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3 ottobre 2007

''Questa la fine''

Ma dove sei, ma dove sei e più forte lo urlo ma dove sei, ma dove sei, ma dove sono e che cosa significa vivere sopravvivere o non vivere, quando la chiave per la porta più misteriosa trova senso nel non senso compiuto.
E sicuramente sei la ragazza più tossica che ho conosciuto per inalazione, ingestione e contatto, sei entrata in ogni respiro, da ogni papilla e da ogni poro, dall’esterno all’interno dalle appendici al centro.
Ma ‘’questa è la fine cara vecchia amica la fine metà poeti maledetti metà belle statuine’’.
Fossero state prigioni indorate, lussurie di diamanti, cento e ancor cento orgasmi nucleari tutto sarebbe stato incorporato in te, tutto strisciante intorno ai tuoi piedi così piccoli, tutto sarebbe stato sottomesso alle tue mani ancor più piccole e troppo tenere per essere sporcate da qualsiasi cosa a parte te stessa.
‘’La vergine uccide il serpente mentre dorme’’ ricordi?
‘’La vergine uccide il serpente mentre sente’’ ricorda!
E passare la mattina ed il pomeriggio a controllare se il cellulare è vivo.
Ed è assurdo che ti abbia detto di non sentirci quando è la prima cosa che vorrei.
Ma ripensandoci tutto va secondo copione tranne il tempo che passa più lentamente.
La vanità, l’amore puro per noi stessi sconfiggerà chi saremo e chi siamo stati, ‘’vi mando nel mondo come pecore fra i lupi’’ , vi sbraneranno, vi sacrificheranno brucerete nello stesso rogo in cui avreste dovuto ardere fino al sangue.
E di sangue vi bagnerete sporcandovi le anime, infetterete le ferite per l’amore che disillude i sogni, essere ostili all’amore freddo, sopportare l’alcol e tutto il suo peso ed era tutto blu mentre c’eri tu in piena come la violenza di un fiume che straripa, tutto bagnato di colori con una scala che va dall’blu all’indaco sospesa nel cielo e nella terra del paradiso che ho conosciuto.
Ma adesso attendiamo di svuotarci mangiando ciò che di buono ci danno, che dannarsi, uccidersi e rigenerare virus degeneranti è il peccato che ci ha reso colpevoli e aspettiamo ognuno nella propria cella la pena che meritiamo e che ci siamo guadagnati, quella capitale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per le tue parole circa la mia scrittura. Ho scritto un romanzo. Le parole che hai letto sono parte del secondo, ancora in lavorazione.Sono felice che prometta bene! ;-)
Le tue parole sono toccanti. Questo post, in particolare, mi ha emozionata molto.
A presto.

Anonimo ha detto...

Il post è molto violento e accecato dall'ira. E un po' ricorda alcune pagine del "Diario di James Utopia", il romanzo che pubblco a puntate sul mio blog.
Anche la tua presentazione mi ha colpito.
Siamo i superstiti della setta dei poeti estinti. Ora chiamati poeti del Neodecadentismo.
Benvenuto fra noi e grazie per il tuo commento.

Palestrione (blog "Il Neodecadentismo")