ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...

SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..


15 dicembre 2009

Riflessioni fumose

senza il minimo segno il riprovero o meglio l'abuso che cosa sono?
il passo goffo dello sciancato sul sentiero della vita
il cane fedele che guida il ceco nel suo percorso visivo
ho paura che la paura non morda più come un tempo
ora che acqua fuoco neve e pioggia vivono in anestesia totale
declino la scelta muto la fede in speranza
''oddio mio'' diceva gaber ''è il momento di vendere la propria madre'' ma la cruda verità è che siamo tutti orfani
isolati nelle nostre amarezze nei nostri sconforti
e la storia sta sbriciolando il comunismo
e ha ormai cancellato le tracce degli anarchici di barcellona
''oddio mio'' diceva gaber

28 ottobre 2009

19.50

lento è il rumore del tempo
che macina il mio spazio fino a farne cenere
lento e silenzioso scorre
come se non esistesse
desolato respiro
desolante incedere
padre e figlio mio
io non ho il coraggio di uccidere
questo resistere
questa trince scavata nel reale
solco di speranza e nido di morte

12 ottobre 2009

PENSIERO A -1

in questo paese anoressicamente libero volano aquile di pubblicità
sarebbe bello uccidersi per sempre e non morire mai
sarebbe meravigliosa luce nel freddo dei nostri occhi neri

6 ottobre 2009

Irene

si ricomincia così come quando sei in un posto pubblico in mezzo a centinaia di persone e ad un tratto senti un incredibile bisogno di pisciare.
perchè bevi molto e a son di bere diventi sempre più chiaro come l'urina ma mai invisibile.
scrivere è così assomiglia a sorridere a morire assomiglia a non scrivere a vivere a condividere.
pensieri e parole io e te i sogni gli incubi e i periodi della tua depressione caspica così feroci da spazzare via tutto quello che c'è intorno
nei tuoi non ce la facciamo loro sono più forti
e tutto le volte ti dico di sparare sempre più forte della volta precedente
sparare a sangue col tuo sangue deficitario di ferro sparare fino a quando non lo esaurisci e resti sola col tuo cuore asciutto di bambina malata
ma lei aveva occhi meravigliosi così luminosi che per un attimo non ho più pensato a tutti gli occhi che incontro tutti col solito filo d'ombra dentro col solito sottile velo del compromesso ad oscurare la vita pura della pupilla
i suoi si sposavano con i tuoi
un incrocio di sguardi così acceso candido e dolce che mi ha profondamente sorpreso
ho provato un amore tenero
è buffa la vita, dall'inizio a lei corrono 5 anni da lei alla mia generazione almeno 20 secoli
ma quell'immagine mi ha sparso addosso polvere di felicità
ho desiderato una bambina con quegli occhi
ho desiderato una bambina con te
un giorno spero di averla.

16 luglio 2009

Verrà la morte con i loro occhi

verrà la morte e avrà i miei occhi i tuoi i loro, verrà la morte quando sarà notte e il silenzio coprirà col suo velo lieve il buio e sarà più assordante delle urla che alcune anime getteranno in pasto al rimorso.
quando gli occhi cambieranno con un battito di ciglia passando dall'ironia malinconica al dolore orribile quando tutti si renderanno conto dell'esistenza del quarto reich sarà tardi, l'ultimo giorno l'alba appassirà il meccanismo cosmico del potere inizierà ad assuefarci col gas letale.
Scappa fratello che il tuo hitler personale è risorto e ti insegue veloce, forte della salute che ti ha sotratto dei sogni che hai infranto delle infinite guerre non combattute.
Ci saranno le madri e le troie ci saranno gli schermi infiniti e proiezioni monocolore, deportazioni di cuori il loro mondo la loro vittoria schiacciante e i nostri bunker di lacrime dorate a delimitare il confine del nostro regno inferno blu elettrico di cristallo.

5 luglio 2009

''cupe vampe''

celebrazione, paradisi a due teste
realtà univoca ed inappellabile
negazione, dall'inferno sfocia il calore
che mitiga il freddo inverno
e siamo esseri scalzi su strade di vento
siamo anime sotto i raid del cervello
strutture a imbuto intasate di fango d'amore di morte
siamo sottobosco dove
la menzogna cresce come fungo
e si srotola sulla superfice dello stomaco
accarezzandola in modo lieve
coccolandola aumentandone il tepore
se non ha mai amato dimmi che amerà
se ami il contatto e non tremi
dimmi che cos'è un brivido
dimmi che cosa vedono gli occhi dei poeti
che conservi nella mano sinistra
il tuo pugno chiuso che illude l'ideale
ciò che sei, è un pensiero
ciò che è, è la parola
la nostra sovranità non ha scampo
noi siamo l'uva marcescente
noi siamo la vite rigogliosa
noi siamo il veleno potente
e l'antidoto efficace
per produrre il vino che ci siamo promessi di bere
la nostra sovranità non ha scampo
nella catena il modello francese dell'ottocento
abbraccia anni dopo lo stato reazionario
l'ho letto sui fogli l'ho scolpito su muri di carta
per non crederci
sono affogato
in un mare di saliva amica
sotto un cielo vergine di luna
nascosta come bolla di sangue giallo essiccato

5 giugno 2009

Colla

aborti del panico
orfani d'equilibrio

rigogliosi d'acqua
e pesci della propria rete

fecondati dall'insieme
fecondati dall'insieme

seduti ognuno al proprio posto
ognuno dentro l'altro
al sorgere dell'orgasmo

tu mi incolli dentro di te
io spargo colla sulla tua anima

22 maggio 2009

La morale dei briganti

Bastoni contro spade, verra la notte e avra un'altra luna e un altro giorno che l'attende, per ucciderla
''viene bufera balorda primavera''
soffusa e cremosa latititante come lo spirito quando evade dal corpo e dalle consuetudini sociali.
qui dove la luce si fa carnefice qui dove si strappa pelle dal cielo è nato il calice della rivolta.
bastoni contro spade dicevo.
per brindare al sangue cadente.
per brindare al vivere
alla morte anello dopo anello della catena che ci lega che ci spezza i polsi
esiste una guerra sproporzionata la resistenza punge e si rintana e loro per ogni assenza dal lavoro sacrificano dieci anime.
dieci anime uccise, impiccate.
il limite e la proporzione.
il loro il nostro.
e la rabbia si rinnova.
e il cervello e pane per i nostri denti.
noi stanchi all'alba vigorosi al tramonto con gli occhi in bilico tra inferno e paradiso noi abbiamo ancora speranza nel nostro integralismo a colori
la dittatura tacita i burroni e le insenature dentro
''certo le circostanze non sono favorevoli e quando mai bisognerebbe bisognerebbe niente bisogna quello che è bisogna il presente'' da stravolgere.
sto contando tutti i miei nei per ammassarli e per crearne una bomba.

19 maggio 2009

''L'emozione infranse i perchè''

quella sete tremenda, quella sete da troppo sudore, parlare di orizzonti qui è impossibile.
l'orizzonte è talmente vicino ai nostri occhi da risultare invisibile.
nel mondo che purtroppo vedo lontano e che sogno la libertà domina incontrastata, ognuno è il sovrano della suo vivere ognuno è libero dagli obblighi, dalle costrizioni, da quell'aria satura limite e valico del soppartabile.
E vorrei non mi fermasse la paura.
La paura, il peccato originale, la macchia indelebile dell'umanità.
Noi siamo parte integrante del mondo che ci urta.
Rompi il mio velo è sarò un martire. Rompi il mio velo e morirò prima di uccidere.
E' straziante e sorprendente il nostro potere, quello di far soffocare un cuore, un cuore che pulsa sangue finto sangue nero.
E la nostra impotenza nel farlo.
Siamo castrati per comodità.
Siamo membri del sistema castrante per paura di prenderlo in culo.
Il commercio il vendi e compra, il consumo che si fa consumismo, nel mercato delle anime tutto ciò ci rende deformi.
E la mia triste consapevolezza diventa una nuvola bianca in un cielo sereno quando ti esco dagli occhi e tu entri nei miei.
Io ho solo te.
Tu sei la mia unica dimensione libera
Tu sei la strada dove cammina corre e inciampa la mia verità.
Ringrazio dio per questo.
Nel mio luogo immaginario, a tre centimetri dal mare con i piedi scalzi, la mia libertà sta nell'emozione che infrange i perchè.

12 maggio 2009

"Un G8 in Mozambico"

saremo grandi e vivremo altrove
saremo grandi e saremo
e non metteremo più la nostra onestà all'asta
e chi ha guadagnato pagherà
la nostra vendetta sarà trasversale
colpirà ferirà ucciderà
nel nome di un dio che non ha niente a che fare con dio
un dio che ci deve qualcosa
un dio a cui dobbiamo tutto
lo devono al nostro sangue
al suo colore alla sua densità
lo dobbiamo al nostro puro e bastardo sangue
che viaggia di giorno in giorno
da sogno a realtà a realtà a realtà
dentro quel centimetro così meravigliosamente limpido
io piango di gioia

10 maggio 2009

Dalla pop art alla germania ovest

Non è più il tempo di rivoluzioni
non è più il tempo di rivelazioni
rosso caldo è il bacio che si posa
sulla pietra della quiete e con lei si sposa
detona la meta detonata è la partenza
perfetta imperfetta curva lineare l'essenza
la primavera della ragione è schiava dell'indifferenza

che si intona col mistero che è stato
che si intona con l'ignoto che è
eutanasia dentro la follia
democrozia dentro l'anarchia
sentimenti e merce
mare e ricavi
scorre e poi frena la vita che sognavi
raggio di sole soddisfatto dalla nostra cecità
nuvola buona che promette pioggia sulla nostra siccità
porno come me gonfio di materia che preme
puro come me gonfio di speranza che geme
geme poi preme
lo sperma sulla terra feconda d'assenza
di alberi ed erba

27 aprile 2009

''Io sono la dissolvenza in nero''

voci sparse l'eco del nulla
le montagne russe oltraggiano
la sacralità del cielo
prima di precipitare giù
la voragine è aperta
è gigantesca

nessun rimpianto
nessun dolore
nessun rumore

la mente si distende
sembra una falange tremante

io ho occhi troppo grandi
io ho occhi troppo neri
per non vedere dove vi nascondete

nelle vostre tane calde
nelle coscie delle vostre donne
nelle braccia dei vostri uomini

io sono il neonato che uccide la madre
io sono la verità che vi ha storpiato la parola
io sono la morte che vi abbraccia

io sono l'eroe
che regna
nella terra dei disertori

6 marzo 2009

Soffio

qualche spicciolo in tasca
mille euro di carta
di sogni arrotolati
di visioni di moltitudini

si frammentano le parti
si unificano le strade
la destinazione del viaggio
è sempre un immaginata partenza

ti straccio la testa
calpesto benzina e miseria
come un orologio a dondolo
la mia ghigliottina personale
scandisce il passare del tempo
i rintocchi del cuore gonfio e poi scarno
l'osservare sterile, attento
e la densità del pianto

per abbeverare la mia terra
per uccidere il giuda che mi aspetta
il rigore reale la mediocrità la mia miseria
ho soffiato catastrofi profonde
specchi di luce e specchi di ombre
nella mia porno arteria

5 marzo 2009

Amore

l'amore non è una guerra comune
l'amore è una guerra di trincea
una battaglia antica
combattuta con le armi bianche
dove la consuetidine del duello
diventa sacra
dove l'onestà e la lealtà
vanno a braccetto con la meschinità del cuore

l'amore è una delicata genuflessione
sugli aghi
ma è anche un prato verde
dove la rugiada si mischia con la saliva

l'amore è il grembo di una vergine
è un utero aperto esploso di calore
è una poesia cattiva
è un oceano consumato dalle onde
che si riproducono sempre per morire a riva

è un eclissi reale
è il bacio tra la luna e il sole
l'amore è l'eternità di un attimo
è un battito di ciglia

che confonde e accende la vista

ciò che lo uccide è la madre
dalla pelle di latte e dagli occhi grigi
dai capelli corvini e dalle dita di seta
che lo culla fino a farlo addormentare per sempre

ciò che lo ravviva è il doloroso calore
è il sangue degli amanti
piagiato nel tino del cuore

4 marzo 2009

"Ma Mere''

isola lieta nascosta, sconosciuti voi, io fuoco di dio fuoco della sua lontananza.
lui parla di maschere io non sono mai nato io ti voglio solo per me soltanto per me.
lui non morirà del nostro amore incestuoso, ma della tua assenza, del tuo essere cagna, tu del coraggio che hai e di quello che non hai avuto.
l'amore vince su tutto, l'amare a volte sembra impossibile la crudele esistenza del bisturi che mischia tutto che mischia lo sperma col sangue.
''per lei il cazzo è acqua fresca''.
l'occhio è altrove l'anima entra nel deserto dove perdo la ragione, il mio dio è una nebulosa di sabbia il mio dio è un oasi il mio dio sono mille occhi puntati sulla schiena mentre fotto.
la tristezza viaggia sul bordo di una piscina come la gioia come dio come le natiche di Ancy, io lo scrivevo sul cuore e non capivo niente di quello che è perdizione, il ferro che non si vede, la libertà e la prigione della perversione, quel ferro sempre presente nelle vene.
madre mia portami con te.
portami ad accecare i bambini a violentare bocche, ad aprire culi con le spranghe, tu che avevi la pelle bianca di cristallo incinta dal tocco lieve della morte mentre mi masturbavo.
io t'insegno l'amore al pianoforte, ''quella dolcezza non smielata quella dolcezza che taglia che taglia e che scotenna'', tu che dei tui gesti hai fatto memoria degli artisti, tu la più troia e la più desiderata insegnami come si cavalca nudi nella foresta per rincorrere la purezza.
Circostanze, coincidenze. Storie vere mai troppo sbagliate contro le tua vita costretta di anima sedentaria.
La violenza che hai subito la violenza che hai dato il tuo corpo dentro la tua gola per sopprimere l'urlo col gemito.
"IO SONO IL SEMPRE IL MAI SONO LA X DELLA FORMULA DELL'AMORE E DELLA NOIA''

2 marzo 2009

''Niente conta''

qualcosa di sbagliato, di tremendamente perverso il banchetto del vizio si accende come una lampadina che contiene il sole.
conto i gradini arrivo appena sotto la metà cosa importa se sia una caverna una mansarda una finestra in mezzo ad un cielo di pioggia, la tua bocca calda, le interferenze sembrano scaldare l'ambiente e l'aria dei circa dieci metri d'altezza, nessun rumore mi distoglie tranne i nostri e nella luce della tua serratura rotta inizio ad aprirti storie porno nella mente.
anche scopare fino al limite è un piede mosso oltre il confine è un piromane che prova ad incendiare il polo nord.
le leggi della carne sono di sicuro l'esempio di anarchia più grande.
la rivoluzione senza catene i miei fili liquidi tu che godi di sete.
dietro e sopra di te comunque dentro.
rompere la nebbia a mazzate crollare sfiniti ed il risveglio in mezzo al tuo seno caldo sono state le cose più belle del mio compleanno.

20 febbraio 2009

''Il paese è reale''

ed urlalo ''ma il paese sa affondare''
''e tu vuoi far qualcosa che serva''
il tuo paese come il mio
edificato ed incatenato
per incamminarsi verso l'unica via
quella che porta a casa
la casa calda e dorata

così calda e così dorata mentre saltano in aria i cavi dello schermo a colori
ed i riflessi e le sfumature muoiono nel bianco e nero

la via sarà sempre una sola?
quella asfaltata?

quasi lacrime ad accendere gli occhi che poi affogano e si spengono

la verità sembra sempre morire di verità
questa sembra la stampa più leggibile e grande

13 febbraio 2009

''Non ti muovere''

capovolgere e giocare
non distinguere e divorare
i tuoi tredici cassetti
la materia dei tuoi tredici cassetti

gli aereoplani e le barche di carta
prendono fuoco
come ti muovi

nello stampare contorni
su fogli colorati

razionalmente.
non, razionalmente.

due punti fermi condannati
al movimento

7 febbraio 2009

''Mastica e sputa''

incidenti, scontri surreali, incidenti scontri accidentali o forse più o meno cercati, le sue parole non erano vere, le sue parole non erano neanche finte erano parole compatte parole a mezz'aria tra i piedi e il cuore.
nessuno vi cercava, nessuno cercava quello che poi inesorabilmente trovava, e loro erano giovani erano angeli medioevali immortalati in un quadro con la cornice d'oro.
mio padre taceva, la cosa che sapeva fare meglio, figlio e poi silenzio come ferrevie come infiniti chilometri tra sabbia e mare.
eppure qualcosa si muoveva da sotto da così sotto che quasi non si vedeva niente neanche a precipitare giù.
''e vuoi essere un desiderio innoucuo e magnifico dentro un corpo vuoto appoggiandomi perdo l'equilibrio se mi guardo non mi invidio'' così cantavi d'inverno così sospiravi d'inverno e dalle tua labbra uscivano cigni adatti al mio stagno.
la calcotrice stampa numeri su carta riciclata sulla mia pelle pile di nastri pile di cartucce di e di inchiostro per inventare un'altra storia per darmi un senso e tra le virgole tu incimpavi come inciampa un gatto nelle sue unghie.
la vita che brucia nel fuoco sembra ancora più viva se non fosse per la cenere che incontra e che ne sottrae forza, le mie particelle continuavi a ripetere le mie particelle le ho lasciate tutte nella vasca.

5 febbraio 2009

''Occhi di bosco''

il mio male non esiste, il mio male è l'ultimo pane che resta ai denti della mia anima, il mio male è vero il mio male è finto il mio male non è reale, costruisci e ti sommergi, impara a nuotare e affogherai.
le trecce viola della fertilità, io non esisto io sono un insicuro, io coltivo morte al computer, io soffro mentre la luna muore e il sole nasce al mattino.
decidere cosa decidere come, i fili sporchi dei tuoi burattini sono pezzi di vita al contrario.
mentre rapisco mezogne dalle vostre borse, mentre mi piego mentre congelo, la mia battaglia è insieme a me ed è contro di me.
non esiste niente senza materia mi dici.
non esiste un golfo non esistono poeti, non esistono camice rosse nè maglie nere, tu che usavi mine per svegliare la terra.
volubilità la mia amata città, perchè se fumi ti ricredi quando pensi ai tuoi secondi uccisi dal tempo che viaggia in prima classe.
vedo quadri di miseria in deserti pieni di piante vedo nuvole gonfie di pioggia in un'illusione cangiante.
tu e l'acqua del pozzo di chernobyl come unica tua fonte prescelta.
io condanno
io tremo
io non tremo
e tu piangi come una bambina impazzita.
come l'equilibrio di lacrime tra parti diversissime, chi nasce di solito piange chi crede di solito piange chi sta per morire di solito piange.
la pace sono i raid a gaza la morte è tutto quello che distruggono.
colpevole come i nodi ai capelli, io che ho ucciso riflessi di luce con l'ombra io che ho salvato specchi e oggetti rari io scivolo sui tuoi tormenti che sono i miei cavalli.
non esiste materia

2 febbraio 2009

Un quarto d'ora

il mal di denti non ti fa dormire

il mal di vivere non ti fa morire

nel giorno di sole liquefatto dalla pioggia quando ho capito di essere un gioco rotto nelle mani di un bambino viziato le acque come le tue gambe si sono aperte.

penso che tutte le particelle e le dimensioni siano meravigliosamente disperate in fondo

penso che molte di esse non si sappiano d' esserlo

è questo sarà il seme che poi il tempo trasformerà in frutto

nella legge poi divenuta regno dell'insoddisfazione cronica

la stessa che si fa ungere e poi cremare in un'ultima cena perpetua

fingere serenità è come un giorno d'agosto vissuto in città

qui si balla qui si sorride

qui il disprezzo diventa un osso sotterrato da un cane



proprio come il pazzo paralizzato che dice di avere radici e non gambe



gli occhi più sporchi per osservare la gente

per vedere come si apre e come si ricompatta

come diventa deforme e poi come dipinge la maschera



il letto trema si agita si muove

poco prima di mezzanotte vengo

dopo aver spinto forte in modo malsano dentro di te

20 gennaio 2009

''Strani giorni''

i giorni lenti i giorni spenti i giorni in cui tutto quello che nascondi sono finestre ridotte ad icona di mondi virtuali sotto fogli ordinari, ordinati in sprazzi di tempo inutile.
e tu che tremi e tu che te ne vai e tu che non te vai e tu che stai ferma mentre ti mangi da sola.
se cento delle tue lacrime uccidessero ciò che uccide me ti prego di non smetter

''lei aveva la fica stretta lo prendeva quasi come un coltello che la uccideva''
più violento ero più godeva
più spaventato ero più lividi aveva
per poi farci male poi il niente
il dolore e i puntini di sospensione

gli occhi colmi di stupore le tue assenze in pubblico
l'intimità con il parcheggio dalle striscie gialle
e quello dalle striscie blu


13 gennaio 2009

I pensieri del Po

Nelle catene di montaggio
nell'assemblaggio delle anime
come lamiere
come plastica
come in qualsiasi fabbrica
la metalmeccanica degli elementi
finisce sempre fredda

per le morti bianche
per i macchinari opachi
intorno alle stanze sante
maledizioni del virtuale
danzano e attendono la pioggia

nell'esistenza del dazio
per costruire fuori dal confine
ciò che dentro il confine
non può essere prodotto
ma solo commercializzato

come nuvole divorate dal cielo grigio
i processori come profeti
strappano la strada stretta
dei percorsi troppo simili
all'inverosimile
come fumare sigarette al cloro
troppo poco vivere per convenzione
nel dogma dell'assenza

è singola ma plurale
è di sorgente è verità
quel che di grande nasce puro
muore sempre di foce a delta

10 gennaio 2009

''Cervelli azzerati''

Il tempo che corre l'influenza che lo rallenta, le flebo forti per guarire, nei giorni tranquilli ed in quelli strappati e ricuciti alla cazzo, la voglia di vivere che accellera e che poi frena brusca, nei viaggi in un mondo sciupato, nei percorsi interiori dei raid a Gaza nei tormenti di un perchè sempre domanda.
Gli esami e le loro risposte incontrollate, paurose, indefinite e nei campi l'erba incurante dell'inverno cresce per morire.

ho scommesso di venire
ho scomesso di eccedere
ho scomesso che scommetterò
poco più di quanto posso
il non lo hanno mangiato i cani
le siringhe sterili e le teste pensanti

5 gennaio 2009

A Te

una delle cose che mi è più difficile è tradurre il calore del sole
molto più difficile del tenerlo tra le mani
per me che so cantare abbastanza bene come si specchia e si riflette il dolore
per me che della mia miseria ho fatto parole
con la febbre sembravi una bimba in fasce

ti voglio bene...

2 gennaio 2009

La cura

Nei giorni che seguirono la pace aveva ucciso un inafferrabile serenità, sbiadisce il colore delle luci che nelle feste si moltiplicano come cavallette che illuminano ancora la guerra tra le spade del pensiero e gli scudi esterni ed interni.
La buona protezione si sa ci protegge dalle malattie.
La buona protezione si sa è una vita in una camera a gas.
A ovest esistevano solo sconfinati campi e colline piene d’avorio e di alberi di seta, ma il popolo inerme quasi si pentì di aver avuto gambe ignave incapaci di compiere il passo.
La libertà in sintesi era la sola e pura consapevolezza ma il sapere statico è l’amante più passionale per la sconfitta dinamica.
Non c’era più traccia erano state cancellate le orme di una rivoluzione tanto inutile quanto immaginata, il sole nella stagione fredda rende il celeste quasi macchiato, e poi ancora sempre più nascoste e predominanti le stelle ruvide con le proprie corone di spine.
Nei cieli radicati a terra ognuno ha un regno ed ognuno è re, ognuno ha le sue croci e ognuno i suoi chiodi, ma sul golgota accade sempre qualcosa forse è il cielo che è più grigio o forse sono le nuvole che sono troppo bianche e colui che ci salva sembra sempre troppo disastrato per portarci pienamente al sicuro
La cura quella che avevano inventato gli antichi, la cura quella che aveva violentato il secolo scorso è stata dissacrata.
Nel silenzio le dieci cenerentole perdono le scarpe ma dopo un attimo d’esitazione riprendono a ballare.