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14 maggio 2012

Futuro, medioevo, età contemporanea

Lui guardava il porno con un'attenzione e una sacralità degne di una divinità, ogni immagine assorbita da quello schermo si accendeva nei suoi occhi, quasi un fosse un immenso e radioso sole che gli illuminava la pupilla allargando l'iride fino a propri confini fisici.
Era una sorta di simbiosi, radioattiva, deprecabile agli occhi di chi non sa, di chi non può comprendere, perchè la pornagrafia per lui non era un mercato volgare, non era un utile ma  una condizione interiore, la voglia finalmente di accettare la propria natura, in un modo nuovo, in un modo sconsacrato dai canoni di verità che fin li aveva conosciuto.
Non passò molto tempo da quando si mise a cercare, a sperimentare sul proprio corpo ogni qualsiasi tipo di piacere o di fantasia che si era precedentemente negato, per paura, per pudore, per illusione, tutto in fondo è veicolato dai condizionamenti, c'è un qualcosa di minimale e invisibile all'occhio umano che ci accompagna nelle azioni e nei pensieri, una specie di grande fratello intangibile con cui lui voleva provare finalmente a staccare anche solo per pochi attimi i propri fili di contatto.
Lui si chiamava T., poi C., poi E. ma in quel momento lui avrebbe voluto chiamarsi con tutte le consonanti e le vocali dell'alfabeto o forse avrebbe voluto chiamarsi con nessuna di esse.
Peso e comprendo in maniera relativista ogni forma di assoluto, il mio canale di illusione è così saturo che ne posso solo giovare su frequenze reali.
Ci sono delle cose che accomunano il tutto e il niente. Questi due termini sono fratelli hanno delle prospettive analoghe.
Mentre quella stanza nuda e ovale si riempie di vuoto colorato, in attesa del rosso, l'idea che ho, il problema che ho è che io sono e sarò sempre un perduto innamorato dell'amore, nonostante lo veda con odio, nonostante non lo veda, nonostante le sue sporche menzogne.
Ogni qual volta lui vede una donna inizia a fantasticare, inizia a squadrarla a immaginarla nuda, disegna le sue curve sotto gli abiti, cerca di capire quanto possono pesare le sue tette sul palmo della mano, che tipo di capezzoli possa avere,se grandi e bianchi da sirena o piccoli e scuri da ninfa d'aria , quanto sia lunga la linea del suo culo, che tipo di segreto viene avvolto dalle natiche, che tipo di sapore abbia la sua fica,se sia pelosa, curata o rasata, quanto e in che modo possa godere e se mentre gode magari quando è sopra un uomo in una danza accecante mentre anche i suoi seni danzano  i suoi occhi si dilatino ed escano fuori insieme al piacere o si socchiudano e lo abbracciano il piacere tenendolo dentro.
Ogni donna che si dica donna, ha un qualcosa di ammaliante e mangnetico che la contraddistingue, un sorriso, un modo di fare, alcuni suoi gesti, alcune parole dette in un certo modo.
Poi annuso le tue mutande cerco di ricordarti, cerco tracce di te dentro me.
Ricordi biodegradabili alle lacrime che ho versato, un pò ammuffiti, un pò manipolati, e ti trovo in un modo che non mi piace.
Non doveva andare così ma in fondo è andata come abbiamo permesso che andasse, è andata come doveva andare, nessun rimpianto finalmente.
La realtà e il senso che mi ha donato questo fallimento, sono le fondamenta di questa forza matura che spinge oltre.
Io non ho un cazzo di rimpianto, ti ho bevuto tutta dalla testa ai piedi, dalla fica all'anima, ho gettato oltre di me oltre la mia immorale moralità tutto quello che avevo e sono libero, mi sento libero, per me sei una bottiglia vuota come il jack daniel's alla mia sinistra.
Sono tranquillo, sono calmo, sono vecchio, sono nuovo, ho un equilibrio diverso, sono instabile, sono fragile, sono forte, sono senza pace e mi piace.

1 commento:

mas ha detto...

A volte abbiamo proprio bisogno di uno specchio dove guardare quelle parti di noi che facciamo fatica a vedere. Mi emozioni sempre...