cerco la luce delle case
l'imposizione dell'esistere
ad ogni costo
il verbo che naviga nell'inferno
io non ho
io sono
io ho
io non sono
io particella che vibro nell'aria
mi nutro di fame
la mia consistenza fredda
si nutre di me
ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...
SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..
SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..
11 ottobre 2011
10 ottobre 2011
Ottobre
gioco con le mie forme di pietra
loro che restano sempre uguali fedeli a se stesse
lievito della mia immaginazione
gocce dolci del mio mare
allontano la mia mente da questa realtà
d'afanno d'aria rappresa e di inganno
mentre tu piangi impassibile
cavità malata ingorda d'anime altrui
l'impossibile è quanto leggo nei tuoi occhi
che tu sia spada affilata per mutilare i raggi di questo sole d'ottobre
mentre splendi dentro un me morente
semplifichi la strada e la illumini d'ombre
consumandomi come un pasto raro
come polvere abusata dal vento che ricade sulla terra
in fondo ho ancora posto per i tuoi divini avanzi
loro che restano sempre uguali fedeli a se stesse
lievito della mia immaginazione
gocce dolci del mio mare
allontano la mia mente da questa realtà
d'afanno d'aria rappresa e di inganno
mentre tu piangi impassibile
cavità malata ingorda d'anime altrui
l'impossibile è quanto leggo nei tuoi occhi
che tu sia spada affilata per mutilare i raggi di questo sole d'ottobre
mentre splendi dentro un me morente
semplifichi la strada e la illumini d'ombre
consumandomi come un pasto raro
come polvere abusata dal vento che ricade sulla terra
in fondo ho ancora posto per i tuoi divini avanzi
15 settembre 2011
Cover my immagination
La maledizione della vita prima mi sfiora, poi, seduta con eleganza su una poltrona di pelle nera, mi afferra, sarebbe bello sentirsi così veri fino ad impazzire in questo mondo così limitato e così limitante.
La verità è che sono arrivato ad uccidere per un sogno, ho cancellato il mio nome e l'ho pulito e l'ho riscritto in mille modi, cambiare e mischiare le vie per tornare sempre a casa, al caldo dolce tepore, le nostre tracce, quelle tracce di sangue, di sputo e di anima, si muovono ancora, vivono da quando le abbiamo create, sapendo di muoversi inconsci, calpestando solo terra.
you cover my immagination with my head
let my immagination in my hands
you cover my warm sadness with the rain
if the pain is the door to feel
my love must heal
Ognuno ha ciò che si merita dicevano gli antichi
La storia deve essere, ha bisogno di essere, riscritta
24 agosto 2011
Alba senza nome
Solo uno sguardo ubriaco è capace di far cambiare il mondo
nutrito dalla sommessa gratitudine a quei rari e preziosi frammenti di felicità
nella nostra ingenua consapevolezza di diversità
da quella massa forte e compatta troppo morta e rotonda
nelle porte chiuse celebrali
nelle nere finestre ragionevoli
affrontare la notte non sempre significa vedere l'alba
e che alba sia un incubo caldo
e che alba sia un gelido viaggio
agli antipodi dell'eterno bisogno
di tornare a casa
mio dio in questo luogo rotolante
stringimi forte quando ti volterai verso lo specchio
nutrito dalla sommessa gratitudine a quei rari e preziosi frammenti di felicità
nella nostra ingenua consapevolezza di diversità
da quella massa forte e compatta troppo morta e rotonda
nelle porte chiuse celebrali
nelle nere finestre ragionevoli
affrontare la notte non sempre significa vedere l'alba
e che alba sia un incubo caldo
e che alba sia un gelido viaggio
agli antipodi dell'eterno bisogno
di tornare a casa
mio dio in questo luogo rotolante
stringimi forte quando ti volterai verso lo specchio
12 agosto 2011
Libertà
la libertà è una coperta oscura
viva tenace calda oppiacea e insicura
costantemente presente
è il condizionamento cosciente
prigione satura che ho dentro
acerbo frutto
raccolto in estate ma consumato in inverno
vittima morsa da vipera
come carnefice di medicina
reale che tange l'ideale
e ideale che muore di saggezza
ribelle alla rivoluzione
e rivoluzione contro ciò che è rivoluzione
sapiente ma avidamente leggera
rettile sottoraneo
conformista
paura logora che urla
conformista
che cadi d'innocenza
che tu sia tu
che tu sia me
che tu possa tollerare
ciò che hai capito per sempre
viva tenace calda oppiacea e insicura
costantemente presente
è il condizionamento cosciente
prigione satura che ho dentro
acerbo frutto
raccolto in estate ma consumato in inverno
vittima morsa da vipera
come carnefice di medicina
reale che tange l'ideale
e ideale che muore di saggezza
ribelle alla rivoluzione
e rivoluzione contro ciò che è rivoluzione
sapiente ma avidamente leggera
rettile sottoraneo
conformista
paura logora che urla
conformista
che cadi d'innocenza
che tu sia tu
che tu sia me
che tu possa tollerare
ciò che hai capito per sempre
9 agosto 2011
L'incedere fumoso della mia sigaretta
Frammenti di verità
porzioni di borghesia
pulviscolo impazzito
del tuo cielo razionale
sfera di ghiaccio dalle gambe antiche
divora il cuore di chi vive
nel tuo occhio vivo di caos
di oscura celeste pupilla
di piacere immenso e folle
ho visto il tuo culo vestito di fiori
avido e vivo di carne
voglioso di danze
mesto meschino
inala dolce fiocco di cenere
inala quel che sono
mentre esalo ciò che sei
simmetria rotta
inchiodata al vuoto
perfetta rotonda
calda violacea miseria
porzioni di borghesia
pulviscolo impazzito
del tuo cielo razionale
sfera di ghiaccio dalle gambe antiche
divora il cuore di chi vive
nel tuo occhio vivo di caos
di oscura celeste pupilla
di piacere immenso e folle
ho visto il tuo culo vestito di fiori
avido e vivo di carne
voglioso di danze
mesto meschino
inala dolce fiocco di cenere
inala quel che sono
mentre esalo ciò che sei
simmetria rotta
inchiodata al vuoto
perfetta rotonda
calda violacea miseria
8 agosto 2011
''Il pensiero costante di piangere mi riporta a sognare''
Mentre ti addormentavo ti cantavo luce agli occhi, uccidimi il buio col sole che sei, cullami il cuore e non smettere mai.
Mi ricordo che osservavo il mare mosso della sera, le alghe così vive e le spiaggie quasi bianche quasi scomparse, le vite nuove, rubate e poi intrappolate, e tutto si fondeva e tutto si mischiava come un mazzo di carte.
La nostra partita chiamata felicità, il profumo del suo sbocciare il cadere malinconico dei suoi petali sulla nostra pelle.
A volte è così tenero quel che provo che vorrei che tutti ne facessero parte, ma l'universo è composto a scale mobili e ci si lascia trascinare, discese e salite verticali, porte scorrevoli filtri disumani.
E' pesante la mia interiorità, è un parco chiuso è muro di Berlino, mi divide mi apre e mi chiude.
La ''storia di un impiegato'' di chi è stato talmente a sinistra che poi si è ritrovato neanche senza saperlo a destra, ''la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere'' un eutanasia adatta un compromesso storico della propria intimità che non riesco ad ingoiare e a digerire.
Il male di vivere ''giorno che viene giorno che va un giorno vale un giorno'' per poi scivolare libero fino a perdere il contatto, l'arcano dei perchè nati domanda a cui ogni risposta si inchina poi si piega poi si spezza in frammenti di verità, in frammenti di menzogna, labile concetto, fragile e soggettivo.
''Meglio artefatto e volgare o meglio coglione'' cantavamo tutti a squarciagola nella hall della nostra adolesceza, quando la vita delicata ti bacia come labbra di donna, respiro, lieve, respiro, battito, irregolare, respiro.
La circonvallazione dell'ideale, quasi fosse un atomo, quasi fosse la verità che ancora oggi con i suoi urli fa calare un silenzio romboante dentro.
Verità ''la libertà è una forma di disciplina'' quanto sei, come sei, ancora come una frana mi sotterri, ancora come ieri mi illudo di esistere.
Spargo queste parole come gocce d'acqua nelle mie terre bagnate per arrivare ad inondare i miei deserti, il mio amore la mia siccità
toglimi la sete amore
toglimi la sete amore
Mi ricordo che osservavo il mare mosso della sera, le alghe così vive e le spiaggie quasi bianche quasi scomparse, le vite nuove, rubate e poi intrappolate, e tutto si fondeva e tutto si mischiava come un mazzo di carte.
La nostra partita chiamata felicità, il profumo del suo sbocciare il cadere malinconico dei suoi petali sulla nostra pelle.
A volte è così tenero quel che provo che vorrei che tutti ne facessero parte, ma l'universo è composto a scale mobili e ci si lascia trascinare, discese e salite verticali, porte scorrevoli filtri disumani.
E' pesante la mia interiorità, è un parco chiuso è muro di Berlino, mi divide mi apre e mi chiude.
La ''storia di un impiegato'' di chi è stato talmente a sinistra che poi si è ritrovato neanche senza saperlo a destra, ''la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere'' un eutanasia adatta un compromesso storico della propria intimità che non riesco ad ingoiare e a digerire.
Il male di vivere ''giorno che viene giorno che va un giorno vale un giorno'' per poi scivolare libero fino a perdere il contatto, l'arcano dei perchè nati domanda a cui ogni risposta si inchina poi si piega poi si spezza in frammenti di verità, in frammenti di menzogna, labile concetto, fragile e soggettivo.
''Meglio artefatto e volgare o meglio coglione'' cantavamo tutti a squarciagola nella hall della nostra adolesceza, quando la vita delicata ti bacia come labbra di donna, respiro, lieve, respiro, battito, irregolare, respiro.
La circonvallazione dell'ideale, quasi fosse un atomo, quasi fosse la verità che ancora oggi con i suoi urli fa calare un silenzio romboante dentro.
Verità ''la libertà è una forma di disciplina'' quanto sei, come sei, ancora come una frana mi sotterri, ancora come ieri mi illudo di esistere.
Spargo queste parole come gocce d'acqua nelle mie terre bagnate per arrivare ad inondare i miei deserti, il mio amore la mia siccità
toglimi la sete amore
toglimi la sete amore
3 agosto 2011
Il Risveglio
Torno dopo circa un anno e mezzo, ritorno più borghese, come una lama che recide se stessa , ritorno più consapevole di quanto io sia mai stato.
Gli eterni ritorni, i fiori che sbocciano in pieno inverno quando fuori nevica, quando fuori è comunque più morto che dentro, i fasti dell'oro d'oriente, il comunismo consumistico, le forme squadrate e ruvide dell'occidente che calpestiamo questo è il mio dono questa è la mia dote ''ero nel sogno della vipera'' e per salvarmi mi sono fatto mordere forte e ho aspettato che il veleno si mischiasse al sangue e che il cuore lo pulsi in ognidove.
Ritorno con al tavolo delle trattative un dio che come un fornitore mi garantisce il bene e il male necessario che propriamente non esistono, ritorno con i miei sogni al mylicon e con il fumo delle mille sigarette autoprodotte nate e morte per inquinarmi
Il mio risveglio nato dal candido pianto di un bambino per i mal di pancia, dai fiumi di pannolini per non sporcare lo scorrere potente della vita, il mio risveglio alle due e venti di notte per darti un bacio e vedere se dormi e vedere se sogni.
Un anno e mezzo per cambiare un anno e mezzo per restare vivo, per gonfiare di ossigeno i sogni che si sono spezzati per la rigidità della loro colonna vertebrale tenuta ancora insieme dalla saliva dei nostri baci.
Un anno e mezzo per cambiare casa, lavoro, per lasciare pezzi d'anima sui muri delle nostre lacrime, dentro i nostri litigi, un anno e mezzo per tagliare il cordone ombellicale con quel che ero un anno e mezzo per avere un figlio.
I tuoi occhi i suoi occhi io a volte non riesco a vedere nient'altro. Sono cieco d'amore nei miei sguardi profondi.
Ti amo Ele
Ti amo Leo
Gli eterni ritorni, i fiori che sbocciano in pieno inverno quando fuori nevica, quando fuori è comunque più morto che dentro, i fasti dell'oro d'oriente, il comunismo consumistico, le forme squadrate e ruvide dell'occidente che calpestiamo questo è il mio dono questa è la mia dote ''ero nel sogno della vipera'' e per salvarmi mi sono fatto mordere forte e ho aspettato che il veleno si mischiasse al sangue e che il cuore lo pulsi in ognidove.
Ritorno con al tavolo delle trattative un dio che come un fornitore mi garantisce il bene e il male necessario che propriamente non esistono, ritorno con i miei sogni al mylicon e con il fumo delle mille sigarette autoprodotte nate e morte per inquinarmi
Il mio risveglio nato dal candido pianto di un bambino per i mal di pancia, dai fiumi di pannolini per non sporcare lo scorrere potente della vita, il mio risveglio alle due e venti di notte per darti un bacio e vedere se dormi e vedere se sogni.
Un anno e mezzo per cambiare un anno e mezzo per restare vivo, per gonfiare di ossigeno i sogni che si sono spezzati per la rigidità della loro colonna vertebrale tenuta ancora insieme dalla saliva dei nostri baci.
Un anno e mezzo per cambiare casa, lavoro, per lasciare pezzi d'anima sui muri delle nostre lacrime, dentro i nostri litigi, un anno e mezzo per tagliare il cordone ombellicale con quel che ero un anno e mezzo per avere un figlio.
I tuoi occhi i suoi occhi io a volte non riesco a vedere nient'altro. Sono cieco d'amore nei miei sguardi profondi.
Ti amo Ele
Ti amo Leo
Iscriviti a:
Post (Atom)