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17 marzo 2008

L'odio per le rotonde

Che poi nella regina delle bettole abbiamo mangiato la miglior pizza da diverso tempo.
Pagando poco.
Per poi farsi sconfiggere dalle frittelle.
Come numero 7. Come euro 5.
Che erano invitanti e saporite ma non adatte ai deboli di stomaco.
Come farsi distruggere al biliardo.
Che chi è veramente capace di sentire mette in buca tutte le palle a prescindere.
Ma proviamo odio per le rotonde.
Perchè comunque scansi un qualcosa.
Forse proprio quello che non c'è.
Perchè non sfreccerai mai come col verde.
Perchè non ti fermerai mai come col rosso.
Perchè sono troppo comode e troppo affollate.
E non penso che avrò mai un mondo gentile.
Perchè sono figlio dell'atto di rivolta. Perlopiù inconcludente.
Ma la mia occupazione è la rivoluzione.
Ma l'importante è che suono.
Ma l'importante è che non so suonare.
Ripensando a come stavo ai primi di gennaio.
Ripensando alla guerra nei balcani.
Alle trincee scavate male. Alle trincee piene di lacrime e pezzi di stomaco sparsi qua e la.
Sopravvissuto.
Morire.
Sopravvivere.
Per poi vivere.
A volte mi sembra proprio di star pseudo-bene. A volte.
Che la libertà è rinchiusa in una cesta di vimini.
Che è pur sempre una prigione, che comunque filtra l'ossigeno.
Che a volte nel camminare la mia anima ansima e dalle sue cosce ferite cola giù sangue.
Che sto battezzando col nome tutti i miei demoni.
Nella pioggia e nella cattiva sorte.
Nel timido sole e nella finta morte.
Come scartavetrare le forme rotonde per creare spigoli, inclinazioni declini.
Quando ho trovato da bere nella clinica del male. Perchè è ancora presto per andare a fare il bagno nel miele.
Ma forse sto nuotando. ''Anche se non so nuotare''.
Perchè ''io le bugie non le so contare''.
Perchè io le bugie non le so dire.
Mentre mi accorgo che il semicerchio del magico ponte diventa ovale
Abbassando lo sguardo mi vedo nuovo riflesso nel mare.
Quando il vuoto era ovunque quando crollava il soffitto sul nostro letto a progetto mentre crollano le sigarette dalle mensole direttamente nei miei polmoni.
Che per respirare mi devo intossicare.
Che tu ami il sangue, che tu vuoi il mio sangue, leccarlo assaporarlo, farmi male.
Ne finirai ubriaca.

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