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28 ottobre 2008

''Forse un giono potrò ritornare sui miei passi sbagliati''

In fondo non tutto l'oro porta povertà, in fondo poi l'emozione nasce e si sviluppa e se non sfonda lo farà.
Come andare a lezione, imparare a toccare ad accarezzare il mio splendido amore.
Ricordo che era così semplice e normale seduto intorno ai suoi anni.
Ed è meraviglioso come guardare chi non ha niente da nascondere e non riuscire comunque a vedere a vedere bene, il tutto.
Non è estraneità è solo una sporgenza sul silenzio, è un prato verde su cui correre a piedi nudi su cui correre di gioia.
''Bello come nell'attimo in cui l'ago punge la vena impaziente'' un tossico in fondo non può chiedere niente di più che nuotare nel suo fiume dallo stagno fino al mare.
Tanta sensibilità sul viso, scoperta nelle lacrime tue che si baciavano con quelle di tua madre.
Non c'è niente da curare
Non dev'essere sciupato niente con intenzione
Vivere non sta nei chilometri percorsi ma nell'atto supremo del passo

25 ottobre 2008

Pensiero virus #1

Senza connessione ad internet e con i cecchini che mi sparavano la notte mentre dormo, il giorno mentre dormo nell'istante in cui cerco d'inventarmi un mattino.
Sai che i giubbotti antiproiettili sono solo una scusa per arrendersi.

rivoluzione ha due facce bisogna combattere contro chi la vuol soffacare bisogna combattere contro chi la fomenta per il suo toranconto.

se si muore solo una volta se si muore per sempre a vent'anni, c'è ancora sangue da donare sangue che risale veloce le vene

perennemente tra sonno e sogno

Esistono mondi altri mondi e non ''ci sono molto modi''.

5 ottobre 2008

''Come dire a un Cristo sanguina meno''

Attende mentre scende
nella valle dove cade
Attende con dieci bambine rosa
che si truccano col viola

c'era la cera poi vino d'instinto
prodotto dalle larve che ti allattavano
come si cura la vita?
quanto si cura la vita?
tanto quanto è sicura

sanguina meno dice quello che poi ti uccide
sanguina meno dice quello che poi usa fare
così male alla gente cambiando le scadenze

mentre di trucco si dilatano le certezze
come porte sulla morte
la convenienza che si posa morbida come una piuma
su spalle nude
ti schiaccerà come piombo
mai di colpo ma di strisciante percorso così lento
da lasciare morbidezza sulla schiena

certamente non è facile ma di certo non è difficile
come un vulcano spento dal suo stesso lamento
vivere senza magma in dipendenza dal fumo

al veleno di ragno ti pregano di offrir le dita
come si può
abbondanarsi tra le lenzuola della vita

1 ottobre 2008

Il caffè che se ne esce dalla moka

La sera che non era nera la sveglia che non poteva essere vera
la voglia golosa di luna troppo indisciplinata , troppo vivace , da cavalcare con la sella.
Assenti all’appello stavolta sono i buchi neri.
Quante stelle entrano nel tuo microcosmo? Come le parcheggi?
L’onore dell’odore del caffè che se ne esce dalla moka sembra fatto apposta per me, come un cucchiaino nel cuore che gira per mescolarne il sapore, che poi esce sempre qualcosa che forse fa un po’ male che poi finisce col traboccare.
Per me che bevo dalla sua parte sinistra.
Ci fosse un modo mi dici, proseguiresti a corsa ma senza fretta che tanto davanti hai tutta la vita da correre.
Ti strappo e se inizio a ricucire perdi i sensi.
E li cadi?
Quando la cenere quando venere, quando il quanto ti appaga realmente.
Quella via dove volavano i cigni sembra ancora libera, dove il cotone si posa innocente sulla brace viva

Se stringo al collo senti il dolore che cola nei polmoni

Ecco adesso puoi respirare
Ecco adesso sembri, sei, vivo.