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6 giugno 2012

Esterno giorno tramonto interno #1

Non sa di morte, sa di vita al contrario, pessimo sapore, agrodolce sapore. Tieni le redini e andrai lontano la dove battono le puttane ''ove udirai le disperate strida'', la differenza inconsistente tra il piacere e il dolore, tra il crimine e l'atto di fede.
Banalità profonde, superficiali menzogne, la mia corazza di velluto e sperma.
Irriverenti mancanze.
Se un medicinale avesse il potere di un dio ne sarei strafatto, ma non è così niente di surreale è come pensi, niente di surreale è come vorresti che fosse.
Esistono regole ancora perfettamente intatte, attaccabili ma intagibili, non si rinuncia a ferirsi non si rinuncia a colpire, si ottiene solo una consapevolezza superiore, si vedono solo i sottili fili rossi che suddividono con una geometria perfetta i limiti interni quelli esterni, e i diversi percorsi possibili.
Dovrei essere leale se il pensiero costante di lealtà mi riporta al passato, a te, a ciò che ho perso e che per un soffio, un attimo distratto ho solo creduto di riconquistare, dovrei, ma si sa che la città santa è solo una scusa, un rimedio per i poveri di spirito, un enigma che si risolve solo con un'altro enigma, i crociati riconquistarono Gerusalemme, la stapparono agli islamici, fu un massacro ingiusto e crudele fu un bordello nel nome del Signore, a pelle irrazionale ma guidato da un meccanismo estremamente razionale, il braccio ferisce ma è il cervello il vero autore del colpo e che così sia e che così so già che sarà per sempre.
Mentire, crescere, la gente, la necessità, piccolo stolto essere umano, barbaro dall'intelletto mediocre, contorto tanto da umiliarti da solo, ho lavorato molto per pensare così, per vedere così, mi sono cosparso di incenso, cenere e cinismo per ragionare così.
Malinconicamente mi appartengo, come nina, che lavora per un fine più grande, che si svende per un fine più grande. Ognuno usa ciò che può, ciò che può osare.
Più vedo e più non credo, c'è sempre una sottile ruga, un ghigno di tempesta nella mia testa, per cui è inutile contorcersi, è inutile spezzarsi e tenere la corda tra le mani, nella mia mente ogni cosa si fa rarefatta fino a quando non emerge dall'acqua come una medusa ed io seduto a riva, come un mobile con il mio tarlo nel legno, resto fermo ad osservare questo spettacolo meraviglioso, aspettando che il sole tramonti o affoghi nell'acqua.

2 commenti:

Betty ha detto...

WOW!Mi ricordi un po' T.S.Eliot... Ed è chiaramente un complimento!

territori della follia ha detto...

Grazie..ho conosciuto Eliot alle elementari poi nel frattempo lui è morto io ho ricevuto in dono la vita eterna..sono veramente simpatico lo so..