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3 marzo 2008

''Con il vino lento fiume nelle vene''

Che ''la sigaretta tira il bicchiere di vino e se smetto di fumare è un casino'' perchè non arrivo più al vino.
Come in un teatro. Moltissime persone dentro una commedia.
Quante persone e quanti personaggi?
Mi chiedo ancora dove recitiamo se in una commedia o in una tragedia?
Quanto e come recitate?
Quanto e come recitate?
Arrivo alla conclusione che commedia e tragedia poi in fondo sono la stessa cosa vista con occhi diversi.
Il tragico estremizzato. L'ironia che copre.
Il potere dell'ironia è strabiliante, con essa si può facilmente svelare e nascondere la verità.
Quando questa dorme e chi la vuole non ha il coraggio di svegliarla.
Arma di pochi, arma preziosa. L'ironia.
Mentre la morte nel suo palchetto si mette un dito in bocca prima di gustarsi lo spettacolo.
La villeggiatura come un viaggio. Nella smania, nella villeggiatura e nel ritorno.
Nell'illusione nella realtà e nella disillusione.
Mentre il vino gonfia le vene e asciuga il sangue. Vedere meglio.
Il mondo di un finestrino di vetro.
La grazia e la giustizia come testimoni. La follia presa per sposa.
Negli edifici mascherati nei territori contaminati e resi edificabili, in un bordello sotto un cielo aperto. Fare la escort. Senza provar piacere.
Guardo il vetro ancora e squarci di infinito e di lividi, il dolore ai ginocchi, alle articolazioni.
Comunque muoversi.
Mi chiedo chi potrebbe chiavare la mia mente. Chi potrebbe capire totalmente quello che sto provando.
E poi bere e bere ancora, fino a raggiungere una possibile aurora. Che ti raggiungo con la voce.
Ma tu puoi?
''Sei soltanto un eco o sei qui o io sono cieco non vedi come un assassino prima o poi chiaro che ti uccido dentro quel che sei''.
Che hai un sapore nuovo.
Come ''il sangue che non vedo e che mi dai''.
Come vodka lemon.
Come iniziare a vedere le cose che non ci sono.
Che le fondamenta sono state costruite nel cielo per arrivare all'universo.
Che si cade nei vortici di cemento se si fermano le ali.
Nelle nuvole bianche ho visto più candore che nella neve.
La trasparenza. Avvitata nel vuoto con un enorme chiave inglese nera.
E i cavi dell'alta tensione che tagliano i fili dei vostri burattini.
Che non so più cosa indossare perciò non indosso niente.
E fuggo dalle industrie manifatturiere.
Dalle persone fabbricate in catena di montaggio.
Che forse un giorno imparerò a vivere meglio e a tollerare meglio.
Ma col vino ''lento fiume nelle vene'' non sono decisamente pronto e non mi dispiace affatto.
Che comunque cavalco l'illusione su sentieri sterrati di disillusione.
Ma ho fiducia.
''Fiducia nel nulla migliore''.

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