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14 maggio 2008

AFTER

andiamo di corsa al concerto. corriamo nello sconcerto.
andiamo mentre un morto guida una polo.
poi la rabbia.
le urla per far piangere le canzoni.
''è come se mancasse tutto'' ti dico che mi manca l'aria ti ripeto che mi manca l'aria.
Soffocare senza alcun male.
poi la rabbia.
quando il tuo corpo non riesce a contenere quel qualcosa che ti esplode dentro che ti divora.
ti stava sgozzando mentre cadevi.
tensione e soffocamento.
mentre vedo i miei pupazzi di neve che si avvicinano ad un camino per scaldarsi ignorando che si scioglieranno.
ricompattare le battaglie e le crepe dello splendore.
ricompattare i muri della torre di babele.
quella che porta alla porta del cielo.
mi chiedo spazio mi rubi il posto.
Sigarette e ferita al pollice.
Farsi del male fare del male.
Se vedi il vetro tremare e senti un crampo allo stomaco è il momento di usare il martello e spaccare la nebbia.
per uccidere il cemento è meglio danzare sulla sabbia calda magari impazzendo.
è meglio danzare sulle sabbie mobili che rimanere immobili.
ti fa male? quanto male?
ti muovi?
si, finalmente poi ti muovi.
vitalità che piove lieve e inumidisce i vestiti.
poi l'attesa.
poi un rettile sul palco.
il sangue freddo lo fa muovere anche dopo la morte
lo fa muovere intensamente ma dura poco.
ti cerchi in televisione, canti che sei senza voce parli con i sottotitoli.
novità vecchie.
lo sapevamo tutti.
Ma io lo so, che quando dominavi la folla da lassù la schernivi ti schernivi, ti ho visto sorridere e poi ridere ancora, un morto con la pelle splendida o una massa che ti osanna per cose che sono lontane da ciò che eri.
e magari stai ancora pensando se sei più morto tu o la folla.
ma io lo so che è la tua vendetta privata.
essere osceno.
e forse siamo più vecchi entrambi.
ti ricordi manu? quando anche noi cantavamo ai concerti, quando non era peccato agitare le braccia e scoprire sul polso un orologio di calvin klein mentre cantavi ''sui giovani d'oggi ci scatarro su''.
Quando avvertivamo così tanto le tue parole mentre ce le sputavi in faccia, quando eravamo felici di celebrarti sentendoci investiti da una forma di biodiversità che ancora oggi ci accompagna.
Quando con urli lacrime pelle d'oca sensazioni ed emozioni sublimavamo i tuoi concerti.
Quando c'era meno gente. Quando c'era solo quel tipo di gente.
Quando capivamo tutti meno e sentivamo tutti di più.
e ti ho visto manu, ti ho visto esplodere su ''la verità che ricordavo'' ti ho visto pieno di energia, per un attimo, ci hai illuso tutti ancora, poi pian piano ti sei spento, mentre le tue mani sulla chitarra andavano sempre più sicure e veloci e la tua anima di colpo si fermava.
Ma provo a capirti manu, perchè saresti troppo finto a ribellarti perchè non senti più niente in modo forte, perchè la tua verità e non cercarla più la verità, perchè sei morto nei tuoi vuoti.
perchè le ferite non si risarciscono mai e il sangue scorre via, fino a scomparire, fino a toglierti la vita.
o forse mi sbaglio? o forse non mi sbaglio?
eh si manu, siamo proprio invecchiati,
ma mentre tu sei finito, io sono ancora giovane.
io ho ancora tempo.


addio con affetto simone

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