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7 luglio 2008

''Sono un musicista contabile''

''Ero molto meno stanco di voi''
Cosa vi fa sentire vivi immensamente vivi? Cosa vi uccide? Cosa vi riempie di morte?
Risposte sconosciute risposte scontante contate sulla punta delle dita di una mano, nelle cinque vie del centro di una città.
Le lezioni per disimparare e i comportamenti da tenere gli interrogativi cruciali e i dubbi esitenziali.
Esistere ''rigoglioso di lotte moltitudini splendeva pretendeva molto'' il mondo e il mappamondo sai si illumina con una lampadina nata al suo interno.
''Contiene membro d'uomo che s'alza e spinge insoddisfatto poi distugge''. E intorno a me ho cambiato stelle ho cambiato strisce seguendo tutto ciò che infetta la vita con la vitalità.
Cambiare osare distruggere lacrimare. Le lacrime sulle guance di una donna bionda la rabbia negli occhi di una dea in apnea.
Ascolta quanto rumore fa il silenzio, e mi chiedo se il silenzio esiste.
La gioa nello scoprire che per ora non esiste
La stessa passione che anima le mani quando sfiorano quando graffiano la pelle che avverti un pò tua la stessa passione che disconnette i circuiti dei processori che amplifica i sapori e gli odori.
''E un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete''.
Per le strade sterrate per correre con le caviglie slogate, dove le parole, quante parole vuoi?
Le paranoie piene di sensi affollate dai sassi.
Per farmi sconfiggere mi sono fatto assumere dagli anticoncezionali concettuali, mentre batto sulla tastiera ''col tuo ordine discreto dentro il cuore''.
Finire ai bordi del cielo per vedere se l'universo è sferico per vedere se le stelle sono davvero sette come i peccati capitali.
Come le capitali del mio sterno.
''E ora siedo sul letto del bosco che oramai ha il tuo nome ora il tempo è signore distratto è un bambino che dorme ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano cosa importa se sono caduto se sono lontano''.
E mi chiedi l'inchiostro per la tua penna, ti stupisci nell'arena quando ti ho portato a nuotare in un posto diverso dal mare e lo sai quanto mi dai.
Io che sono nato in una città circondata dalle mura sono fatto per essere devastato.
''Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra''

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