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4 settembre 2007

I colori di post-Strasburgo

Correre e respirare a bocca aperta nelle vie di Strasburgo e tutti i pensieri che ci rimangono alle spalle man mano che la gente ci appare davanti come una massa viva di opportunità felici e strapparti i jeans di dosso nell’ordine perfetto delle camere dell’ibis e poi ancora le autostrade europee e le code interminabili, la pioggia che ci bagna le scarpe e il freddo che ci entra dai piedi.
Non abbiamo visto neanche la piccola Venezia di Colmar ma lo sai che anche come turista ‘’sono contro me stesso ma quale intelligenza’’ ed è ‘’assurdo cosa accade ‘’ pensare che l’amore ti mangia il cuore e il non amore ti mangia il resto ed è paradossale che continuiamo a vivere ancora ostinatamente nella ricerca di questo vile sentimento che uccide i cardio-empatici.
E non sarebbe neanche così male passare la vita a guardare le finestre che si trasformano in cartoline, aspettando che le luci della cattedrale ci illuminino senza andarle a cercare e che i battelli sull’Ill si trasformino in case di cura sentimentali permanenti.
Le stanze accoglienti di casa tua poi ci riabbracciano e questa volta l’addio sembra un po’ più vero e doloroso del solito, e tu invece che ti abbandoni alle mie cure carnali che ti fai disinfettare i seni per poi lavarteli non molto accuratamente quasi a non volermi cancellare, e poi squarci di serenità colori caldi e speranze che si rigonfiano, e sto scegliendo il nero come colore dell’illusione.
E vorrei tanto dirti che siamo solo rimasti senza munizioni e cercare di star tranquilla che tanto loro non ci spareranno, non ci avranno, non ci uccideranno ma ho paura, una terribile paura di mentire.

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