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16 luglio 2013

Ossigeno nero

Composta neve in disordinata speranza
con la bava alla bocca cerchi il tuo posto
un posto nel mondo
in un mal riposto senso di superiorità
ridicolo al sole
su per i ghiacci perpetui
dove l'aria si fa rarefatta
e l'ossigeno incendia i polmoni
c'è un tempo per il coraggio
e un tempo per la cautela
un tempo onesto e tremante in cui aspettare
e un tempo rapido da rincorrere superare
per offendere il cielo
dove si fugge dove fuggono tutti
dove fugge chi ha fame
ci sono paesi come finestre
in cui scegliere la viltà e i grandi rifiuti
e finestre come paesi
in cui gettarsi tra le braccia della vita
consumandosi
nell'ansia di scacciare via qualcosa
nell'ansia di rincorrerla
è un carnevale tetro e allegro questo tempo
che cosa abbattiamo in esso
qualcosa
tutto
niente
nel bisogno di mascherarsi in ogni cosa
nel bisogno di spogliarsi di ogni cosa
nell'innocenza remota di cuore vivo
di eterna giustizia di eterno presente
nelle sue facce relative
i miei occhi sono troppo aperti
per seguire un'unicità di percorso
vedo un sole troppo grande per la mia maschera
vedo neve troppo soffice e gelida per il mio corpo
di luce muore chi col freddo non si muove
nella proporzione della vita
la variabile è l'amore
chi ha visto bruciare ogni cosa
ogni casa ogni singolo movimento che si libera in aria
chi ha sentito scoppiare le vene
chi non ha più sentito per aver sentito forte
così forte da far tremar la terra
è questo che chiedo

1 luglio 2013

Marlene Kuntz - Solstizio


Notte


Inizia con una strada che non è una strada, è un sentiero, sconnesso,  buche e sassi, sotto i miei piedi lacerati, i miei piedi di burro e acciaio , che lasciano passi d’ombra collosa mentre mi muovo verso la luce verso il verde foresta infinito smeraldo, poi BOOM, la vita ti spara alle spalle, pelle, carne, muscoli, legamenti, polmone, cuore, è un proiettile cattivo, feroce, rabbioso che si conficca dentro me, che non esce, sta li come crisalide, mia farfalla spezzata che incrina, vanifica, la mia attesa la mia smania di emergere, di scalciare, di urlare una rinascita illegale.

Ho un interiorità troppo grande per la frivolezza delle mie azioni, io non sono un uomo frivolo, io non sono semplicemente un uomo, sono di più, sono la vita e sono la morte, sono sentimento puro cristallo e macchie di vita bianca, nera, porno amore affascinante.
Non posso permettermi questa ricchezza, non posso permettermi questa povertà, scintillante miseria mia, ancora di salvezza, cuore di misericordia, nella grazia di questo dolore mi piego, e conto le ore e le capovolte nello stomaco, mentre mi si spezza il cuore, la schiena, sento lo schianto nelle spalle, mentre gli occhi si chinano a guardare questo sangue  caldo che cola giù a piccole dosi e si rannicchia timido sul pavimento e come acido lo divora affinchè io guardi ancora più giù nel fondo del profondo, sul'orlo del limite.

Resto convito che questa sia una cosa tanto bella quanto orribile, è lo splendore e il terrore che si baciano e si nutrono di un'anima e di un corpo che non riesce a spaccare il cordone ombellicale con l'affanno del mondo.

Dall’età della consapevolezza ad ora le mie cento metamorfosi di pelle hanno avuto sempre il medesimo odore, il fetore di un amore nevrotico, insano, radiante voracità perdigiorno che consuma me, per primo me, che mi cova dentro, come un’infezione, un’agitazione, un’ansia selvaggia, minacciosa che io non so domare, non posso domare, è un dolore che mi ruba tutto e lascia tracce di cenere, di me, come un mattino  che distrugge  le ferite gonfiandole a dismisura.

‘’E gli occhi tuoi mi rubano la luce perchè tu possa splendere nei miei
Allora non rimane niente e te ne vai
Allora non rimane niente e te ne vai

Consuma spento e lento il mio dolore
Consuma me’’