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2 giugno 2008

Il potere delle lucciole

Il canto di un usignolo faceva la lotta con il silenzio, il vento accarezzava gli alberi che celabravano la propria gioia facendo danzare le foglie, pensavo alla sacralità di quel frammento di vita.
Mentre gli squarci freschi rosa arancione dell'aurora rendevano sempre più debole la notte, dimmi adesso che cosa cercavano i tuoi occhi, niente di più delizioso, niente di più sublime della natura che sposa i sensi.
Le sensazioni sulla pelle che generano movimenti armoniosi e decisi sotto pelle.
Ti accompagno nella valle color verde ravvivata da un'altro verde dalla tonalità più accesa, mentre alle nostre spalle il rumore di un condizionatore sembra quasi il mare che si agita per testimoniare la sua grandezza, il suo incanto.
Disegnare e non definire i confini dell'Europa, i percorsi, le strade e i sentieri, il viaggio, la storia e la geografia poi hanno il peso di una piuma nell'arte.
Io so già mentre tu non sai che forse non vivremo mai la vita che abbracciamo nelle immagini di ''gioia e rivoluzione'' che luccicano dentro un monitor, l'aggregazione nella libertà e nella rivolta, che poi fu piegata dal sistema con la forza.
Possono uccidere come vogliono, quanto vogliono, reprimere le voci, bloccare un movimento ma non amazzeranno mai il seme della libertà.
Scoprirlo se capaci tocca a noi, osservare la fertilità dei nostri territori combattere l'aridità, in fondo anche la cera calda brucia la pelle ma poi si adatta alle nostre superfici.
Mi stupisco ancora poi quando alzo lo sguardo e vedo l'usignolo che cantava volare.
L'instabilià dell'altalena, concentrare le energie e poi esploderle sulle sue corde per tagliare l'aria per entrare nell'aria e farne parte, tagliateci pure i fili stappateci pure i lenzuoli per macchiarli di tinta nera con le vostre figure oscene, occupando ciò che è nostro ma il buio non spegnerà mai le lucciole.
Sai siamo forti, sai siamo delle belle persone.

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