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29 agosto 2012

Giappone, Parigi, Bratislava

Questa è la vita, scaltra, furba, sorda minaccia, la vita e lo spettro che si porta dentro, la vita e il suo vivere in cui fiorisce la morte, una dea sotteranea dal rossetto nero, dallo smalto sangue.
Ma io rido volgare, rido più forte di quanto urli la mia anima incappuciata, la schernisco, la mortifico, mi diverto come un pazzo a bruciare qualsiasi sua prospettiva di sogno.
Perchè non basta urlare alla Canali ''benvenuti tra gli effimeri benvenuti al mondo'' per sfondare il parabrezza, perchè esso e ben saldo dentro di me, lo vedo fuori e lo sento dentro.
Abbatti il muro di Berlino e sarai libero, il mio stato mentale di schiavitù è più irritante del mio padrone e allora sfondami, penetrami, forzami grande cazzo della vita che saprò accoglierti come una fica, stretta e colante, che saprò prenderti e godere mentre mi uccidi.
Questa è la mia idea  che vola sui miei fiori come una farfalla cattiva, come metadone se manca eroina, perchè i tossici non gurariscono, perchè le emozioni sono una specie prottetta a cui viene data la caccia, uccidi, respira, senti, respira, piangi, terremoto nel cuore, esala, terremoto nelle gambe, respira.
E sono stanco di contarmi le vene, stanco di volermi diverso, stanco di volermi uguale, stanco di voltarmi per controllare se la mia ombra è meglio di me. Strappato, ricucito alla cazzo, denervato, lucido, lucidato specchio nel fumo, ingordo di vitalità e per questo morto, tiranno che sei, portami via.

Ci saranno giorni in cui il sole si farà nido
in cui le nuvole saranno le mie bianche cicatrici
in cui la notte sarà solo cornice della luna
giorni in cui la fame incontrerà l'alba
e le sue morbide labbra
notti in cui un urlo diverrà nota e poi gemito
e poi di nuovo intimamente nota.


Ciò che sento non esiste
Ciò che esiste non lo sento
Ciò che brucio è verità
Ciò è che è verità mi brucerà
Ciò che sono non è mio
Ciò che è mio sarà mai più mio?

'"...i viaggi solitari, i percorsi arroganti
sono finiti male
senza proclami, senza giubilei
nelle piccole storie delle teste pensanti
nelle vite spezzate ricucite alla cazzo
e non si torna a casa
si rimane così
magari un pò perplessi
su treni fuori orario
scendendo scale mobili
aspettando un passaggio 
che non so se verrà
ma non credo che venga..."

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