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15 novembre 2007

''Forse non è proprio legale sai...''

Che tutto è iniziato in una sera d’estate di qualche anno fa, una sera di luglio di cinque anni fa. Quando qualcosa di strano mi spinse oltre le regole oltre la legalità. E ti sentivi cattiva e sporca.
E ti avevo sporcato io, per sempre. Poi ancora oggi i bicchieri si rompono, cadono dall’alto di uno sgabello e atterrano. Si dividono in due parti pressappoco uguali tra loro, circondati da mille frammenti di vetro. E le sigarette cadono dalle mani ancora troppo giovani per morire.
Se fossi gelido se fossi stato in carcere sarebbe stato tutto più facile.
Quando i pensieri ti violentano, ti stuprano, e gli occhi si distaccano dalla realtà, diventano ciechi o semplicemente vedono di più di quello che c’è.
Quando metto l’acido nella ragionevolezza. E tu preparavi le siringhe per farti iniettare gli esaurimenti nelle vene.
Sono stato in tutti i gironi del tuo inferno, ho fatto vomitare anche lucifero, nelle tue gabbie lisergiche, nelle tue strategie inconsapevoli. Che il tuo odore mi divora le dita e il tuo calore me le ravviva.
Tutto in distorsione col gain al massimo, senza batteria che a tempo non ci sappiamo andare.
Quando i tuoi graffi mi scavano dentro, superano le barriere e scavalcano il muro di Berlino.
Prima che la sicurezza ci scopra e ci spari.
Nonostante tutto mi sono contenuto con tutte le forze che avevo anche se a modo mio. Che lo scorrere di un fiume in piena qualche danno agli argini lo dovrà pur fare.
Recitare su un palcoscenico a luci spente, che il nostro pubblico è dietro le quinte, poi sedersi in prima fila davanti al niente, osservare i muri aspettare che cadano pezzi di intonaco che si scongela la rabbia che si congela il sole. E viceversa. Che se c’è un modo perderemo che se non c’è perderemo comunque. Poi vincere e perdere è la stessa cosa.
Nei tuoi genocidi interiori, nei miei vuoti d’anima spaventosi nelle mille mancanze colmate da altre mancanze.

1 commento:

tizi ha detto...

i bicchieri si rompono e lasciano vetri sotto pelle... a riempire le mancanze con il fuoco e a far risorgere ancora le labbra e le dita...