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8 maggio 2012

''E' uno stato della mente''

Ci sono stati, ci sono nazioni, ci sono popoli ma un'unica grande sovranità mutilata.
Quest'europa è un po' come la mia interiorità, ricca per concetto,in realtà così povera, così misera e disomogenea  da inquietare se stessa.
Benestante e borghese per aver sfruttato, per aver colonizzato, ciò che capitava, ciò che poteva essere sfruttato fino all'ultimo sorso di linfa.
Povera e preoccupata dai nuovi mercati, da un oriente volutamente visto come nuova potenza capitalistica e da un occidente che non è più il motore del mondo.
 Io dentro di me ho finta capitale di nome Bruxelles.
''Produci, consuma, crepa''.
Crepa e poi vivi con quello che ti è rimasto nella tua condizione di morto.
Affascinante progetto, meccanico.
Una tirannica ragnatela economica, il debito che è una condizione celebrale è come tale permette alla mia germania, alle mie banche di tenere in mano tutto.
Berlino è morta nel momento in cui è crollato il muro riprenderla non avrebbe alcun senso.
La mia vitalità è un intreccio di ruvide tensioni. Rivoluzioni spente perchè spento è questo continente.
Me ne accorgo troppo spesso.
La cura dovrebbe essere ammalarsi ma può un ammalato ammalarsi?
E' un filo di saliva che cola costantemente su un emorragia.
E quale cazzo di pretesa può avere?
Ci sono istanti però, in cui la terra trema, in cui la storia sembra non raccontarmi la pura verità, in cui la geografia conosce nuove montagne nuovi fiumi e nuove pianure, sembra ci sia ancora margine sembra ci sia ancora spazio, poi vedendo i miei occhi come inganni mi scopro imbrattato di colpa, io so che ho aperto il vaso di pandora e so che la speranza la conservo sottovuoto in freezer modificando via via la data di scadenza.