ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...

SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..


29 novembre 2007

Poi vieni o vieni fuori

abbi cura del tuo niente
perchè niente è come te
non ne trovi più l'uscita
non ne trovi più la meta

strafatta di cocaina e di morfina
assuefatta dalla verità
e scordati dei temporali e dei miei sogni
e scordati della pubblicità

ma abbi cura del tuo niente
perchè è niente quello che hai
e ci sono i tuoi tumori
negli umori che mi dai

rinchiusa nelle tue gabbie lisergiche
o racchiusa se ti va
e scordati l'estate e il vento
e scordati pure il fango

poi vieni o vieni fuori
che io non godo dei tuoi vestiti
e ancora vieni o vieni fuori
che io non godo dei tuoi mille volti
sui finestrini
delle nostre auto confuse nella nebbia
delle nostre auto rarefatte dalla nebbia

strafatta di cocaina e di morfina
assuefatta dalla verità
e scordati delle manie e di dimenticare
e ricordati di farmi male


poi vieni o vieni fuori
poi vieni o vieni fuori
poi vieni o vieni fuori
che io non godo dei tuoi vestiti

23 novembre 2007

Polvere nera

Cristallo sporco intaccato in modo indelebile
Che forse ti conviene sembrar creatura vera
Ora sei pongo in totale assenza di mobilità
Che forse ti conviene sembrar donna fatale

Se poi io ti strappo i colori che ti hanno illuminato
Che se eri viva nella morte ti voglio morta nella vita

Sarà polvere nera

Mi hai detto tu che vuoi il volgare cambiamento
Errore tuo credermi perso nelle tue labbra
La libertà dentro di noi che da bambina hai distrutto
Nelle tue paure che col sentire mi hai nascosto

Che con me tu soffocavi ma se ti chiudo le vie cosa fai
Tu hai deciso il prezzo ora io scelgo quando lo pagherai
Sarà polvere nera


Uccidimi prima che puoi altrimenti morirai
Uccidimi prima che abbia fiato da ucciderti io
Uccidimi prima che puoi altrimenti morirai
Uccidimi prima che puoi o hai paura di morire

21 novembre 2007

Yasminelle

I tuoi sentimenti gonfiati dagli ormoni
mi ricordano i miei mal di stomaco
e la tua seta bianca che non sarà più mia
circondata dai nostri implosi orgasmi

Scoperai un futuro migliore
Brucerai un futuro migliore

Sai che yasminelle ci paralizzerà
Sai che yasminelle non ci avrà

La tua confusione è come vetro vero
Sprofondo nel metile io vorrei solo amore
Nessuno capiva tutta quella rabbia
Nessuno capiva gli scogli di sabbia

Scoperai un futuro migliore
Brucerai un futuro migliore

Sai che yasminelle ci paralizzerà
Sai che yasminelle non ci avrà

Sei la mia cenerentola con le scarpe sbagliate
Sei la mia cenerentola con le scarpe sbagliate
Sei la mia cenerentola con le scarpe sbagliate

18 novembre 2007

''L'arte si paga con la vita''

Buio, dolore, ansia e paura. Le guerre senza soldati ne armi, le guerre dove sei solo contro i demoni.
Erano molti amore, erano forti molto più di me mi attaccavano alle spalle, mi aprivano il ventre ed iniziavano a togliermi gli organi. Alzare lo scudo, definire il reale.
Il centro punk rock ‘’la skaletta’’ di la Spezia, è bellissimo, cupo nella sua luce, pieno di persone che si ritrovano di persone che sembrano vestiti della stessa pelle, che riempiono la piazzetta davanti all’ingresso fumando, e vorrei aver avuto una vita la. Vorrei che in tutti questi anni quella fosse stata la mia casa.
Poi entro, la mia tessera acsi sembra anche più luminosa del solito, è la chiave per entrare, poi una birra ed inizio ad esplorare il posto. Appena accanto all’entrata sulla destra noto un enorme disegno con la scritta ’’I remeber you’’ e sotto un foglio scritto al pc firmato dalla rete contro la precarietà.
Lo leggo. Il lavoro anche in quella parte di liguria sembra un lusso. Continuo ad osservare il contrasto tra le pareti viola e il soffitto nero e mi sembra d’esser dentro al tuo blog.
Il concerto dopo un oretta e mezzo inizia. È burrascoso, la voce di Fiumani come al solito mi ricompone l’anima per poi distruggerla di nuovo.
Comunque è bello anche se fa male.
La sensazione più ricorrente di questi giorni è guardarmi vivere in un televisore. E sono uno spettatore inerme. Un distacco dalla vita inquietante un alienazione che non ho mai conosciuto così bene.
“Penso che chi mi ama valga poco. Che la verità ce l’abbia in mano chi mi odia chi mi esclude e che quest’ultima categoria di persone sia una massa unita e compatta che è la sola che vive veramente. Quelli che non hanno ammazzato il padre. Quelli che non lo hanno odiato così tanto come invece ho fatto io che a cinque anni l'ho ucciso. Vorrei stare con loro ambisco alla loro compagnia per purificarmi e perché mi insegnino le regole del vivere correttamente."
Ma sembra così difficile. Fuggire dalla propria dannazione quando senza la propria dannazione hai l'impressione di morire.
Paradosso esistenziale, incubo da pesce rosso. Chi è più morto fra di voi?
Poi con una violenza estrema appari nella mia fantasia e ti appropri della mia masturbazione.
Molte volte mi sono chiesto e forse non te l'ho mai confessato perchè a volte mi sono sentito inadatto alla tua fica. Forse perchè quella parte delle donne è un qualcosa di sacro è la porta della vita. Ho sempre preferito altre vie. Altre cavità. Tutto più sporco tutto più punk. Raschiare il fondo del barile per gustare tutto il senso per assaggiare tutti i sapori e per raschiare bisogna sporcarsi le mani. Comunque se ti interessa stai tranquilla amo la tua fica. Anche se te ne sei andata.
"Inculare la mia ragazza sul tavolo dell'ufficio del manager. Farla inculare dal manager. Non so quale delle due fantasie sia quella che mi arrapa di più''.
E poi la tua lotta alle paure. La necessità di sconfiggerle. La tua paura più grande era perdere me. Stai abbattendo anche quella. Lentamente che non faccia male, penetrarti da sola, rompere la verginità della tua più grande paura, ed io ti aiuto come al solito. Come quando facevamo gli allenamenti sessuali tardo-adolescenziali per vedere che effetto ti facevano le dita dentro e tu che sentivi calore e diventavi tutta rossa. Siamo cresciuti insieme. "Brindando coi demoni".
L'arte la paghi con la vita, come essere se stessi, come la verità che poi son tutte le stesse cose ed il risultato è la rabbia multidirezionale. Che provi, che provo.
Quando manca l'aria quando vuoi fuggire e sei in gabbia.
Quando manca l'aria quando vuoi fuggire e sei in gabbia.

16 novembre 2007

''Ma naturalmente io ho continuato a vedere lo stesso''

"Poi davvero si è fatto tutto lento e ovattato. lei mi ha puntato la pistola nel mezzo della fronte, e si è messa a piangere dal nervoso. Voleva solo spaventarmi, questo lo so, ma noi non decidiamo mai niente. Siamo sempre troppo presuntuosi e il treno ha rallentato troppo improvvisamente. Ho sentito un calore enorme, profondo, bellissimo in mezzo agli occhi e poi è diventato tutto nero. MA NATURALMENTE IO HO CONTINUATO A VEDERE LO STESSO. Ti ho vista immobile, incredula, imbrattata di sangue. Ti ho vista guardare i passeggeri schizzare fuori come mosche da un barattolo, appena si sono aperte le porte del vagone. Ti ho vista capire la tua verità, voltarti, cercare di correre scivolare su un pezzettino del mio cervello e perdere la pistola proprio mentre le porte si richiudevano e il treno ripartiva e il tuo ragazzo-complice, che ti aspettava alla fermata, si voltava correndo e piangendo terrorizzato. Ha pensato che non ti conosceva affatto. Qualcuno ha messo la pausa, poi, per dare il tempo alla polizia di arrivare alla stazione successiva. Allora con la faccia schiacciata contro il vetro della porta sembrava che ci fossi solo tu, su quel treno. E mentre guardavi lui che si allontanava hai pensato che c'eri solo tu. Poi ti sei voltata e ti sei accorta che c'ero anch'io. Un cadavere e una donna finita. Chi è più morto fra noi due? Per un attimo l'hai creduto davvero che io potessi essere il tuo angelo custode. Poi hai pensato che gli angeli custodi non possono morire e la tua razionalità l'ha avuta vinta sulla realtà. Sei proprio una sfigata, Topino, a credere che noi possiamo condizionare la nostra vita. A pensare che gli angeli custodi non possano morire. In realtà siamo veramente liberi solo quando ne abbiamo la possibilità. E non lo decidiamo noi. E anche tu sei cosi. Sei proprio una sfigata, ma io ero orgoglioso di te. Ero orgoglioso di essere il tuo angelo custode. Ho sempre pensato che eri la più bella. Ora che mi hai ucciso però spero proprio che lassù decidano di sostituirmi con qualcun altro. "

15 novembre 2007

''Forse non è proprio legale sai...''

Che tutto è iniziato in una sera d’estate di qualche anno fa, una sera di luglio di cinque anni fa. Quando qualcosa di strano mi spinse oltre le regole oltre la legalità. E ti sentivi cattiva e sporca.
E ti avevo sporcato io, per sempre. Poi ancora oggi i bicchieri si rompono, cadono dall’alto di uno sgabello e atterrano. Si dividono in due parti pressappoco uguali tra loro, circondati da mille frammenti di vetro. E le sigarette cadono dalle mani ancora troppo giovani per morire.
Se fossi gelido se fossi stato in carcere sarebbe stato tutto più facile.
Quando i pensieri ti violentano, ti stuprano, e gli occhi si distaccano dalla realtà, diventano ciechi o semplicemente vedono di più di quello che c’è.
Quando metto l’acido nella ragionevolezza. E tu preparavi le siringhe per farti iniettare gli esaurimenti nelle vene.
Sono stato in tutti i gironi del tuo inferno, ho fatto vomitare anche lucifero, nelle tue gabbie lisergiche, nelle tue strategie inconsapevoli. Che il tuo odore mi divora le dita e il tuo calore me le ravviva.
Tutto in distorsione col gain al massimo, senza batteria che a tempo non ci sappiamo andare.
Quando i tuoi graffi mi scavano dentro, superano le barriere e scavalcano il muro di Berlino.
Prima che la sicurezza ci scopra e ci spari.
Nonostante tutto mi sono contenuto con tutte le forze che avevo anche se a modo mio. Che lo scorrere di un fiume in piena qualche danno agli argini lo dovrà pur fare.
Recitare su un palcoscenico a luci spente, che il nostro pubblico è dietro le quinte, poi sedersi in prima fila davanti al niente, osservare i muri aspettare che cadano pezzi di intonaco che si scongela la rabbia che si congela il sole. E viceversa. Che se c’è un modo perderemo che se non c’è perderemo comunque. Poi vincere e perdere è la stessa cosa.
Nei tuoi genocidi interiori, nei miei vuoti d’anima spaventosi nelle mille mancanze colmate da altre mancanze.

11 novembre 2007

''Addio fottiti ma aspettami''

Se l’ ‘’odio migliore’’ è come l’amore allora lo sento ugualmente in modo instabile.
Deturpare i sentimenti nella loro essenza.
Togliere il veleno ai denti dei nostri. Così che se mordono non facciano male davvero.
E chissà che sapore avranno quelle Camel gialle comprate per errore. Che forse abbiamo sempre qualche link interiore ma è meglio non cliccarlo adesso.
È che sei un passato enorme e un futuro di speranza ma non puoi più essere il presente.
E teniamoci a distanza di sicurezza via etere che è meglio così.
I miei monologhi interiori sulle similitudini tra me e il numero zero. Il numero che se aggiunto o sottratto non cambia il risultato ma se moltiplicato o diviso annulla e rende impossibile il risultato. E lo zero non ha valore intrinseco. Quello però io ce l’ho.
E costruirsi le fondamenta sane. Iniziare a dipingere su tela con un pennello aspettando che arrivino i colori.
Deportarti ad Auschwitz. Coprirti con una ragnatela di pensieri inutili. Di pensieri sporchi.
Che se un giorno donassi un organo non donerò certo lo stomaco.
Che quando nello stereo sento la voce di Manuel che esplode su rapace divento più che cattivo.
E tra dieci anni partorirai i nostri figli, Misia e Marco. E se non sarò il padre forse sarò lo zio.
Quando i sogni si rompono. Quando il battito del cuore diventa interinale.
E forse non mi rendo conto ‘’quanto sarà lungo questo inverno’’.
Che se dio voleva lasciarmi sperso nel buio c’è riuscito in pieno.
E lo ringrazio a modo mio ovviamente.
E ti brilleranno le labbra quando mi ritroverai ma adesso che ognuno viva di vita propria.
Che in simbiosi ti mancava l’aria. Che l’aria ti mancherà lo stesso.

8 novembre 2007

Considerazioni sulla libertà

Quando i poeti maledetti ci vomiteranno addosso la verità
Quando quest’ultima non si romperà più davanti alle circostanze
Quando le stelle precipiteranno nei nostri occhi
E sveleranno cosa ci nascondono

Quando tutto sarà assoluto e luminoso
Quando l’ipocrisia verrà deportata nei campi di concentramento
Quando saremo tutti padroni di noi stessi
Saremo davvero liberi

Conosceremo l’inconscio
Conosceremo tutti i nostri percorsi
Non avremo più paura di impazzire

Quando la felicità ci verrà a cercare
Quando tutta l’amarezza che sento si dissolverà
Quando non ci saranno più certezze
E tutto apparirà come realmente è

E saremo liberi dall’invisibile
E saremo liberi dalla paura
E saremo davvero liberi

5 novembre 2007

Territori della follia

Avere i lupi dentro
I demoni che sussurrano all’anima il malessere dell’esistenza
Il sangue non è rosso e i suoi colori mutano
Tutto ciò che scorre in tutto ciò che vive

L’interiorità cresce con impeto violento e si fonde con le cose
L’immaginazione dentro la suggestione dilata i sapori

E l’essere vero culmina con la distruzione
Ciò che vedo non esiste ciò che non esiste è verità
Che si impadronisce dei vicoli e dei meandri oscuri dell’inconscio
Che non è altro che follia e che si espande nei suoi territori