ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...

SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..


31 ottobre 2007

''Ma com'è che non ci sei e ho bisogno di te''

Gettare le molotov al centro commerciale le follie, farvi saltare in aria. E non sarebbe neanche una brutta idea. Ovviamente nella mia testa, ‘’sciabola brilla e decapita questa mia testa’’.
Passare il giorno a maledirti cercando di trovare nel cranio pensieri sani che ovviamente non ci sono.
E ti capisco lui ti contatta e tu vai e ti capisco, e ti capisco così tanto che ho iniziato a tirarmi le pacche sulle spalle da solo. E mangio lamenti e ansia con lo sconforto di contorno.
E stasera avevo bisogno di te avevo davvero tanto bisogno di te e scusami per le paranoie ma sono stanco di elemosinare pezzi del tuo tempo sono stanco di elemosinare brandelli della tua carne sono stanco di imprecare.
E non ti senti mutata? Capisco anche questo. Peccato che ai miei occhi sia lampante il tuo cambiamento.
Quando ti volgi verso di me ovviamente, è che non ti vedo più l’anima ma vedo un gran bel cervello che ragiona e razionalizza sui nostri sentimenti marci. E devo imparare anch’io che conviene a tutti e tre.
E i nostri scontri finiti nel cesso.
Insieme al mio sperma su di noi.
Ricordi indelebili ma è solo memoria.
E poi oggi non sapevo se pioveva o se piangevo. Ma mi sa che piangevo.
E lo so che soffri anche tu. E so che soffrirai tantissimo quando le sue mani e le sue braccia ti consoleranno. Quando ti farà sorridere, quando ti darà dolcezza poi malizia e turbamenti.
E sono molto fortunato a restarmene qui davanti a un cazzo di computer di merda a morire in pace senza nessuno che mi consoli e magari giri il coltello nella piaga.
E non ho mai perso il senso dello humor.
E non cerco certo compassione ma passione e ancora passione
Prima della rivoluzione informatica. Quando non avevamo i pc ma gli abbracci.
E i vostri discorsi sulla semplicità. E sono contento che HAI APPREZZATO la nostra semplicità che ci faceva star bene.
È che forse ti devono aver rapito e al tuo posto c’è una sosia.
Anzi ti hanno clonato. Si che idiota ti hanno clonato come la pecora dolly.
Perché non ti riconosco più quando parli di certi momenti. O forse la tua verità cambia quando cambiano i tuoi punti di riferimento.
‘’Pensi di avere un credo poi lo adatti a quello che sei’’.
E sono contento che mi dici che dovrei ucciderti dentro di me e credimi se sapessi come non mi farei scrupoli.
È che dopo cinque anni e mezzo è difficile farti fuori. E devo scoparti via che tanto non sei più mia.
‘’E stavi diventando blu anche tu i tuoi insulti i tuoi fiori finti’’.
E forse se fossi stato lungimirante su di noi questo blog lo avrei dovuto chiamare stranamore e al posto dell’urlo di Munch metterci quella bella faccia di culo dell’ormai defunto Castagna.
E non ho mai perso il senso dello humor.
E forse sto così male che non mi resta altro che ridere. E che mi sembra proprio impossibile che chi si è fatto tornare tutto comodo chi ha mentito più di giuda chi è letteralmente sano ti porti via.
Ma forse mi sbaglio forse l’amore lo farà impazzire e sarà come piace a te.
E poi
‘’Se siamo compassi che disegnano cerchi nel cui centro risiede la verità non è vero che non la prenderemo mai: è proprio da quel punto che si genera il cerchio, l'ago del compasso lo trafigge e ne siamo pienamente consapevoli. sta a noi poi decidere la grandezza del cerchio e più è grande quest'ultimo più ci allontaniamo dalla verità.’’
E poi ancora
‘’Se ti do materia che mi dai
Se ti do paura che mi dai
Qualità e valore
Non mi rendono tale da
Non riuscire a fare quel che vorrei
Come vorrei cambiare tutto
Come vorrei cambiare tutto’’
E di Moltheni ti dedico anche nutriente ‘’e mi uccidi lentamente’’ e so già che tutte queste ferite non si cicatrizzeranno mai e aspetto di morire esangue.
Adesso è meglio che vada a dormire che ultimamente c’è un bello scambio tra me e le coperte che riempiono le lacune di dolcezza e tenerezza che ho adesso.

28 ottobre 2007

"Stringimi madre ho molto peccato..."

Mi sembra di star più male più di sempre, e non so chi se ne accorge davvero e questa volta nessuno mi verrà a salvare. Tornare a casa col mal di stomaco. Sentire sempre freddo sulla pelle e sentire le mani congelate. E non so se è perché te ne vai o perché sono stato così cieco in razionalità da fossilizzarmi su quello che sentivo distruggendo di fatto tutto quello che avevo.
I sabato sera con le persone più fatiscenti ‘’mentre crollavano i poster’’ mentre crolliamo noi.
I tuoi rifiuti la tua voglia e i tuoi rifiuti. Devo imparare a digerire. Devo accettare.
Provare a fingere e preservare quel poco che è rimasto di me.
E mi dispiace per le pazzie e i miei scatti e per il male che ti sparo.
Aspettando qualcuno che mi stringa una madre che mi protegga dal freddo e dal panico. E se non sono standard i problemi sono tutti miei.
E adesso che mi abbraccia il dolore adesso che tutte le lacrime esplodono mi chiedo a cosa è servito questo scempio di me a cosa è servita la verità e la poesia.
Vorrei chiedere aiuto perché mi stanno strappando l’utero la capacità di fecondazione o forse me la sto strappando da solo.
E dovrei costruirmi e vendermi.
Non scoprirmi troppo con nessuno che tanto di bello dentro me non c’è niente.
E mi odio ancora perché nonostante i ripetuti addii non riesco a non sperare di riaverti.
E vorrei morire e rinascere e cambiare molte cose.
Invece avanti a distruzione psico-fisica avanti senza obiettivi reali avanti senza ali.

25 ottobre 2007

Il mio sentire è integralista

“chiudi lo scrigno dei tumori e dei tuoi quaranta cuori circondati di marciapiedi di quartieri industriali e apri lo scrigno dei preservativi troppo costosi e dei tuoi minuscoli seni”. E quanto vorrei fosse così. E che se non mi vuoi non mi avrai. E che forse non è vero.
Poi so fare bene solo due cose giocare con le parole e scoparti.
È che forse sei più puttana delle parole. E forse ti voglio e ti voglio bene anche per questo.
E forse ti odio anche per questo.
Poi se una cosa la senti tua non è peccato se la prendi ma forse non sei davvero più mia e in qualche modo lo devo spiegare al cuore quando si sveglia. Dovrei scoparti via.
È che continui a tenermi in tiro. E mi piace e mi fa male
È che nella carne e nel sangue si trova la malattia, la mia passione maniacale morbosa e ossessiva. Lui che non scopa molto ma quando scopa lo fa bene.
E mi chiedo se sappia cosa significa il mio desiderare, il mio degenerare.
L’arte dell’articolazione è profondamente diversa dall’arte della passione.
E Ieri sera in macchina prima di tornare a casa ho cantato piromani si muore a squarcia gola e credo di aver lasciato le tonsille sul parabrezza.
E il mio sentire è integralista.
Prima che tu ti laureassi in sperimentazioni sui cuori e sui sentimenti, prima che io pagassi quaranta volte il prezzo del biglietto. Il nostro sadomasochismo interiore. Le nostre sperimentazioni di pseudo bondage con i tuoi foulard, la mia cintura e le manette.
E gli arrivisti arrivano prima di me e lui viene prima di me e tu venivi prima di me e quanto mi piaceva vederti venire.
E abbi cura delle tue mani quando laverai nella candeggina la bandiera inglese per farla scolorire.
E le sue considerazioni del cazzo. Le sue considerazioni su di noi e sulla tua superficialità. E forse non sa che la verità è spietata. E probabilmente quando si raderà il pizzetto ti accorgerai che in realtà la sua età è compresa tra i dieci e i dodici anni. E mi sento pure un po’ stronzo a fare queste battute da scuole medie anzi forse sono un po’ stronzo.
È poi questo blog nelle intenzioni doveva essere di semi poesia per appagare la mia vanità di poeta e la mia presunzione e invece ha un’estensione puramente emozionale senza forme e senza stile.
Emozioni su monitor, nervi su monitor.
E che non vorrei più aspettarti e non so se mi riesce.
E ieri sera ho avuto paura io paura di me. O forse hai avuto più paura te. Forse eravamo le persone sbagliate nel posto sbagliato. O forse no.
Essere contro me stesso e amarlo profondamente. La mia anima alternativa senza alternativa.
Attraversare ‘’l’inferno e le mie pazzie’’.
E se vuoi che mi contenga mi contengo che sarà tutto più facile.
E vorrei ‘’futuri inverosimili’’ e invece domani ho un colloquio di lavoro a Lucca.
E in questo periodo non riesco neanche a scrivere un paragrafo di tre righe senza metterci il punto o cambiare argomento è che forse mi manca il fiato e devo fermarmi per poi ripartire, ripartire subito prima che mi raggiungano.

23 ottobre 2007

"Precaria era l'aria" (e anch'io)

Se fanno fuori il blog di Grillo e se davvero fanno passare quella legge insensata ancora una volta emessa per distruggere quel poco di democratico che è rimasto in questo paese non abbiamo più alibi, dobbiamo fare la rivoluzione. Liberarci dall’oppressione distruggere e ricostruire.
Se ci fosse un giustizia vera e propria l’unico blog da sotterrare sarebbe quello di Mastella. E stanno uccidendo per l’ennesima volta Falcone e Borsellino per il caso De Magistris.
E in questo periodo mi vengono in mente molto spesso anche le parole di Padoa-Schioppa. Che siamo dei bambinoni che usciamo di casa a trent’anni. Ha proprio ragione adesso prendo il mio libretto bancario con seicento euro e me la vado a comprare. Oppure prendo un bel mutuo coperto dal lavoro a tempo indeterminato che non ho. E mille euro sono un lusso. E con mille euro col cazzo che ci si mantiene.
E in questo periodo dire che fumo troppo è poco. E se potessi riunire tutti i pacchetti di sigarette che ho fumato mi ci costruirei la casa. E rileggendo i miei post ho scoperto che ci sono troppe ‘’e’’ e troppi ‘’forse’’.
E nei nostri sentimenti ci sono troppi ‘’e’’ e troppi ‘’forse’’. Ed ‘’e’’ è una congiunzione e ‘’forse’’ è un avverbio d’incertezza.
E ho deciso che farò la cover band di vlad e delle sue luci della centrale elettrica. Mi esibirò in macchina mia. Farò i tour svariando fra i miei cinque posti auto e il gran finale, il concertò dell’anno lo farò in bauliera. Il problema è che non so cantare e suonare insieme. Se canto non suono e se suono non canto.
Forse il problema è che so cantare male e suonare malissimo.
Allora se un giorno vlad diventerà ricco mi deciderò di scrivergli e di chiedergli se mi assume come lucida chitarre e se magari gli sto simpatico me le fa anche accordare.
E chi capisce ‘’gli incubi dei pesci rossi’’? e il cielo sereno e senza nuvole piace a tutti ma quello di ieri verso le sei e venti era decisamente quello più bello e suggestivo che abbia mai visto. Pieno di nuvole rosse di un rosso sfumato ma brillante, di un rosso scarlatto. E tu non l’hai visto.
E la verità divora le coscienze ‘’bacia il serpente è lungo sette miglia cavalca il serpente è antico e la sua pelle è fredda’’.
E la poesia e la verità non si trovano certo nei salotti borghesi. Si trovano nei bordelli interiori.
Nei più fatiscenti bordelli di provincia del meridione dell’italia dei primi del novecento.
E mi stanno arrivando le raccomandate dall’inferno. E oggi sarebbe il ventitre.
E avrei voglia di portarti al mare ma forse con questo freddo non è il caso.
Il mare che se ne andato via con l’estate, la nostra estate tossica e sporca. E quanto sono danneggiato. E quanto amo danneggiarmi.
E con l’estate se ne sono andate via anche le tue cosce.
E mandami le tette via bluetooth o per mail che la sera le cerco sul cuscino e non le trovo.
E la scelta non esiste e mi tradirai e io aspetto inerme pronto a colpire.
E mi rendo conto che scrivo a rate, che sento a rate e che vivo a rate. Ma ti voglio bene.
E sono contento che hai ripreso a piangere leggendo i miei post, quando i tuoi soffitti grandinavano sangue e noi chiudevamo gli ombrelli.
E la mia immaginazione che mi fa mangiare, con le mie pseudostorie d’amore con le ragazze punk.
Con le mie pseudostorie di sesso con le ragazze punk. E masturbarle ai concerti in mezzo al pogo.
E scoparti nel piazzale del ‘’vecchio ulivo’’ a montecarlo. E sono un bisogno congenito di sesso, e sono un bisogno congenito di emozioni.
‘’tu correvi su chilometri di scontrini ma non mi raggiungevi ’’ e non sarò mai un semplice ricordo e non lo sarai mai neanche tu.
Emozioni indelebili.
Emozioni indelebili.

21 ottobre 2007

"Mi dicevi di continuare rocciosi..."

Vedere il muro, abbattere il muro, ricomporlo, tutti i detriti che navigano sui fiumi di alcol che riscaldano questo ottobre gelido. Il vento che soffia forte e freddo, i cappotti e le giacche che ci abbracciano e le foglie che volano e ieri sera una di loro mi ha baciato sulla bocca.
E che al bar sono arrivati gli alieni fra lo stupore generale della folla inconsistente con le loro armature punk e le chitarre al posto delle spade. La generazione che salverà il mondo e i miei occhi sull’arcangelo biondo, “un arcangelo stronzo misogino e per di più aggressivo”. E se avessi un figlio un giorno lo vorrei così .
E poi giù distruzione.
Solitudine e assuefazione.
È che venerdì notte ero talmente ubriaco da non sapere in che camera andare. E mi sono pure fatto il bagno nel vomito. Di colpo mal di stomaco.
E forse un giorno piangeremo così tanto insieme da farsi la doccia a vicenda, sperando che l’acqua sia calda.
E lui ti ama. E io no. E che forse sono più retrò di un gesuita ma proprio non ce la faccio a sopportare neanche un bacio “ è che ti sento mia ” e forse è meglio che così non sia. E dovrei guarire.
E ieri sera a casa tua ti ho tirato giù i pantaloni di forza e ti avrei scopata e presa di sangue e ti avrei anche fatto male o forse bene. È che sono un carnivoro e ti strappo la carne dalle ossa a brandelli, è che sono il tuo carnivoro.
Poi bere e bere ancora. Precipitare ed aspettare. E i suoi occhi che mi fanno male. E lo vorrei come amico. E stasera è molto distante da me e poi
quello di troppo sono io.
E “andiamo a vedere le luci della centrale elettrica” ad accendere tutte le lampadine e sovraccaricarle di energia per farle saltare in aria. Ed il bola mi si avvicina e siamo tabagisti insieme.
E parlare di letteratura e di ansia e mi dice di star tranquillo quando è l’ultima cosa che vorrei. E che sono sereno nel mio stato d’ebbrezza e “tutti gli altri libertini che sono stati biodegradati quando sono arrivati gli artificieri e ci hanno disinnescati”.
E poi mi invita ad una serata al devasto quando i suoi partiranno per la Cina. E sono contento e faremo un rave nello spazio.
E l’ultima bevuta che mi stordisce sul serio. Ed inizio a vedere cose strane. E che mi stanno sparando nel mio Vietnam e che mi hanno assunto per far resuscitare le mine disinnescate.
E chi è pazzo davvero che si fa un white russian alla drugo e si mette a ridere contento e io che sono più contento di lui e vorrei incenerire tutti gli psicofarmaci.
E “incendia le farfalle meccaniche” facciamole incendiare facciamole volare tutti insieme, tutte le parole che partorisco nella notte spiccano il volo con loro e usiamo le bestemmie al posto della punteggiatura. E in macchina tutte le più svariate sensazioni, il mal di stomaco e l’alcol che inizia a lottare con i succhi gastrici e poi piacere fisico una strana sensazione dal basso ventre al pene.
E Morgan che nello stereo canta “sono pazzo” e io che gli do il mio appoggio morale anticonvenzionale. E che ti senti protetta da me verò? E che la mia protezione non è omologata dalla comunità europea, anzi è decisamente fuori legge.
E poi aggredire i ricordi.
Quando mi donasti le tue mutandine dicendomi ti amo, e ancora le conservo, quando ti leccavo e gustavo sangue e miele e mi sembrava troppo poco dire trasgressione e mi sembrava un rituale sacro di due eretici e tutti i battesimi nelle acque oscure della perversione, ricordi? Ricorderai.
La tua faccia fra le fiamme nel basso ventre la tua faccia fra le fiamme nel basso ventre.

14 ottobre 2007

"Non ho niente dentro perchè dentro ci sei tu"

Che cazzo succede? non lo accetto e devo accettare. Essere fondamentali per cinque anni e poi non esserlo più di colpo o lentamente cosa importa ormai. E mi sembra tutto così paradossale e tragico, scappi via da me perchè vuoi di più e vai dove sai che non potrai prendere quello di cui hai bisogno.
Ma se è verità libera dal fottuto buon senso lo accetto.
E forse sto diventando anche troppo paranoico.
Debole triste orrendo rotto stanco e troppo paranoico. Ma "la tua assenza è un assedio" ed è passato così poco tempo dalla rottura che già hai fatto terra bruciata di me.
Poi non ho uscite di sicurezza, non ho gli estintori e chissà dove cazzo sei e con chi cazzo sarai.
E stanotte ho dormito due ore e non sono per niente stanco e continuavo a raccontarmi le belle favole come faceva la mamma quando ero piccolo, di noi sotto la pioggia e la neve abbracciati a cercare il sole.
E le tue labbra, le tue labbra che mi hanno fatto innamorare, che mi hanno portato all'estasi del piacere e che mi hanno dato l'addio, vorrei che fossero qui ora a riscaldare questo clima di ottobre che sembra un inverno russo.
Il cervello che ti vuole lontana non ha barriere e non può niente contro il cuore, contro il mio sentirti contro il mio sentire che mi sta facendo marcire nel niente che mi circonda, e sono profondamente sbagliato, non dovrei seguire l'irrazionale ma non ho scelta.
"ma quale orrore quando mi accorsi di averla punita prendendola a martellate quale orrore! ma quale orrore! che mostro sono?" e non avrei mai voluto farlo avrei dovuto farti felice in qualche modo per non essere accostato al dolore, perchè non mi vedi perchè è come dolore che mi vedi.

12 ottobre 2007

"Eri malata? oh ape regina divina e dorata"

La neve sopra il tuo viso nasconde
I dettagli di sommessa costrizione
Se la carne si nutre di carne ora ti chiedo sangue

Quando si incendieranno le strade e tutti i percorsi che portano al mare
Quando violenteremo i pezzi di tempo e i pensieri che portano a noi

Non sarà cosa c’illuse ormai
L’inquietudine regna sovrana

Sai che per scelta o per sfiducia
I nostri automatismi sono impossibili ora

E sentire il vuoto e sentire l’ira
Quella che cambia spoglie e diventa intrinseca allo spleen
E distruggere la roccia dove eri stesa senza veli
Regalandoti i suoi frammenti insieme a quelli della mia rabbia

Vedrai vedrai mia bellissima bambina malata
Quanto sarà forte il mio cristallo sul tuo fallimento
Quanto tutto sembrerà pulito e forte dall’esterno

‘’eri malata? oh ape regina divina e dorata’’
‘’eri malata? oh ape regina divina e dorata’’

3 ottobre 2007

''Questa la fine''

Ma dove sei, ma dove sei e più forte lo urlo ma dove sei, ma dove sei, ma dove sono e che cosa significa vivere sopravvivere o non vivere, quando la chiave per la porta più misteriosa trova senso nel non senso compiuto.
E sicuramente sei la ragazza più tossica che ho conosciuto per inalazione, ingestione e contatto, sei entrata in ogni respiro, da ogni papilla e da ogni poro, dall’esterno all’interno dalle appendici al centro.
Ma ‘’questa è la fine cara vecchia amica la fine metà poeti maledetti metà belle statuine’’.
Fossero state prigioni indorate, lussurie di diamanti, cento e ancor cento orgasmi nucleari tutto sarebbe stato incorporato in te, tutto strisciante intorno ai tuoi piedi così piccoli, tutto sarebbe stato sottomesso alle tue mani ancor più piccole e troppo tenere per essere sporcate da qualsiasi cosa a parte te stessa.
‘’La vergine uccide il serpente mentre dorme’’ ricordi?
‘’La vergine uccide il serpente mentre sente’’ ricorda!
E passare la mattina ed il pomeriggio a controllare se il cellulare è vivo.
Ed è assurdo che ti abbia detto di non sentirci quando è la prima cosa che vorrei.
Ma ripensandoci tutto va secondo copione tranne il tempo che passa più lentamente.
La vanità, l’amore puro per noi stessi sconfiggerà chi saremo e chi siamo stati, ‘’vi mando nel mondo come pecore fra i lupi’’ , vi sbraneranno, vi sacrificheranno brucerete nello stesso rogo in cui avreste dovuto ardere fino al sangue.
E di sangue vi bagnerete sporcandovi le anime, infetterete le ferite per l’amore che disillude i sogni, essere ostili all’amore freddo, sopportare l’alcol e tutto il suo peso ed era tutto blu mentre c’eri tu in piena come la violenza di un fiume che straripa, tutto bagnato di colori con una scala che va dall’blu all’indaco sospesa nel cielo e nella terra del paradiso che ho conosciuto.
Ma adesso attendiamo di svuotarci mangiando ciò che di buono ci danno, che dannarsi, uccidersi e rigenerare virus degeneranti è il peccato che ci ha reso colpevoli e aspettiamo ognuno nella propria cella la pena che meritiamo e che ci siamo guadagnati, quella capitale.