quasi niente

17 aprile 2012

''Sangue e sudore ho versato''

Bere mi fa male, bere mi fa bene, bere mi fa sangue. Domande fitte come pioggia cadono precipitano come raid dritti al mio cervello.
Che l'amore io l'ho conosciuto più volte ma l'ho vissuto sempre in un modo solo, sempre in totale e anarchica libertà.
Libertà di dare, di togliere, di ricevere.
Mi chiedo se esistano altri modi d'amare. Mi chiedo se il mio egoismo se la mia verità che poi puntualmente porta a mischiarsi con l'altra persona sia l'unico modo per me.
Domande di cenere da posaceneri pieni.
Sospetti, nebbia, manca poco di un mese alla primavera, l'inverno specialemente a febbraio si tinge di colori grigi e il tempo stringe, il tempo non ha tempo, il tempo non aspetta.
Sei salita su un auto, non ricordo dove dovevi andare con grande fretta, non ricordo che colore avesse la macchina, non ricordo se fosse una spider oppure una station wagon, non ricordo se avessi gli occhiali da sole oppure no, so che hai acceso il motore e davanti c'ero io, so che quasi senza pensare, d'istinto come piace a me, mi hai investito.
Ed è stato un brivido a suo modo sai. Un sospiro profondo prima di morire, quello si, mi è stato concesso ed ho visto, ho capito la mia verità, mi ha perforato e allora ho provato a fermarti, a battere le mani sul vetro, a gridare che, vedi amore sono qui adesso puoi scendere, ma il motore rombava troppo forte e tu sei partita, perchè a volte la fretta è così necessaria, perchè a volte si vive una vita che capiamo solo dopo quanto ci è lontana, io lo so che non l'hai fatto apposta, so che in fondo è stata una reazione istintiva partire, perchè siamo sempre troppo forti o troppo deboli, troppo vuoti o troppo veri è così mi hai messo sotto, quasi involontariamente, è così che sono morto è così che non ho potuto più vederti o più sentirti.
Non siamo niente sai, non contano le nostre decisioni, non contano le parole dette, i periodi vissuti e le emozioni provate, non conta niente di tutto questo, e io ora che sono morto lo so e me lo terrò stretto come l'oro se mai un giorno mi capiterà di rivivere.
E ti ringrazio sai perchè ho capito, quanto fossimo distanti dalla realtà e quanto sia importante che l'amore sia prima di tutto reale, perchè tu eri bellissima perchè tu per me eri la più bella, è solo che non lo sapevi e noi eravamo troppo condizionabili, eravamo troppo irreali.
E sono felice per te adesso che sei vera, adesso che sei reale, è solo che io sono morto e come un morto continuo ad essere irreale.


16 aprile 2012

pensiero prima di cena

è strano questo tempo, un sole timido e poi pioggia.
giù che cade che si infrange su ciò che calpestiamo
ciò che la pioggia bacia ciò in cui la pioggia trova la morte
e quanto di più reale noi possiamo realizzare
il suolo
ben saldo e sicuro sotto i nostri piedi
sotto i nostri passi stressati strascicanti o vivi e dinamici che siano
raccontami delle favole i cui si vive a mezz'aria
raccontami la notte e il mistero che contiene
raccontami danze in aria
storie di grandi emozioni
raccontami di occhi luminosi
di corpi invisibili
raccontami aria
raccontami tutto questo
ma fa che io ci creda davvero

15 aprile 2012

poesia della domenica

i miei passi lenti si susseguono
si intrecciano con i passi lenti delle ombre
a cui avidamente mento
dietro di me dietro quel che resta di noi
alte e perpetue
mute come il mio rumore
mi inseguono dal basso
incollate ai piedi come due lancette del solito orologio
la paura ha la voce acuta grida di cercare un'inutile fuga
mi fermo e si fermano
parlano di pene d'amore
di albe sprecate
di tramonti senza speranza
lacrime d'oro sui giorni al cloro
mi scalda un timido sole
che illumina la mia libertà fantasma
la fame è il mio morbo

''Prima della caduta''

14 aprile 2012

''Voglio la pelle splendida''

abbiamo bisogno di fare almeno una cosa terribile per riuscire a sopravvivere, molte cose terribili anzi, questa catarsi nervosa questo veleno che mi corre nelle vene che mi brilla negli occhi e si abbatte come un meteorite nelle mie cervella.
la mia città è distrutta polverizzata, cristalli di cemento che si conficcano in questo vento di niente, la mia città che con cura mattone dopo mattone sono andato a costruire sull'onda di un entusiasmo che adesso mi rende stupido e basito.
E' facile giudicare col senno di poi.
Quanto è bigotta ma vera quest'onda emotiva
E' sbagliata forse.
Sono sbagliato forse.
la mia città costruita e distrutta, che paradosso terribile e quanto c'è di vero in questo.
tu crei poi costruisci e mentre inizi farlo fai del tuo stato di libertà una gabbia che prima o poi si fa stretta e inizi a sentirla nelle costole, te le preme, te le spacca.
Un dolore cane un dolore bastardo.
io odio l'amore, odio la sua consistenza volubile, odio la sua simmetria di fatalità, odio il fatto che non importa quando ma poi finisce, odio il fatto che se ti abbandona come ha fatto con me assume un colore nero vivo che puzza di morte.
Vorrei svuotarmi questo cuore a son di sperma, sperma su di me, sperma sul mondo, un fiume denso che finito il gemito diventa freddo che si secca e si paralizza.
io odio l'amore e lo rinnego.
vorrei strapparmi via dalla pelle il mio passato, queste sensazioni, inchinarmi a un dio onnipotente e poi accoltellarlo vederlo freddamente morire e cancellarlo per sempre da me.
ho rotto un quadro e ho avuto un orgasmo nero, un sollievo.
Delicato dolce e tremendo sollievo.
Questo ''nero cristallo'' mi ha rotto i coglioni.

''Stringimi madre ho molto peccato ma la vita è un suicidio e l'amore è un rogo e voglio pensiero superficiale che renda la pelle splendida''

2 aprile 2012

''Ha ancora senso battersi contro un demone''

''se un sogno si attacca come una colla all'anima tutto diventa vero tu invece no''

sto cercando un nuovo senso sto cercando nuovi passi nuove pulsioni
basta premere reset basta premere un niente
e non mi frega un cazzo veramente di cosa stia succedendo fuori
di cosa stia succedendo dentro
io voglio aver bisogno di un qualcosa di nuovo in me
io devo
io devo

''fare parte di un amore anche se finito male
fare parte della storia anche quella più crudele
liberarsi dalla fede e cadere finalmente
tanto è furbo più di noi questo nulla questo niente''