In un supermercato per rinascere
per comprare l'utile per guardare il superfluo
alla cassa per finire
per pagare tutto
per spendere ciò che bisogna spendere
flotte di persone che deviano i loro percorsi prestabiliti
in cerca dello sconto
in cerca della novità
un carrello metallico basta per contenere tutto
quasi una gabbia aperta verso l'alto
una gabbia che si muove con me
una prigione inventata dalla finta libertà degli scaffali
profuma di pane ha il gusto del quotidiano
se poteste vedere ciò che vedo io
se poteste annusare questa plastica bruciata
ci sono giorni in cui si può pensare di evadere
in cui si può pensare di cadere e forse rialzarsi
in cui poter fare progetti strategici per contenere il respiro
per poi liberarlo e dare ossigeno ai nostri piccoli organi
il potere d'acquisto ci rende umani
inconsapevolmente umani
telecomandati dall'interesse per le etichette
il martedì ha una memoria latente
che brucia ancora di inizio
che ha in mente la fine
ieri l'altro ieri mentre l'indomani saremo a metà
percorso viaggio che importa
prendi e getta via l'involucro
il martedì è ancora presto per tutto
il secondo giorno dopo il confine
col sesso che si srotola tra le vie
tra le cosce scongelate al microonde
puttana e banconota
saracinesca di carne al risveglio
senza latte ne alba
sperando in cuore nuovo
sperando in un giorno migliore
ATTENZIONE QUESTO BLOG HA CONTRATTO LA MENINGITE...
SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..
SE SIETE PERSONE SOGGETTE A FACILI TURBAMENTI TUTELATEVI NON LEGGETE..
24 ottobre 2012
13 settembre 2012
''And I guess I just don't know''
Cosa ce ne faremo di questi di nei
che scivolano tra le rovine degli dei
di quella vanità disposta come un esercito
che esaltiamo quando qualcuno si arma dentro di noi
che esaliamo come fumo di sigaretta
ad ogni minimo cenno di verità
chiederemo all'acqua di riprendersi
tutta l'acqua che è dentro di noi
perchè è un veleno potente
ad accarezzarci i piedi
che scivola fra le loro dita
come un serpente narcotizzato
la paura del morso è l'unica cosa che resta
è un nodo di adrenalina impazzita
la mia logora speranza
che scivolano tra le rovine degli dei
di quella vanità disposta come un esercito
che esaltiamo quando qualcuno si arma dentro di noi
che esaliamo come fumo di sigaretta
ad ogni minimo cenno di verità
chiederemo all'acqua di riprendersi
tutta l'acqua che è dentro di noi
perchè è un veleno potente
ad accarezzarci i piedi
che scivola fra le loro dita
come un serpente narcotizzato
la paura del morso è l'unica cosa che resta
è un nodo di adrenalina impazzita
la mia logora speranza
7 settembre 2012
Promozioni di Settembre
odio il controllo e la razionalità
ne sono vittima
ne sono fautore
io orologio analogico
di quell'ora d'aria che si ritaglia
un suo spazio tutto suo
quando il mondo dorme o finge di morire
io cuore di questo cancro
di colore neve di colore bianco
abusato e depredato dai colori
poi lasciato scolorire
come una pianta che a primavera
perde tutti i suoi fiori
nell'indifferenza del mio mondo
cerco una libertà suicida
perchè ci sono lacrime che uccidono
lacrime che ti graffiano il viso per sempre
lacrime che ti impiccano gli occhi
e ho dovuto accettare di imparare
ad accoglierle dentro di me
in una stanza buia per non vederle
ma al respiro non si mente
al respiro non si mente
29 agosto 2012
Giappone, Parigi, Bratislava
Questa è la vita, scaltra, furba, sorda minaccia, la vita e lo spettro che si porta dentro, la vita e il suo vivere in cui fiorisce la morte, una dea sotteranea dal rossetto nero, dallo smalto sangue.
Ma io rido volgare, rido più forte di quanto urli la mia anima incappuciata, la schernisco, la mortifico, mi diverto come un pazzo a bruciare qualsiasi sua prospettiva di sogno.
Perchè non basta urlare alla Canali ''benvenuti tra gli effimeri benvenuti al mondo'' per sfondare il parabrezza, perchè esso e ben saldo dentro di me, lo vedo fuori e lo sento dentro.
Abbatti il muro di Berlino e sarai libero, il mio stato mentale di schiavitù è più irritante del mio padrone e allora sfondami, penetrami, forzami grande cazzo della vita che saprò accoglierti come una fica, stretta e colante, che saprò prenderti e godere mentre mi uccidi.
Questa è la mia idea che vola sui miei fiori come una farfalla cattiva, come metadone se manca eroina, perchè i tossici non gurariscono, perchè le emozioni sono una specie prottetta a cui viene data la caccia, uccidi, respira, senti, respira, piangi, terremoto nel cuore, esala, terremoto nelle gambe, respira.
E sono stanco di contarmi le vene, stanco di volermi diverso, stanco di volermi uguale, stanco di voltarmi per controllare se la mia ombra è meglio di me. Strappato, ricucito alla cazzo, denervato, lucido, lucidato specchio nel fumo, ingordo di vitalità e per questo morto, tiranno che sei, portami via.
Ci saranno giorni in cui il sole si farà nido
in cui le nuvole saranno le mie bianche cicatrici
in cui la notte sarà solo cornice della luna
giorni in cui la fame incontrerà l'alba
e le sue morbide labbra
notti in cui un urlo diverrà nota e poi gemito
e poi di nuovo intimamente nota.
Ciò che sento non esiste
Ciò che esiste non lo sento
Ciò che brucio è verità
Ciò è che è verità mi brucerà
Ciò che sono non è mio
Ciò che è mio sarà mai più mio?
'"...i viaggi solitari, i percorsi arroganti
sono finiti male
senza proclami, senza giubilei
nelle piccole storie delle teste pensanti
nelle vite spezzate ricucite alla cazzo
e non si torna a casa
si rimane così
magari un pò perplessi
su treni fuori orario
scendendo scale mobili
aspettando un passaggio
che non so se verrà
ma non credo che venga..."
Ma io rido volgare, rido più forte di quanto urli la mia anima incappuciata, la schernisco, la mortifico, mi diverto come un pazzo a bruciare qualsiasi sua prospettiva di sogno.
Perchè non basta urlare alla Canali ''benvenuti tra gli effimeri benvenuti al mondo'' per sfondare il parabrezza, perchè esso e ben saldo dentro di me, lo vedo fuori e lo sento dentro.
Abbatti il muro di Berlino e sarai libero, il mio stato mentale di schiavitù è più irritante del mio padrone e allora sfondami, penetrami, forzami grande cazzo della vita che saprò accoglierti come una fica, stretta e colante, che saprò prenderti e godere mentre mi uccidi.
Questa è la mia idea che vola sui miei fiori come una farfalla cattiva, come metadone se manca eroina, perchè i tossici non gurariscono, perchè le emozioni sono una specie prottetta a cui viene data la caccia, uccidi, respira, senti, respira, piangi, terremoto nel cuore, esala, terremoto nelle gambe, respira.
E sono stanco di contarmi le vene, stanco di volermi diverso, stanco di volermi uguale, stanco di voltarmi per controllare se la mia ombra è meglio di me. Strappato, ricucito alla cazzo, denervato, lucido, lucidato specchio nel fumo, ingordo di vitalità e per questo morto, tiranno che sei, portami via.
Ci saranno giorni in cui il sole si farà nido
in cui le nuvole saranno le mie bianche cicatrici
in cui la notte sarà solo cornice della luna
giorni in cui la fame incontrerà l'alba
e le sue morbide labbra
notti in cui un urlo diverrà nota e poi gemito
e poi di nuovo intimamente nota.
Ciò che sento non esiste
Ciò che esiste non lo sento
Ciò che brucio è verità
Ciò è che è verità mi brucerà
Ciò che sono non è mio
Ciò che è mio sarà mai più mio?
'"...i viaggi solitari, i percorsi arroganti
sono finiti male
senza proclami, senza giubilei
nelle piccole storie delle teste pensanti
nelle vite spezzate ricucite alla cazzo
e non si torna a casa
si rimane così
magari un pò perplessi
su treni fuori orario
scendendo scale mobili
aspettando un passaggio
che non so se verrà
ma non credo che venga..."
12 agosto 2012
Questo non è un post per mediocri
Che cos'è un'idea? Da dove piove un'idea, un ideale, quel qualcosa che ci bagna la ragione, il modo di pensare, di pesare le cose, di agire e perchè no, di inventare.
Compagno Lenin ti ho scritto più volte e non mi hai mai risposto.
Allora forse ho capito che eri morto davvero, purtroppo non mi sono sorpreso, mi sono alzato e guardandomi allo specchio ho trovato scritto sulla mia pelle che tutto quello che avevi fatto, che tutto quello per cui ti sei acceso in realtà è stato spazzato via, confinato in tombe di carta, confinato in qualche anfratto del cervello che molti purtroppo si scordano di avere.
Ci hanno fottuto tutti compagno, dalla prima unghia alla clavicola, di quel braccio sinistro alzato senza vergogna, con la speranza di un significato diverso e la cosa buffa e oltremodo sarcastica e che non ce lo hanno spezzato loro, ci hanno convito anno dopo anno ad abbassarlo fino a farcelo sotterrare, alla mercè dei microrganismi atti alla decomposizione.
Oggi ho voglia di pensare, e cosi mi ritrovo in un ascensore buio con le corde lacerate, in balia degli eventi, fermo, immobile per la paura di cadere giù.
La paura, quella massa inerte di paletti che piantiamo sul nostro territorio, sul cammino della vita, per proteggerci, dagli urti che subiamo, da quella violenza vitale che ci sbatte dentro quello che desideriamo ma anche quello che ci fa più intimamente male.
Ecco il dado è tratto, quei paletti crescono con noi, si riproducono come batteri e piano piano diventano sbarre e piano piano ti immobilizzano.
Sono in bilico, se continuare un percorso di compromesso sociale dosando via via gocce di lucida follia oppure eliminare quel siero devinitivamente, non rispondere a certi appetiti dell'anima e della mente.
Che scelte mediocri compagno per uno come me. Parlo in termini di prospettiva mentre mi allaccio le scarpe con le vene, schifosamente chino su me stesso.
Pena di morte o pena o di vita, chiedo come un bambino innocente ed illuso, ma faccio finta anche con me stesso, io so che mento, ed è questo il tumore nero che spodesta la sensibilità e la copre con le pioggie acide del compromesso e come medici ce lo prescriviamo a vicenda.
E' questo l'uomo che vogliono negli standard sociali, nei rapporti umani, uno che ti cura per farti dipendere dalla sua stessa malattia.
Ma vedi, tutto ha un perchè, mentre si cammina alla ricerca della vita e dell'amore non siamo consapevoli ma siamo vivi e poi soltanto dopo, su una sedia a rotelle ci si accorge che siamo paralizzati a causa di quello stesso percorso, di quello stesso sforzo, a causa delle nostre gambe in rovina, che sono da generazione in generazione diventate comode, che non sono adatte ma adattabili alla comodità, perchè in fondo dopo certi schiaffi è più facile conformarsi ed è più facile mettere a tacere certe voci, bendare certi occhi, che realmente parlano, che realmente vedono, il paradosso è che la realtà è la prima forma di finzione che ci costruiscono, che ci costruiamo.
Una volta la chiamavo verità. Inebriante come una bellissima donna ma meschina come un uomo.
Verità col suo accento di spine, dove non ci sono limiti, se non quello autoimposto della paura, la perfetta forma di solitudine che comporta, uscire dai solchi nuotare nella follia.
Ecco compagno, fratello, padre, amore, figlio, madre, donna, perchè se so tutte queste cose, perchè se ho questa consapevolezza mi sono fottuto da solo e perchè cazzo sono immobile nella mia gabbia, perchè, perchè?
''Goodbye Lenin'' alla prossima rivoluzione d'ottobre.
1 agosto 2012
01 08 2012
che sapore strano quello di questa estate
dai sogni tramortiti
dai rumori della festa mitigati
dallo scirocco che soffia nella mia testa
che porta pioggia che porta sabbia
che dilata la distanza tra me e il mare
le onde che sento lontane sono solo la parte finale
di un'agitazione che si consuma sotteranea
ho visto bocche sazie schiudersi
solo per il gusto di divorare
ho visto dita sottili corrodere l'acciaio
e ferirsi per macchiare di sangue la seta
ho visto solo perchè pensavo di poter vedere
che la luce è l'altra metà del buio
ho visto mentre smettevo di guardare
i miei occhi muti che mi confidavano
verità impossibili da decifrare
dai sogni tramortiti
dai rumori della festa mitigati
dallo scirocco che soffia nella mia testa
che porta pioggia che porta sabbia
che dilata la distanza tra me e il mare
le onde che sento lontane sono solo la parte finale
di un'agitazione che si consuma sotteranea
ho visto bocche sazie schiudersi
solo per il gusto di divorare
ho visto dita sottili corrodere l'acciaio
e ferirsi per macchiare di sangue la seta
ho visto solo perchè pensavo di poter vedere
che la luce è l'altra metà del buio
ho visto mentre smettevo di guardare
i miei occhi muti che mi confidavano
verità impossibili da decifrare
28 luglio 2012
So 90's
''la luce era diversa negli anni 60 ho riconosciuto anche quella...'', ci sono aspetti, luoghi, persone, sensazioni, che non torneranno più, che comunque restano ricordi, speranze sfumante,incontri diventati amori,amori divenuti amicizie ed io comunque sempre io.
Ricordi dolci taglienti ricordi. Briciole di nostalgia lasciate cadere per strada, al fine di non scordare da che cosa proveniamo.
Ma se basta un po' di vecchia musica dance, persone conosciute di vista, un certo tipo di atmosfera, ''il cuore domanda cos'è che manca''.
Dieci, dodici pistole, una dopo l'altra hanno scaricato i loro caricatori su di noi sulla nostra età, chili di piombo ci hanno imbottito i pensieri, ci hanno colmato le mancanze, ci hanno legato i polsi con le nostre stesse vene.
Col tempo ci siamo sfaldati e ricomposti come adulti.
Vivere le nostra giovinezza al confine, tra la fine di un secolo e l'inizio di un altro è stata una cosa rara bellissima e meravigliosa quanto un vecchio racconto.
Ed ancora sabato pomeriggio, ed è ancora dopo pranzo, io ho già fumato la mia sigaretta pro digestione sul tuo terrazzo volante e subito dopo ce ne andiamo in camera, ovviamente come tuo solito mi ricordi di chiudere bene la porta a vetri della cucina altrimenti la tua bellissima gatta va dove non vuoi che vada, ci spogliamo ed entriamo sotto le coperte e che freddo fa in questa fine di giugno, meglio avvicinarsi un po' penso io.
Inizio ad accarezzarti, a baciarti, finisco di spogliarti e non riesco a distinguere se mi da più piacere il tuo corpo totalmente nudo o la tua mano che intanto con delicatezza estrema si è nascosta nelle mie mutande.
Di colpo ti volti verso di me e mi chiedi se lo voglio fare e quasi ti stupisci quando tiro fuori i preservativi che avevo nascosto dietro la sveglia.
Appena ne ho indossato uno stranamente senza difficoltà, ti metti sopra di me, vuoi il comando, vuoi il controllo e lo sai che ti basta poco per averlo.
Inizi a muoverti lentamente ed io ti seguo, ti fa male un pò e sono felice che ti faccia male e sono felice di essere dentro di te e penso a tutta la situazione assurda di questi fottuti giorni e da quanto tempo non scopavamo, inizio a prendere coraggio ti bacio le tette te le stringo forte e ti accarezzo le labbra.
Ad un certo punto partorisco un timido ''ti senti mia?'' e tu che stavi sopra, mi guardi dall'alto con i tuoi seni caldi e i tuoi occhi freddi e fai un odioso sorriso dicendomi che dipende da me, niente di più vero stronza penso io, e dal basso inizio a spingere forte inizio a spingere di rabbia e poi ti gurado e ora si che godi come piace a me, sembri quasi più fragile e con forza mi dici '' il tuo cazzo è mio'' e dopo un sospiro aggiungi ''vero?'' .
Io ti guardo e non rispondo, ti guardo e tu godi ancora, chiudi gli occhi, ti stringo forte ai fianchi e tu gemi arrivando al culmine e com'è bello vederti venire e non avere sentimenti solo sensazioni.
Grazie di tutto, grazie di ieri, ''grazie a tutti per davvero siamo alla fine ma ho perso l'inzio ma ho un senso in più''.
Ricordi dolci taglienti ricordi. Briciole di nostalgia lasciate cadere per strada, al fine di non scordare da che cosa proveniamo.
Ma se basta un po' di vecchia musica dance, persone conosciute di vista, un certo tipo di atmosfera, ''il cuore domanda cos'è che manca''.
Dieci, dodici pistole, una dopo l'altra hanno scaricato i loro caricatori su di noi sulla nostra età, chili di piombo ci hanno imbottito i pensieri, ci hanno colmato le mancanze, ci hanno legato i polsi con le nostre stesse vene.
Col tempo ci siamo sfaldati e ricomposti come adulti.
Vivere le nostra giovinezza al confine, tra la fine di un secolo e l'inizio di un altro è stata una cosa rara bellissima e meravigliosa quanto un vecchio racconto.
Ed ancora sabato pomeriggio, ed è ancora dopo pranzo, io ho già fumato la mia sigaretta pro digestione sul tuo terrazzo volante e subito dopo ce ne andiamo in camera, ovviamente come tuo solito mi ricordi di chiudere bene la porta a vetri della cucina altrimenti la tua bellissima gatta va dove non vuoi che vada, ci spogliamo ed entriamo sotto le coperte e che freddo fa in questa fine di giugno, meglio avvicinarsi un po' penso io.
Inizio ad accarezzarti, a baciarti, finisco di spogliarti e non riesco a distinguere se mi da più piacere il tuo corpo totalmente nudo o la tua mano che intanto con delicatezza estrema si è nascosta nelle mie mutande.
Di colpo ti volti verso di me e mi chiedi se lo voglio fare e quasi ti stupisci quando tiro fuori i preservativi che avevo nascosto dietro la sveglia.
Appena ne ho indossato uno stranamente senza difficoltà, ti metti sopra di me, vuoi il comando, vuoi il controllo e lo sai che ti basta poco per averlo.
Inizi a muoverti lentamente ed io ti seguo, ti fa male un pò e sono felice che ti faccia male e sono felice di essere dentro di te e penso a tutta la situazione assurda di questi fottuti giorni e da quanto tempo non scopavamo, inizio a prendere coraggio ti bacio le tette te le stringo forte e ti accarezzo le labbra.
Ad un certo punto partorisco un timido ''ti senti mia?'' e tu che stavi sopra, mi guardi dall'alto con i tuoi seni caldi e i tuoi occhi freddi e fai un odioso sorriso dicendomi che dipende da me, niente di più vero stronza penso io, e dal basso inizio a spingere forte inizio a spingere di rabbia e poi ti gurado e ora si che godi come piace a me, sembri quasi più fragile e con forza mi dici '' il tuo cazzo è mio'' e dopo un sospiro aggiungi ''vero?'' .
Io ti guardo e non rispondo, ti guardo e tu godi ancora, chiudi gli occhi, ti stringo forte ai fianchi e tu gemi arrivando al culmine e com'è bello vederti venire e non avere sentimenti solo sensazioni.
Grazie di tutto, grazie di ieri, ''grazie a tutti per davvero siamo alla fine ma ho perso l'inzio ma ho un senso in più''.
27 luglio 2012
poesia 27#
Rincorrere le vie di questa provincia
che freme di sangue che vomita birra
disfatta, fragile, intimidita aurora
reagisci a questa notte che cela
lucidi incubi che colano cera
sulla mente e suoi cardini
in cui non resta altro
che elemosinare gocce di sonno
allo straripare degli argini
in tiepidi frammenti costituiti
da sospiri al cloro
che freme di sangue che vomita birra
disfatta, fragile, intimidita aurora
reagisci a questa notte che cela
lucidi incubi che colano cera
sulla mente e suoi cardini
in cui non resta altro
che elemosinare gocce di sonno
allo straripare degli argini
in tiepidi frammenti costituiti
da sospiri al cloro
23 luglio 2012
''Carthago delenda est''
Cartagine dev'essere distrutta, Cartagine dev'essere distrutta, per il popolo romano, per la sua rigidà sovranità, perchè Roma e la sua integrità regnino su questo mondo, sarebbe una sventura concedere una sola possibilità a chi potrebbe cambiare le sorti della storia.
Cosi vanno le cose cosi non dovrebbero andare.
Spargere sale sulla neve a luglio, spargere sale sulla roccia senza età, contribuisco inconsciamente alla perpetua esistenza di questa massa uniforme di anime che sembrano salve.
Cosa si nasconde dentro gli occhi di una persona, mentre li guardi li scruti e non riesci a vedere altro che una timida pupilla tremante che aspetta la palpebra per nascondersi e riapparire diversa, meno nuda, meno attaccabile.
Come se fosse morte inspira, esala, si intona con il mio sguardo, mischiare i dolci martiri, farne una trama di seta, le mie prigioni sono queste, vivide e avide, non lasciano spazio a molto altro.
Ci fosse una sola cosa per cui bruciare.
Il mio pianto è d'acciaio per lei e al contatto con l'aria l'acqua si disidrata e perde consistenza, l'acqua diventa aria, lui diventa me, io non esisto più, cosa che cambia volto, colore al dolore che conosco, cosa che scuote l'albero della memoria e ne modifica l'approccio al suolo, la forma e l'intensità delle radici.
La sofferenza è condizione dell'umanità, la sofferenza è la porta chiusa della nostra stanza intima, feroce come la normalità che ci assilla, scura come quel segreto che ci portiamo dentro, mentre sogno Paolo e Francesca, sogno in nome del loro amore, sogno in nome del loro inferno
« Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Queste parole da lor ci fuor porte. »
Fingere, morire, vivere in questo continente letale per le anime gonfie di grazia, questo continente reale e tangibile che solo un Dio tanto crudele quanto potente poteva disegnare su misura per noi, un vestito impazzito e perfetto, mi sposo col Cocito e immobile attendo che i suoi ghiacci pian piano mi trasformino da crisalide di speranza a farfalla meccanica.
La metamorfosi della luna è bellissima quando riempie il cielo, ma la sua pietà ci raggiunge solo quando copre il sole, nell'esclissi di chi o casa ci scalda ritroviamo l'importanza di provare a cercare cosa ci salva ed io non posso far altro che abbandonarmi nelle braccia di una verità così pulità che mi trafigge come fosse una lancia scagliata dalla mia anima.
ho speso tutto quello che sono per provare a raggiungerla e ora che sono incastrato a metà della via cumuli di follia mi bagnano gli occhi come lacrime e tempeste razionali obbligano i miei passi verso il vuoto, io non so più dove andare.
''un estate fa camminavo a sud di Cartagine
giochi d'ombra su le rovine a sud di Cartagine''
17 giugno 2012
6 giugno 2012
Esterno giorno tramonto interno #1
Non sa di morte, sa di vita al contrario, pessimo sapore, agrodolce sapore. Tieni le redini e andrai lontano la dove battono le puttane ''ove udirai le disperate strida'', la differenza inconsistente tra il piacere e il dolore, tra il crimine e l'atto di fede.
Banalità profonde, superficiali menzogne, la mia corazza di velluto e sperma.
Irriverenti mancanze.
Se un medicinale avesse il potere di un dio ne sarei strafatto, ma non è così niente di surreale è come pensi, niente di surreale è come vorresti che fosse.
Esistono regole ancora perfettamente intatte, attaccabili ma intagibili, non si rinuncia a ferirsi non si rinuncia a colpire, si ottiene solo una consapevolezza superiore, si vedono solo i sottili fili rossi che suddividono con una geometria perfetta i limiti interni quelli esterni, e i diversi percorsi possibili.
Dovrei essere leale se il pensiero costante di lealtà mi riporta al passato, a te, a ciò che ho perso e che per un soffio, un attimo distratto ho solo creduto di riconquistare, dovrei, ma si sa che la città santa è solo una scusa, un rimedio per i poveri di spirito, un enigma che si risolve solo con un'altro enigma, i crociati riconquistarono Gerusalemme, la stapparono agli islamici, fu un massacro ingiusto e crudele fu un bordello nel nome del Signore, a pelle irrazionale ma guidato da un meccanismo estremamente razionale, il braccio ferisce ma è il cervello il vero autore del colpo e che così sia e che così so già che sarà per sempre.
Mentire, crescere, la gente, la necessità, piccolo stolto essere umano, barbaro dall'intelletto mediocre, contorto tanto da umiliarti da solo, ho lavorato molto per pensare così, per vedere così, mi sono cosparso di incenso, cenere e cinismo per ragionare così.
Malinconicamente mi appartengo, come nina, che lavora per un fine più grande, che si svende per un fine più grande. Ognuno usa ciò che può, ciò che può osare.
Più vedo e più non credo, c'è sempre una sottile ruga, un ghigno di tempesta nella mia testa, per cui è inutile contorcersi, è inutile spezzarsi e tenere la corda tra le mani, nella mia mente ogni cosa si fa rarefatta fino a quando non emerge dall'acqua come una medusa ed io seduto a riva, come un mobile con il mio tarlo nel legno, resto fermo ad osservare questo spettacolo meraviglioso, aspettando che il sole tramonti o affoghi nell'acqua.
Banalità profonde, superficiali menzogne, la mia corazza di velluto e sperma.
Irriverenti mancanze.
Se un medicinale avesse il potere di un dio ne sarei strafatto, ma non è così niente di surreale è come pensi, niente di surreale è come vorresti che fosse.
Esistono regole ancora perfettamente intatte, attaccabili ma intagibili, non si rinuncia a ferirsi non si rinuncia a colpire, si ottiene solo una consapevolezza superiore, si vedono solo i sottili fili rossi che suddividono con una geometria perfetta i limiti interni quelli esterni, e i diversi percorsi possibili.
Dovrei essere leale se il pensiero costante di lealtà mi riporta al passato, a te, a ciò che ho perso e che per un soffio, un attimo distratto ho solo creduto di riconquistare, dovrei, ma si sa che la città santa è solo una scusa, un rimedio per i poveri di spirito, un enigma che si risolve solo con un'altro enigma, i crociati riconquistarono Gerusalemme, la stapparono agli islamici, fu un massacro ingiusto e crudele fu un bordello nel nome del Signore, a pelle irrazionale ma guidato da un meccanismo estremamente razionale, il braccio ferisce ma è il cervello il vero autore del colpo e che così sia e che così so già che sarà per sempre.
Mentire, crescere, la gente, la necessità, piccolo stolto essere umano, barbaro dall'intelletto mediocre, contorto tanto da umiliarti da solo, ho lavorato molto per pensare così, per vedere così, mi sono cosparso di incenso, cenere e cinismo per ragionare così.
Malinconicamente mi appartengo, come nina, che lavora per un fine più grande, che si svende per un fine più grande. Ognuno usa ciò che può, ciò che può osare.
Più vedo e più non credo, c'è sempre una sottile ruga, un ghigno di tempesta nella mia testa, per cui è inutile contorcersi, è inutile spezzarsi e tenere la corda tra le mani, nella mia mente ogni cosa si fa rarefatta fino a quando non emerge dall'acqua come una medusa ed io seduto a riva, come un mobile con il mio tarlo nel legno, resto fermo ad osservare questo spettacolo meraviglioso, aspettando che il sole tramonti o affoghi nell'acqua.
3 giugno 2012
Lettera ad un amico
E' la chimica che ci guida in questo percorso limbico, dovresti saperlo, niente sorprese ora, qui tutto è conosciuto ed è questo che ci piace?
Domanda non risposta, come causa effetto-causa.
Io ho capito sai che ho bisogno di un deserto tu che ci vivi da anni sei un gran coglione a non cercare un oasi.
Riesco a vederti meglio ora, come tu riesci a vedere me, anche se non c'è speranza perchè si è frantumata in questi percorsi di vita un po' troppo normalizzanti, un po' troppo simili a serpi che strisciavano sui sogni, noi avremo un senso anche se non ci saremo.
Che sia starsene sotto degli alberi di un parco ad Agliana a farsi bombardare da Fiumani e a sparare stronzate o che sia stordirsi di prosecco prima di cena.
Io non ci stimo ma ti voglio un gran bene.
''Nelle mia mente
ogni cosa sopravvive in silenzio
sento l'attrito
di grida esiliate dal mondo.
Come frammenti pulsanti di vita
voci alterate si sono dissolte.
Dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove il giorno ferito impazziva di luce,
dove il giorno ferito impazziva di luce''
Domanda non risposta, come causa effetto-causa.
Io ho capito sai che ho bisogno di un deserto tu che ci vivi da anni sei un gran coglione a non cercare un oasi.
Riesco a vederti meglio ora, come tu riesci a vedere me, anche se non c'è speranza perchè si è frantumata in questi percorsi di vita un po' troppo normalizzanti, un po' troppo simili a serpi che strisciavano sui sogni, noi avremo un senso anche se non ci saremo.
Che sia starsene sotto degli alberi di un parco ad Agliana a farsi bombardare da Fiumani e a sparare stronzate o che sia stordirsi di prosecco prima di cena.
Io non ci stimo ma ti voglio un gran bene.
''Nelle mia mente
ogni cosa sopravvive in silenzio
sento l'attrito
di grida esiliate dal mondo.
Come frammenti pulsanti di vita
voci alterate si sono dissolte.
Dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove i miei occhi le hanno chiamate,
dove il giorno ferito impazziva di luce,
dove il giorno ferito impazziva di luce''
23 maggio 2012
23 05 12
scendi un attimo dal controllo
aggrappati all'oscillazione
tu sei il crollo
e quello che comporta
precipitare
ferire
tetro esistere d'inferno
ho visto gocce infrangersi contro una pietra
ho visto una pietra scavata ma milioni di gocce
dove risiede il controllo non troverai mai la verità
quella che taglia
quella che scotenna
l'edilizia di impresa
le mie tasse sull'esistere
quanto mi costa questa fame
malizia e psicosi lieve
lenta che risale
verità che sei
desposta illuminante
colpevole io
pianterò le mie croci nei vostri giardini
quando voi dormite e vostri figli sognano
sarei un golgota inconsapevole
di cumuli di speranza
mentre la notte danza alle mie spalle
e il giorno aspetta le mie mani
mi accorgo di essere l'unica mia alba
ma non so se ho voglia di nascere
aggrappati all'oscillazione
tu sei il crollo
e quello che comporta
precipitare
ferire
tetro esistere d'inferno
ho visto gocce infrangersi contro una pietra
ho visto una pietra scavata ma milioni di gocce
dove risiede il controllo non troverai mai la verità
quella che taglia
quella che scotenna
l'edilizia di impresa
le mie tasse sull'esistere
quanto mi costa questa fame
malizia e psicosi lieve
lenta che risale
verità che sei
desposta illuminante
colpevole io
pianterò le mie croci nei vostri giardini
quando voi dormite e vostri figli sognano
sarei un golgota inconsapevole
di cumuli di speranza
mentre la notte danza alle mie spalle
e il giorno aspetta le mie mani
mi accorgo di essere l'unica mia alba
ma non so se ho voglia di nascere
22 maggio 2012
La teoria del Caos
Sono ubriaco fradicio, volevo tu stessi meglio, volevo solo quello e invece niente, le mie azioni sono sempre all'opposto dei miei pensieri, è una costante. Non è giusto sai. Sono io.
Non c'è niente che non si pente in me, eppure non funziona, non funziona comunque.
Cazzo c'è di sbagliato in questo mondo, in questo modo attraverso cui vanno le cose. Porcodio che rabbia, e non posso fare niente, solo bere , fumare, bere , fumare, cercare un pò di passera insipida. Io che ho vissuto per l'amore. Io che vorrei l'amore. Io che l'ho sognato l'amore. Ho creduto in lui come un kamikaze crede in quello che lo ucciderà.
Tutta una vita in funzione dell'amore. Mi sono annullato per l'amore. Io non esisto per l'amore.
L'amore. L'amore.
Per me, per quello che mi da senso, per lei.
Dio liberaci dall'amore e saremo liberi. Dio se tu esistessi avresti una paura cane di me, perchè saresti un latitante e sicuramente ti scoverei, metterei a nudo la tua viltà e ti ucciderei, perchè tu sei un gran sadico del cazzo.
Che meravigliosa tristezza, lei, lui, io, il mondo, il destino, il non destino, vedo tutto confuso, vedo che non vedo, vedo questa luce chiara fredda, immobile danzante, il caos etilico e le conseguenze che procura, parole a random, senza senso, tutto nasce per destabilizzare, piccolo povero rincoglionito essere umano dei miei coglioni, nenache pena mi fai, nemmeno un pò.
Sbanda e cresci. Cresci, crescere che significato volgare applicato alla mia personalità difettosa, miliardi di vocabolari, difettose espressioni, impressioni e malumori, i tuoi sguardi, razionalizzo, poi sento, poi testa china sui miei altari invisibili, servirebbe per un bisogno mal nutrito un grande gesto che a sua volta non servirebbe a niente, la brutezza della vera poesia, piegami a sorsi decisi, piegami e sarò salvo, io che non ho un fine, io che cerco sempre la fine per trovare un inizio, io solo per me, senza verità le bugie hanno le gambe corte, ingannami, insegnami a mentire, trafiggimi.
Disperatamente mio cuore senza sangue batti.
Non c'è niente che non si pente in me, eppure non funziona, non funziona comunque.
Cazzo c'è di sbagliato in questo mondo, in questo modo attraverso cui vanno le cose. Porcodio che rabbia, e non posso fare niente, solo bere , fumare, bere , fumare, cercare un pò di passera insipida. Io che ho vissuto per l'amore. Io che vorrei l'amore. Io che l'ho sognato l'amore. Ho creduto in lui come un kamikaze crede in quello che lo ucciderà.
Tutta una vita in funzione dell'amore. Mi sono annullato per l'amore. Io non esisto per l'amore.
L'amore. L'amore.
Per me, per quello che mi da senso, per lei.
Dio liberaci dall'amore e saremo liberi. Dio se tu esistessi avresti una paura cane di me, perchè saresti un latitante e sicuramente ti scoverei, metterei a nudo la tua viltà e ti ucciderei, perchè tu sei un gran sadico del cazzo.
Che meravigliosa tristezza, lei, lui, io, il mondo, il destino, il non destino, vedo tutto confuso, vedo che non vedo, vedo questa luce chiara fredda, immobile danzante, il caos etilico e le conseguenze che procura, parole a random, senza senso, tutto nasce per destabilizzare, piccolo povero rincoglionito essere umano dei miei coglioni, nenache pena mi fai, nemmeno un pò.
Sbanda e cresci. Cresci, crescere che significato volgare applicato alla mia personalità difettosa, miliardi di vocabolari, difettose espressioni, impressioni e malumori, i tuoi sguardi, razionalizzo, poi sento, poi testa china sui miei altari invisibili, servirebbe per un bisogno mal nutrito un grande gesto che a sua volta non servirebbe a niente, la brutezza della vera poesia, piegami a sorsi decisi, piegami e sarò salvo, io che non ho un fine, io che cerco sempre la fine per trovare un inizio, io solo per me, senza verità le bugie hanno le gambe corte, ingannami, insegnami a mentire, trafiggimi.
Disperatamente mio cuore senza sangue batti.
21 maggio 2012
Quando la terra trema
A volte tutto scorre via, lento decisamente lento, in un modo che le
immagini e i dettagli che ti passano davanti agli occhi siano del tutto chiari,
tutti inequivocabilmente distinguibili, perfetti nei loro angoli covessi, perfetti nei colori, delimitate le sfumature, ad offrire sull'altare della consapevolezza la più limpida nitidezza.
Roma sta bruciando, cosa importa se per incendio volontario o per fatalità, questa è la somma cifra che ti chiede la libertà, questo è il mio assilante e sordo urlo che sbatte nelle pareti della mia testa, che gira come un vortice, come un tornado e non spazza via niente di ciò che può farmi male.
Roma sta bruciando, cosa importa se per incendio volontario o per fatalità, questa è la somma cifra che ti chiede la libertà, questo è il mio assilante e sordo urlo che sbatte nelle pareti della mia testa, che gira come un vortice, come un tornado e non spazza via niente di ciò che può farmi male.
Pensa che eravamo tutti troppo giovani e lo siamo ancora o quanto meno
ci piace crederlo, nei nostri strati di
ingenua vanità, il mio sarcasmo maschera il fatto che nella mia intimità io
stia effettivamente tremando, mentre le gambe ferme e distese sul letto mi si
muovono da sole e la luce oscilla velocemente sopra di me, destra, sinistra,
quasi ad ipnotizzarmi mentre crollano crucce e abiti, mentre tutto il mio
armadio comincia a ballare, io ho scorso oltre quegli specchi paradossali gocce
di vita e verità.
Dio quanto brucia la mia saliva quando provo a buttarla giù nella gola,
ho provato a parlare ma non ci sono riuscito, è atroce essere muti per condizione
quando dentro si hanno così tante parole eppure avresti dovuto vedermi, ero una
statua pensante e primi due pensieri che ho avuto, i primi due pensieri, i più
importanti, gli unici, li ho ritrovati al risveglio.14 maggio 2012
Futuro, medioevo, età contemporanea
Lui guardava il porno con un'attenzione e una sacralità degne di una divinità, ogni immagine assorbita da quello schermo si accendeva nei suoi occhi, quasi un fosse un immenso e radioso sole che gli illuminava la pupilla allargando l'iride fino a propri confini fisici.
Era una sorta di simbiosi, radioattiva, deprecabile agli occhi di chi non sa, di chi non può comprendere, perchè la pornagrafia per lui non era un mercato volgare, non era un utile ma una condizione interiore, la voglia finalmente di accettare la propria natura, in un modo nuovo, in un modo sconsacrato dai canoni di verità che fin li aveva conosciuto.
Non passò molto tempo da quando si mise a cercare, a sperimentare sul proprio corpo ogni qualsiasi tipo di piacere o di fantasia che si era precedentemente negato, per paura, per pudore, per illusione, tutto in fondo è veicolato dai condizionamenti, c'è un qualcosa di minimale e invisibile all'occhio umano che ci accompagna nelle azioni e nei pensieri, una specie di grande fratello intangibile con cui lui voleva provare finalmente a staccare anche solo per pochi attimi i propri fili di contatto.
Lui si chiamava T., poi C., poi E. ma in quel momento lui avrebbe voluto chiamarsi con tutte le consonanti e le vocali dell'alfabeto o forse avrebbe voluto chiamarsi con nessuna di esse.
Peso e comprendo in maniera relativista ogni forma di assoluto, il mio canale di illusione è così saturo che ne posso solo giovare su frequenze reali.
Ci sono delle cose che accomunano il tutto e il niente. Questi due termini sono fratelli hanno delle prospettive analoghe.
Mentre quella stanza nuda e ovale si riempie di vuoto colorato, in attesa del rosso, l'idea che ho, il problema che ho è che io sono e sarò sempre un perduto innamorato dell'amore, nonostante lo veda con odio, nonostante non lo veda, nonostante le sue sporche menzogne.
Ogni qual volta lui vede una donna inizia a fantasticare, inizia a squadrarla a immaginarla nuda, disegna le sue curve sotto gli abiti, cerca di capire quanto possono pesare le sue tette sul palmo della mano, che tipo di capezzoli possa avere,se grandi e bianchi da sirena o piccoli e scuri da ninfa d'aria , quanto sia lunga la linea del suo culo, che tipo di segreto viene avvolto dalle natiche, che tipo di sapore abbia la sua fica,se sia pelosa, curata o rasata, quanto e in che modo possa godere e se mentre gode magari quando è sopra un uomo in una danza accecante mentre anche i suoi seni danzano i suoi occhi si dilatino ed escano fuori insieme al piacere o si socchiudano e lo abbracciano il piacere tenendolo dentro.
Ogni donna che si dica donna, ha un qualcosa di ammaliante e mangnetico che la contraddistingue, un sorriso, un modo di fare, alcuni suoi gesti, alcune parole dette in un certo modo.
Poi annuso le tue mutande cerco di ricordarti, cerco tracce di te dentro me.
Ricordi biodegradabili alle lacrime che ho versato, un pò ammuffiti, un pò manipolati, e ti trovo in un modo che non mi piace.
Non doveva andare così ma in fondo è andata come abbiamo permesso che andasse, è andata come doveva andare, nessun rimpianto finalmente.
La realtà e il senso che mi ha donato questo fallimento, sono le fondamenta di questa forza matura che spinge oltre.
Io non ho un cazzo di rimpianto, ti ho bevuto tutta dalla testa ai piedi, dalla fica all'anima, ho gettato oltre di me oltre la mia immorale moralità tutto quello che avevo e sono libero, mi sento libero, per me sei una bottiglia vuota come il jack daniel's alla mia sinistra.
Sono tranquillo, sono calmo, sono vecchio, sono nuovo, ho un equilibrio diverso, sono instabile, sono fragile, sono forte, sono senza pace e mi piace.
Era una sorta di simbiosi, radioattiva, deprecabile agli occhi di chi non sa, di chi non può comprendere, perchè la pornagrafia per lui non era un mercato volgare, non era un utile ma una condizione interiore, la voglia finalmente di accettare la propria natura, in un modo nuovo, in un modo sconsacrato dai canoni di verità che fin li aveva conosciuto.
Non passò molto tempo da quando si mise a cercare, a sperimentare sul proprio corpo ogni qualsiasi tipo di piacere o di fantasia che si era precedentemente negato, per paura, per pudore, per illusione, tutto in fondo è veicolato dai condizionamenti, c'è un qualcosa di minimale e invisibile all'occhio umano che ci accompagna nelle azioni e nei pensieri, una specie di grande fratello intangibile con cui lui voleva provare finalmente a staccare anche solo per pochi attimi i propri fili di contatto.
Lui si chiamava T., poi C., poi E. ma in quel momento lui avrebbe voluto chiamarsi con tutte le consonanti e le vocali dell'alfabeto o forse avrebbe voluto chiamarsi con nessuna di esse.
Peso e comprendo in maniera relativista ogni forma di assoluto, il mio canale di illusione è così saturo che ne posso solo giovare su frequenze reali.
Ci sono delle cose che accomunano il tutto e il niente. Questi due termini sono fratelli hanno delle prospettive analoghe.
Mentre quella stanza nuda e ovale si riempie di vuoto colorato, in attesa del rosso, l'idea che ho, il problema che ho è che io sono e sarò sempre un perduto innamorato dell'amore, nonostante lo veda con odio, nonostante non lo veda, nonostante le sue sporche menzogne.
Ogni qual volta lui vede una donna inizia a fantasticare, inizia a squadrarla a immaginarla nuda, disegna le sue curve sotto gli abiti, cerca di capire quanto possono pesare le sue tette sul palmo della mano, che tipo di capezzoli possa avere,se grandi e bianchi da sirena o piccoli e scuri da ninfa d'aria , quanto sia lunga la linea del suo culo, che tipo di segreto viene avvolto dalle natiche, che tipo di sapore abbia la sua fica,se sia pelosa, curata o rasata, quanto e in che modo possa godere e se mentre gode magari quando è sopra un uomo in una danza accecante mentre anche i suoi seni danzano i suoi occhi si dilatino ed escano fuori insieme al piacere o si socchiudano e lo abbracciano il piacere tenendolo dentro.
Ogni donna che si dica donna, ha un qualcosa di ammaliante e mangnetico che la contraddistingue, un sorriso, un modo di fare, alcuni suoi gesti, alcune parole dette in un certo modo.
Poi annuso le tue mutande cerco di ricordarti, cerco tracce di te dentro me.
Ricordi biodegradabili alle lacrime che ho versato, un pò ammuffiti, un pò manipolati, e ti trovo in un modo che non mi piace.
Non doveva andare così ma in fondo è andata come abbiamo permesso che andasse, è andata come doveva andare, nessun rimpianto finalmente.
La realtà e il senso che mi ha donato questo fallimento, sono le fondamenta di questa forza matura che spinge oltre.
Io non ho un cazzo di rimpianto, ti ho bevuto tutta dalla testa ai piedi, dalla fica all'anima, ho gettato oltre di me oltre la mia immorale moralità tutto quello che avevo e sono libero, mi sento libero, per me sei una bottiglia vuota come il jack daniel's alla mia sinistra.
Sono tranquillo, sono calmo, sono vecchio, sono nuovo, ho un equilibrio diverso, sono instabile, sono fragile, sono forte, sono senza pace e mi piace.
8 maggio 2012
''E' uno stato della mente''
Ci sono stati, ci sono nazioni, ci sono popoli ma un'unica grande sovranità mutilata.
Quest'europa è un po' come la mia interiorità, ricca per concetto,in realtà così povera, così misera e disomogenea da inquietare se stessa.
Benestante e borghese per aver sfruttato, per aver colonizzato, ciò che capitava, ciò che poteva essere sfruttato fino all'ultimo sorso di linfa.
Povera e preoccupata dai nuovi mercati, da un oriente volutamente visto come nuova potenza capitalistica e da un occidente che non è più il motore del mondo.
Io dentro di me ho finta capitale di nome Bruxelles.
''Produci, consuma, crepa''.
Crepa e poi vivi con quello che ti è rimasto nella tua condizione di morto.
Affascinante progetto, meccanico.
Una tirannica ragnatela economica, il debito che è una condizione celebrale è come tale permette alla mia germania, alle mie banche di tenere in mano tutto.
Berlino è morta nel momento in cui è crollato il muro riprenderla non avrebbe alcun senso.
La mia vitalità è un intreccio di ruvide tensioni. Rivoluzioni spente perchè spento è questo continente.
Me ne accorgo troppo spesso.
La cura dovrebbe essere ammalarsi ma può un ammalato ammalarsi?
E' un filo di saliva che cola costantemente su un emorragia.
E quale cazzo di pretesa può avere?
Ci sono istanti però, in cui la terra trema, in cui la storia sembra non raccontarmi la pura verità, in cui la geografia conosce nuove montagne nuovi fiumi e nuove pianure, sembra ci sia ancora margine sembra ci sia ancora spazio, poi vedendo i miei occhi come inganni mi scopro imbrattato di colpa, io so che ho aperto il vaso di pandora e so che la speranza la conservo sottovuoto in freezer modificando via via la data di scadenza.
Quest'europa è un po' come la mia interiorità, ricca per concetto,in realtà così povera, così misera e disomogenea da inquietare se stessa.
Benestante e borghese per aver sfruttato, per aver colonizzato, ciò che capitava, ciò che poteva essere sfruttato fino all'ultimo sorso di linfa.
Povera e preoccupata dai nuovi mercati, da un oriente volutamente visto come nuova potenza capitalistica e da un occidente che non è più il motore del mondo.
Io dentro di me ho finta capitale di nome Bruxelles.
''Produci, consuma, crepa''.
Crepa e poi vivi con quello che ti è rimasto nella tua condizione di morto.
Affascinante progetto, meccanico.
Una tirannica ragnatela economica, il debito che è una condizione celebrale è come tale permette alla mia germania, alle mie banche di tenere in mano tutto.
Berlino è morta nel momento in cui è crollato il muro riprenderla non avrebbe alcun senso.
La mia vitalità è un intreccio di ruvide tensioni. Rivoluzioni spente perchè spento è questo continente.
Me ne accorgo troppo spesso.
La cura dovrebbe essere ammalarsi ma può un ammalato ammalarsi?
E' un filo di saliva che cola costantemente su un emorragia.
E quale cazzo di pretesa può avere?
Ci sono istanti però, in cui la terra trema, in cui la storia sembra non raccontarmi la pura verità, in cui la geografia conosce nuove montagne nuovi fiumi e nuove pianure, sembra ci sia ancora margine sembra ci sia ancora spazio, poi vedendo i miei occhi come inganni mi scopro imbrattato di colpa, io so che ho aperto il vaso di pandora e so che la speranza la conservo sottovuoto in freezer modificando via via la data di scadenza.
5 maggio 2012
4 maggio 2012
anonima creatura fantascientifica
figlia del soldato
curato
dalla sua guerra personale
figlia ribellati
gettati al di là di quello
che adesso vedi
spezza le spade con le tue dita
affusolate lunghe
avide di vita
tiepide di bambina
con gli occhi viola
masticando la tua anima
come fosse la tua pietanza
radicata dentro me
rompi per rompere
rompi per te
sia l'universo a fermarti
se non sarai abbastanza veloce
sia un buco nero a salvarti
se non sarai pronta per la luce
che in dittatura vivi
che di dittatura regni
apri le gambe al sentiero della vita
tra le tue cosce vedrò carne
vedrò amore
mentre il tempo che scorre
rimane silente
ermetico
dolce freddo
gelido
donna
marea
come la speranza
simone non vuol dire niente
territori della follia non vuol dire niente
la mia mente è pericolosa
se pericoloso è ciò che porto nel cuore
ma io non ti conosco
ma io non so chi sei
io non so se esisti
se un brivido come fa con me
può portarti via
o se ti portarà a casa
se come me ti culli in ombra cosmica
tanto grande quanto grande è la via
facendo l'amore con questa morte
che delicatamente ci tocca nel piacere
e poi scivola via come gatto
graffiando quel che trova
graffiandolo
in ogni dove
un gomitolo di illusioni
un gomitolo rotolante
infinito
e un filo pesante quanto un macigno
a segnare il cammino
se un giorno ci troveremo
so che insieme uccideremo
è sarà un atto di vita
la tua fica su di me
magnifica eterna riva
di un oceano chiamato libertà
curato
dalla sua guerra personale
figlia ribellati
gettati al di là di quello
che adesso vedi
spezza le spade con le tue dita
affusolate lunghe
avide di vita
tiepide di bambina
con gli occhi viola
masticando la tua anima
come fosse la tua pietanza
radicata dentro me
rompi per rompere
rompi per te
sia l'universo a fermarti
se non sarai abbastanza veloce
sia un buco nero a salvarti
se non sarai pronta per la luce
che in dittatura vivi
che di dittatura regni
apri le gambe al sentiero della vita
tra le tue cosce vedrò carne
vedrò amore
mentre il tempo che scorre
rimane silente
ermetico
dolce freddo
gelido
donna
marea
come la speranza
simone non vuol dire niente
territori della follia non vuol dire niente
la mia mente è pericolosa
se pericoloso è ciò che porto nel cuore
ma io non ti conosco
ma io non so chi sei
io non so se esisti
se un brivido come fa con me
può portarti via
o se ti portarà a casa
se come me ti culli in ombra cosmica
tanto grande quanto grande è la via
facendo l'amore con questa morte
che delicatamente ci tocca nel piacere
e poi scivola via come gatto
graffiando quel che trova
graffiandolo
in ogni dove
un gomitolo di illusioni
un gomitolo rotolante
infinito
e un filo pesante quanto un macigno
a segnare il cammino
se un giorno ci troveremo
so che insieme uccideremo
è sarà un atto di vita
la tua fica su di me
magnifica eterna riva
di un oceano chiamato libertà
3 maggio 2012
quanto può esser vile sperare in ciò in cui non si crede più?
quanto può esser vile sentirsi vittima quando si ha una coscienza da omicida?
ho un avvocato dentro di me che mi protegge dal freddo e dal panico, funziona.
Mi costerà molto, comprarmi la realtà?
Cazzo ''spara Juri''!
''Un medicinale o una storia infernale'' chi è più morto tra di voi?
chi è più sano tra di voi?
chi è più vero tra di noi?
chi è che abita in questa casa quando credo di dormire?
quanto può esser vile sentirsi vittima quando si ha una coscienza da omicida?
ho un avvocato dentro di me che mi protegge dal freddo e dal panico, funziona.
Mi costerà molto, comprarmi la realtà?
Cazzo ''spara Juri''!
''Un medicinale o una storia infernale'' chi è più morto tra di voi?
chi è più sano tra di voi?
chi è più vero tra di noi?
chi è che abita in questa casa quando credo di dormire?
2 maggio 2012
Qui dentro me
occhi, due, quattro, cento, mille, occhi giu' nel fondo di quello che so, quello che conosco, quello che tocco, quello che posso, il mio sgambetto alla realtà è iniziato quando sono nato, in inverno, stagione troppo feroce, dovrebbe essere diversa, diversamente crudele.
e' una perversione infinita la realtà che regna incontrastata nella terra dei sogni morti.
la mia moralità si sposa con la mia follia, la mia razionalità mi convice a desistere.
voglio sciupare, voglio non uccidere, voglio condonare, voglio avere il potere che non mi sono mai concesso per tornare a sentire il sapore buono delle lacrime.
il mio approccio alla realtà sarà una grande corsa tappe, sarà ripida l'ascesa e pericolosa la discesa, l'infarto è la miglior medicina che potessi avere per mimetizzarmi, rendermi simile, parlare la stessa lingua, indossare gli stessi abiti, compiere la quotidiana catena di gesti, io che so, io che posso sapere, perchè la novità è anche una grande verità che infreddolita indossa un vestito di menzogna per non ammalarsi.
''e una forza strana vuole che io sia quel che non sono e so che è per il mio bene e il bene sai è per me''
e' una perversione infinita la realtà che regna incontrastata nella terra dei sogni morti.
la mia moralità si sposa con la mia follia, la mia razionalità mi convice a desistere.
voglio sciupare, voglio non uccidere, voglio condonare, voglio avere il potere che non mi sono mai concesso per tornare a sentire il sapore buono delle lacrime.
il mio approccio alla realtà sarà una grande corsa tappe, sarà ripida l'ascesa e pericolosa la discesa, l'infarto è la miglior medicina che potessi avere per mimetizzarmi, rendermi simile, parlare la stessa lingua, indossare gli stessi abiti, compiere la quotidiana catena di gesti, io che so, io che posso sapere, perchè la novità è anche una grande verità che infreddolita indossa un vestito di menzogna per non ammalarsi.
''e una forza strana vuole che io sia quel che non sono e so che è per il mio bene e il bene sai è per me''
30 aprile 2012
Meccanica
divinamente misuro la distanza tra me e il resto del mondo
divinamente
con un calibro di pietà
con un metro d'odio
pensieri che allargano gli occhi
che si conficcano invisibili
come aghi nella mente
dal niente non esce sangue
dal nulla non esce niente
iride aperta
palpebra chiusa
mi muovo vuoto nell'ipnosi
evaporati sogni
disciolta speranza
non resta altro che vendere tutto
vendere e realizzare
promuovere ed evidenziare
comportamenti
meccanica
la mia finestra non lascia scampo alla luce
per volere della mia ombra
anima meccanica
anima disillusa
anima cinica
com'eri bella e
quanto orrenda sei
divinamente
con un calibro di pietà
con un metro d'odio
pensieri che allargano gli occhi
che si conficcano invisibili
come aghi nella mente
dal niente non esce sangue
dal nulla non esce niente
iride aperta
palpebra chiusa
mi muovo vuoto nell'ipnosi
evaporati sogni
disciolta speranza
non resta altro che vendere tutto
vendere e realizzare
promuovere ed evidenziare
comportamenti
meccanica
la mia finestra non lascia scampo alla luce
per volere della mia ombra
anima meccanica
anima disillusa
anima cinica
com'eri bella e
quanto orrenda sei
27 aprile 2012
26 aprile 2012
''Blu''
Quando il dolore mi strappa, mi morde a sangue la ragione, quando perdo la lucidità e mi tingo di nero, di vero, quando espello come escrementi i miei sentimenti, duri, calcificati, quanto male fa? quanto ne puoi sostenere?
Sono stato ad un concerto, ombretti neri, bottiglie di plastica riempite a vino a vodka a quel che c'è, ho visto il mio mondo invecchiato o forse sono io che sono invecchiato per il mio mondo.
La verità, le verità.
ho bisogno di sabotarmi, di cambiare, di trovare albe nuove profondamente diverse.
Perchè il mio amore non può essere sempre rosso per intensificarsi nella gradazione arrivare a seccarsi e diventare poi sempre nero.
Ho bisogno di tagliare gli ultimi fili col passato che mi galleggia dentro e mi fa affogare.
Non posso impazzire non me lo merito.
Io ho bisogno io devo a tutti costi esistere.
''Aspetta chi è aspettato
che sia compiuta l'attesa di chi attende
non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora
sotto la calma apparente
un assordante frastuono
dissonanze chiassose e confuse
armonie affannate sconnesse
leggere increspature agli orli
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
alimentare catena implacabile
pause tranquille atte alla digestione
intransigenze mute
rabbiose devozioni
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
ho dato al mio dolore la forma di abusate parole
lasciando perdere attese e ritorni
ho aperto gli occhi dall'orlo increspato
ho visto l'alba blu''
Sono stato ad un concerto, ombretti neri, bottiglie di plastica riempite a vino a vodka a quel che c'è, ho visto il mio mondo invecchiato o forse sono io che sono invecchiato per il mio mondo.
La verità, le verità.
ho bisogno di sabotarmi, di cambiare, di trovare albe nuove profondamente diverse.
Perchè il mio amore non può essere sempre rosso per intensificarsi nella gradazione arrivare a seccarsi e diventare poi sempre nero.
Ho bisogno di tagliare gli ultimi fili col passato che mi galleggia dentro e mi fa affogare.
Non posso impazzire non me lo merito.
Io ho bisogno io devo a tutti costi esistere.
''Aspetta chi è aspettato
che sia compiuta l'attesa di chi attende
non sono strutturato in modo di poter reggere per molto tempo ancora
sotto la calma apparente
un assordante frastuono
dissonanze chiassose e confuse
armonie affannate sconnesse
leggere increspature agli orli
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
alimentare catena implacabile
pause tranquille atte alla digestione
intransigenze mute
rabbiose devozioni
ho dato al mio dolore la forma di parole abusate
che mi prometto di non pronunciare mai più
ho dato al mio dolore la forma di abusate parole
lasciando perdere attese e ritorni
ho aperto gli occhi dall'orlo increspato
ho visto l'alba blu''
25 aprile 2012
I martedi delle tenebre
i martedi mi uccidono quasi sempre
''tu dovresti stare qui colmarmi i vuoti i fondi i limiti''
24 aprile 2012
Poesia delle 2
Conto le gocce
una due tre
quattro lune
distorte
appassite
quattro sorelle che si tengono la mano
dipingendo un arcobaleno sano
che sbatte dentro i capillari
l'angoscia dei colori
nelle ciglia innietto virgole
definire gli spazi con certezze
delimitarli
a loro abbandonarmi
come fossero sprazzi di luce
è nella nascita di una alba morta
che muore la notte
è in quello in cui non ho mai creduto
diserto il mio modo di vedere
diserto i miei occhi
che furono accecati dalle fede
diserto nel deserto razionale
il sole e i suoi aghi
ora che non scalda
ora che non brucia
vittima efficace
di una maschera che piace
me stesso non può esistere
in uno specchio solo mio
resta cià che sei
credi in ciò che sai
e non avrai
altro
mai
una due tre
quattro lune
distorte
appassite
quattro sorelle che si tengono la mano
dipingendo un arcobaleno sano
che sbatte dentro i capillari
l'angoscia dei colori
nelle ciglia innietto virgole
definire gli spazi con certezze
delimitarli
a loro abbandonarmi
come fossero sprazzi di luce
è nella nascita di una alba morta
che muore la notte
è in quello in cui non ho mai creduto
diserto il mio modo di vedere
diserto i miei occhi
che furono accecati dalle fede
diserto nel deserto razionale
il sole e i suoi aghi
ora che non scalda
ora che non brucia
vittima efficace
di una maschera che piace
me stesso non può esistere
in uno specchio solo mio
resta cià che sei
credi in ciò che sai
e non avrai
altro
mai
23 aprile 2012
''Gli stessi che giurarono nascondono le dita ficcandole nel culo della vita''
Si sopravvive a tutto questa forse è la certezza della nostra condanna a morte.
Niente è insopportabile perchè possiamo sopportarlo, possiamo sopportare tutto.
Anche sotto tortura quando il dolore si fa enorme quando si prende tutto poi il nostro corpo non lo tollera più e si sviene.
Dolcemente svenire il verbo oscilla tra morire e dormire.
Impensabile ed inutile diranno gli eretici.
Questa profonda mediocrità, questa profonda insoddisfazione.
Occhi per vedere occhi di miseria grandi lenti scure per nascondersi.
Questo filo spinato che mi tiene ben saldo qui sottoterra insieme a miliardi di radici che come me cercano solo acqua e trovano fossili, decomposizione e antiche rovine.
Che splendida tristezza che mi fa.
Che splendore come una sega con il dito nel culo.
Niente ci uccide davvero, il dolore si fa acuto e poi appena diventa insopportabile poco dopo ecco che si ammutolisce e poi più niente.
Vuoto. Niente. Come faccio rima con queste parole.
Consapevolmente mi assumo in dosi più o meno forti a seconda dei giorni quasi fossi prozac.
Effetto placebo.
Funziono così.
Effetto placebo.
Mi hanno creato così.
Non è colpa mia io sono lo specchio di quel che vivo.
Io adesso rifletto quello che mi scorre davanti e aspetto il sole come un rettile.
Sono un malato, sono un mostro, soffro, sono normale.
''E' così che è essere sani? Sono sano così.''
La verità è qualcosa di profondamente sporco in me.
Lacerante quanto basta per sentirla.
Sopravvivere a queste fitte che all'improvviso vengono a cercarmi, provienza ieri, l'oriente, è il peggior impiego che potessi trovare, monotono e faticoso.
dio quanto mi sembra lontano quel giorno in cui mi hai aperto le porte della vita.
dio ti ho sputato in faccia e tu hai pianto per me?
Quello che non c'è lo sento ancora ritorcersi nel mio cervello.
Avevo un cuore grande una volta prima che smettesse di battere.
Non ho mai pianto, non una lacrima non una goccia di sangue da quel giorno d'eclissi.
Questo è uno sfogo e come tale non ha senso.
Quello che c'è dentro è uno sfogo e come tale non ha senso.
Io sono solo una reazione.
Io sono la stasi che tace rabbia.
Io sono solo un concetto chimico casuale e instabile.
Lei non è più distruttiva e l'ha detto con due occhi così luminosi e in modo così semplice e gentile che ho provato un invidia buona e un senso di inadeguatezza alla vita che mi fa sentire piccolo e vecchio.
Un oggetto usato abusato un oggetto superfluo.
Ho provato ad avere tutto tra le mani ed esse non hanno resistito al vento.
Stupide insensate dita che creano costruiscono e non sono capaci di proteggere di tenere insieme eppure avete le unghie spezzate.
Continuo a trapanare di domande il mio vetro che non è più cristallo.
Sopravvivo nella quotidiana morte della mia vita.
Orizzonte.
Orizzonte.
Portami via.
Niente è insopportabile perchè possiamo sopportarlo, possiamo sopportare tutto.
Anche sotto tortura quando il dolore si fa enorme quando si prende tutto poi il nostro corpo non lo tollera più e si sviene.
Dolcemente svenire il verbo oscilla tra morire e dormire.
Impensabile ed inutile diranno gli eretici.
Questa profonda mediocrità, questa profonda insoddisfazione.
Occhi per vedere occhi di miseria grandi lenti scure per nascondersi.
Questo filo spinato che mi tiene ben saldo qui sottoterra insieme a miliardi di radici che come me cercano solo acqua e trovano fossili, decomposizione e antiche rovine.
Che splendida tristezza che mi fa.
Che splendore come una sega con il dito nel culo.
Niente ci uccide davvero, il dolore si fa acuto e poi appena diventa insopportabile poco dopo ecco che si ammutolisce e poi più niente.
Vuoto. Niente. Come faccio rima con queste parole.
Consapevolmente mi assumo in dosi più o meno forti a seconda dei giorni quasi fossi prozac.
Effetto placebo.
Funziono così.
Effetto placebo.
Mi hanno creato così.
Non è colpa mia io sono lo specchio di quel che vivo.
Io adesso rifletto quello che mi scorre davanti e aspetto il sole come un rettile.
Sono un malato, sono un mostro, soffro, sono normale.
''E' così che è essere sani? Sono sano così.''
La verità è qualcosa di profondamente sporco in me.
Lacerante quanto basta per sentirla.
Sopravvivere a queste fitte che all'improvviso vengono a cercarmi, provienza ieri, l'oriente, è il peggior impiego che potessi trovare, monotono e faticoso.
dio quanto mi sembra lontano quel giorno in cui mi hai aperto le porte della vita.
dio ti ho sputato in faccia e tu hai pianto per me?
Quello che non c'è lo sento ancora ritorcersi nel mio cervello.
Avevo un cuore grande una volta prima che smettesse di battere.
Non ho mai pianto, non una lacrima non una goccia di sangue da quel giorno d'eclissi.
Questo è uno sfogo e come tale non ha senso.
Quello che c'è dentro è uno sfogo e come tale non ha senso.
Io sono solo una reazione.
Io sono la stasi che tace rabbia.
Io sono solo un concetto chimico casuale e instabile.
Lei non è più distruttiva e l'ha detto con due occhi così luminosi e in modo così semplice e gentile che ho provato un invidia buona e un senso di inadeguatezza alla vita che mi fa sentire piccolo e vecchio.
Un oggetto usato abusato un oggetto superfluo.
Ho provato ad avere tutto tra le mani ed esse non hanno resistito al vento.
Stupide insensate dita che creano costruiscono e non sono capaci di proteggere di tenere insieme eppure avete le unghie spezzate.
Continuo a trapanare di domande il mio vetro che non è più cristallo.
Sopravvivo nella quotidiana morte della mia vita.
Orizzonte.
Orizzonte.
Portami via.
19 aprile 2012
Viagra
masturbarmi mi tirà su
masturbarmi mi tirà giù
tanto non si dorme
come una sveglia sempre attiva nel cervello
che piacere questi minuti malati
programmo intervalli
distruggimi
spaccami
perforami
annientami
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi il velo
rompimi l'imene e mi accenderò nel sangue
sono vergine sai
questo vuoto mi ha reso così
materiale da baccano
piazzista da baccano
io non mi conosco
obbligato dalle situazioni al giusto
cerca conferme verme
che strisci sulle vittime per mangiare
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi l'imene per non annoiarmi
ancora qualche minuto poi sarà tutto bianco
e poi dopo qualche secondo tutto nero di nuovo
sterile come questo vuoto
sterile eccitazione per venire e basta
masturbarmi mi tirà giù
tanto non si dorme
come una sveglia sempre attiva nel cervello
che piacere questi minuti malati
programmo intervalli
distruggimi
spaccami
perforami
annientami
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi il velo
rompimi l'imene e mi accenderò nel sangue
sono vergine sai
questo vuoto mi ha reso così
materiale da baccano
piazzista da baccano
io non mi conosco
obbligato dalle situazioni al giusto
cerca conferme verme
che strisci sulle vittime per mangiare
rompimi
rompimi
rompimi
rompimi l'imene per non annoiarmi
ancora qualche minuto poi sarà tutto bianco
e poi dopo qualche secondo tutto nero di nuovo
sterile come questo vuoto
sterile eccitazione per venire e basta
18 aprile 2012
''Cambia Cuore''
scenderà acido
fresco caldo disinfettante acido
come un detergente sulla coscienza
a ripulire tutto quel che c'è da mentire
da omettere da rinnegare
metamorfosi
non resta quasi niente
metamorfosi a metà
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
ossa e aria
libero
piove stasi
piovono fili tesi
a governare tutta questa mia moltitudine
di marionette
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
sono malato profondamente nelle mie vene
dalla terra che sradica le mie fondamenta
profondamente ossa e aria
profondamente libero
metamorfosi non resta quasi niente
fresco caldo disinfettante acido
come un detergente sulla coscienza
a ripulire tutto quel che c'è da mentire
da omettere da rinnegare
metamorfosi
non resta quasi niente
metamorfosi a metà
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
ossa e aria
libero
piove stasi
piovono fili tesi
a governare tutta questa mia moltitudine
di marionette
scenderà acido per trasformarmi in scheletro
sono malato profondamente nelle mie vene
dalla terra che sradica le mie fondamenta
profondamente ossa e aria
profondamente libero
metamorfosi non resta quasi niente
17 aprile 2012
''Sangue e sudore ho versato''
Bere mi fa male, bere mi fa bene, bere mi fa sangue. Domande fitte come pioggia cadono precipitano come raid dritti al mio cervello.
Che l'amore io l'ho conosciuto più volte ma l'ho vissuto sempre in un modo solo, sempre in totale e anarchica libertà.
Libertà di dare, di togliere, di ricevere.
Mi chiedo se esistano altri modi d'amare. Mi chiedo se il mio egoismo se la mia verità che poi puntualmente porta a mischiarsi con l'altra persona sia l'unico modo per me.
Domande di cenere da posaceneri pieni.
Sospetti, nebbia, manca poco di un mese alla primavera, l'inverno specialemente a febbraio si tinge di colori grigi e il tempo stringe, il tempo non ha tempo, il tempo non aspetta.
Sei salita su un auto, non ricordo dove dovevi andare con grande fretta, non ricordo che colore avesse la macchina, non ricordo se fosse una spider oppure una station wagon, non ricordo se avessi gli occhiali da sole oppure no, so che hai acceso il motore e davanti c'ero io, so che quasi senza pensare, d'istinto come piace a me, mi hai investito.
Ed è stato un brivido a suo modo sai. Un sospiro profondo prima di morire, quello si, mi è stato concesso ed ho visto, ho capito la mia verità, mi ha perforato e allora ho provato a fermarti, a battere le mani sul vetro, a gridare che, vedi amore sono qui adesso puoi scendere, ma il motore rombava troppo forte e tu sei partita, perchè a volte la fretta è così necessaria, perchè a volte si vive una vita che capiamo solo dopo quanto ci è lontana, io lo so che non l'hai fatto apposta, so che in fondo è stata una reazione istintiva partire, perchè siamo sempre troppo forti o troppo deboli, troppo vuoti o troppo veri è così mi hai messo sotto, quasi involontariamente, è così che sono morto è così che non ho potuto più vederti o più sentirti.
Non siamo niente sai, non contano le nostre decisioni, non contano le parole dette, i periodi vissuti e le emozioni provate, non conta niente di tutto questo, e io ora che sono morto lo so e me lo terrò stretto come l'oro se mai un giorno mi capiterà di rivivere.
E ti ringrazio sai perchè ho capito, quanto fossimo distanti dalla realtà e quanto sia importante che l'amore sia prima di tutto reale, perchè tu eri bellissima perchè tu per me eri la più bella, è solo che non lo sapevi e noi eravamo troppo condizionabili, eravamo troppo irreali.
E sono felice per te adesso che sei vera, adesso che sei reale, è solo che io sono morto e come un morto continuo ad essere irreale.
Che l'amore io l'ho conosciuto più volte ma l'ho vissuto sempre in un modo solo, sempre in totale e anarchica libertà.
Libertà di dare, di togliere, di ricevere.
Mi chiedo se esistano altri modi d'amare. Mi chiedo se il mio egoismo se la mia verità che poi puntualmente porta a mischiarsi con l'altra persona sia l'unico modo per me.
Domande di cenere da posaceneri pieni.
Sospetti, nebbia, manca poco di un mese alla primavera, l'inverno specialemente a febbraio si tinge di colori grigi e il tempo stringe, il tempo non ha tempo, il tempo non aspetta.
Sei salita su un auto, non ricordo dove dovevi andare con grande fretta, non ricordo che colore avesse la macchina, non ricordo se fosse una spider oppure una station wagon, non ricordo se avessi gli occhiali da sole oppure no, so che hai acceso il motore e davanti c'ero io, so che quasi senza pensare, d'istinto come piace a me, mi hai investito.
Ed è stato un brivido a suo modo sai. Un sospiro profondo prima di morire, quello si, mi è stato concesso ed ho visto, ho capito la mia verità, mi ha perforato e allora ho provato a fermarti, a battere le mani sul vetro, a gridare che, vedi amore sono qui adesso puoi scendere, ma il motore rombava troppo forte e tu sei partita, perchè a volte la fretta è così necessaria, perchè a volte si vive una vita che capiamo solo dopo quanto ci è lontana, io lo so che non l'hai fatto apposta, so che in fondo è stata una reazione istintiva partire, perchè siamo sempre troppo forti o troppo deboli, troppo vuoti o troppo veri è così mi hai messo sotto, quasi involontariamente, è così che sono morto è così che non ho potuto più vederti o più sentirti.
Non siamo niente sai, non contano le nostre decisioni, non contano le parole dette, i periodi vissuti e le emozioni provate, non conta niente di tutto questo, e io ora che sono morto lo so e me lo terrò stretto come l'oro se mai un giorno mi capiterà di rivivere.
E ti ringrazio sai perchè ho capito, quanto fossimo distanti dalla realtà e quanto sia importante che l'amore sia prima di tutto reale, perchè tu eri bellissima perchè tu per me eri la più bella, è solo che non lo sapevi e noi eravamo troppo condizionabili, eravamo troppo irreali.
E sono felice per te adesso che sei vera, adesso che sei reale, è solo che io sono morto e come un morto continuo ad essere irreale.
16 aprile 2012
pensiero prima di cena
è strano questo tempo, un sole timido e poi pioggia.
giù che cade che si infrange su ciò che calpestiamo
ciò che la pioggia bacia ciò in cui la pioggia trova la morte
e quanto di più reale noi possiamo realizzare
il suolo
ben saldo e sicuro sotto i nostri piedi
sotto i nostri passi stressati strascicanti o vivi e dinamici che siano
raccontami delle favole i cui si vive a mezz'aria
raccontami la notte e il mistero che contiene
raccontami danze in aria
storie di grandi emozioni
raccontami di occhi luminosi
di corpi invisibili
raccontami aria
raccontami tutto questo
ma fa che io ci creda davvero
giù che cade che si infrange su ciò che calpestiamo
ciò che la pioggia bacia ciò in cui la pioggia trova la morte
e quanto di più reale noi possiamo realizzare
il suolo
ben saldo e sicuro sotto i nostri piedi
sotto i nostri passi stressati strascicanti o vivi e dinamici che siano
raccontami delle favole i cui si vive a mezz'aria
raccontami la notte e il mistero che contiene
raccontami danze in aria
storie di grandi emozioni
raccontami di occhi luminosi
di corpi invisibili
raccontami aria
raccontami tutto questo
ma fa che io ci creda davvero
15 aprile 2012
poesia della domenica
i miei passi lenti si susseguono
si intrecciano con i passi lenti delle ombre
a cui avidamente mento
dietro di me dietro quel che resta di noi
alte e perpetue
mute come il mio rumore
mi inseguono dal basso
incollate ai piedi come due lancette del solito orologio
la paura ha la voce acuta grida di cercare un'inutile fuga
mi fermo e si fermano
parlano di pene d'amore
di albe sprecate
di tramonti senza speranza
lacrime d'oro sui giorni al cloro
mi scalda un timido sole
che illumina la mia libertà fantasma
la fame è il mio morbo
si intrecciano con i passi lenti delle ombre
a cui avidamente mento
dietro di me dietro quel che resta di noi
alte e perpetue
mute come il mio rumore
mi inseguono dal basso
incollate ai piedi come due lancette del solito orologio
la paura ha la voce acuta grida di cercare un'inutile fuga
mi fermo e si fermano
parlano di pene d'amore
di albe sprecate
di tramonti senza speranza
lacrime d'oro sui giorni al cloro
mi scalda un timido sole
che illumina la mia libertà fantasma
la fame è il mio morbo
14 aprile 2012
''Voglio la pelle splendida''
abbiamo bisogno di fare almeno una cosa terribile per riuscire a sopravvivere, molte cose terribili anzi, questa catarsi nervosa questo veleno che mi corre nelle vene che mi brilla negli occhi e si abbatte come un meteorite nelle mie cervella.
la mia città è distrutta polverizzata, cristalli di cemento che si conficcano in questo vento di niente, la mia città che con cura mattone dopo mattone sono andato a costruire sull'onda di un entusiasmo che adesso mi rende stupido e basito.
E' facile giudicare col senno di poi.
Quanto è bigotta ma vera quest'onda emotiva
E' sbagliata forse.
Sono sbagliato forse.
la mia città costruita e distrutta, che paradosso terribile e quanto c'è di vero in questo.
tu crei poi costruisci e mentre inizi farlo fai del tuo stato di libertà una gabbia che prima o poi si fa stretta e inizi a sentirla nelle costole, te le preme, te le spacca.
Un dolore cane un dolore bastardo.
io odio l'amore, odio la sua consistenza volubile, odio la sua simmetria di fatalità, odio il fatto che non importa quando ma poi finisce, odio il fatto che se ti abbandona come ha fatto con me assume un colore nero vivo che puzza di morte.
Vorrei svuotarmi questo cuore a son di sperma, sperma su di me, sperma sul mondo, un fiume denso che finito il gemito diventa freddo che si secca e si paralizza.
io odio l'amore e lo rinnego.
vorrei strapparmi via dalla pelle il mio passato, queste sensazioni, inchinarmi a un dio onnipotente e poi accoltellarlo vederlo freddamente morire e cancellarlo per sempre da me.
ho rotto un quadro e ho avuto un orgasmo nero, un sollievo.
Delicato dolce e tremendo sollievo.
Questo ''nero cristallo'' mi ha rotto i coglioni.
''Stringimi madre ho molto peccato ma la vita è un suicidio e l'amore è un rogo e voglio pensiero superficiale che renda la pelle splendida''
la mia città è distrutta polverizzata, cristalli di cemento che si conficcano in questo vento di niente, la mia città che con cura mattone dopo mattone sono andato a costruire sull'onda di un entusiasmo che adesso mi rende stupido e basito.
E' facile giudicare col senno di poi.
Quanto è bigotta ma vera quest'onda emotiva
E' sbagliata forse.
Sono sbagliato forse.
la mia città costruita e distrutta, che paradosso terribile e quanto c'è di vero in questo.
tu crei poi costruisci e mentre inizi farlo fai del tuo stato di libertà una gabbia che prima o poi si fa stretta e inizi a sentirla nelle costole, te le preme, te le spacca.
Un dolore cane un dolore bastardo.
io odio l'amore, odio la sua consistenza volubile, odio la sua simmetria di fatalità, odio il fatto che non importa quando ma poi finisce, odio il fatto che se ti abbandona come ha fatto con me assume un colore nero vivo che puzza di morte.
Vorrei svuotarmi questo cuore a son di sperma, sperma su di me, sperma sul mondo, un fiume denso che finito il gemito diventa freddo che si secca e si paralizza.
io odio l'amore e lo rinnego.
vorrei strapparmi via dalla pelle il mio passato, queste sensazioni, inchinarmi a un dio onnipotente e poi accoltellarlo vederlo freddamente morire e cancellarlo per sempre da me.
ho rotto un quadro e ho avuto un orgasmo nero, un sollievo.
Delicato dolce e tremendo sollievo.
Questo ''nero cristallo'' mi ha rotto i coglioni.
''Stringimi madre ho molto peccato ma la vita è un suicidio e l'amore è un rogo e voglio pensiero superficiale che renda la pelle splendida''
2 aprile 2012
''Ha ancora senso battersi contro un demone''
''se un sogno si attacca come una colla all'anima tutto diventa vero tu invece no''
sto cercando un nuovo senso sto cercando nuovi passi nuove pulsioni
basta premere reset basta premere un niente
e non mi frega un cazzo veramente di cosa stia succedendo fuori
di cosa stia succedendo dentro
io voglio aver bisogno di un qualcosa di nuovo in me
io devo
io devo
''fare parte di un amore anche se finito male
fare parte della storia anche quella più crudele
liberarsi dalla fede e cadere finalmente
tanto è furbo più di noi questo nulla questo niente''
sto cercando un nuovo senso sto cercando nuovi passi nuove pulsioni
basta premere reset basta premere un niente
e non mi frega un cazzo veramente di cosa stia succedendo fuori
di cosa stia succedendo dentro
io voglio aver bisogno di un qualcosa di nuovo in me
io devo
io devo
''fare parte di un amore anche se finito male
fare parte della storia anche quella più crudele
liberarsi dalla fede e cadere finalmente
tanto è furbo più di noi questo nulla questo niente''
24 marzo 2012
Passi
ho bisogno di credere sai
tic tac il rumore vivo dei tacchi sul
marciapiede della vita
stride
nei miei timpani amplificati dal mutismo
orrendo dei compremessi
passi fatti passi mesti
passi da fare passi commessi
come insanabili reati
che ci condannano a questo placido distacco
passi fatti credo passi da fare
fatti incompiuti
fatti avanti nel bussare alla mia porta
inchiodata ancora
ora e per sempre ai nostri cardini
che tu sia stanca che tu sia grigia che tu sia sporca che tu sia
servile ad ogni sorta di sensazione che
ha strappato via le dita della nostra unione io ti aspetto come questa lacrima che
attende il momento propizio per cadere
per dissetarti per allagarti il cuore
per cullarti
in
questo limpido liquido salato e gentile
nato in questa dolcezza cuore pulsante di questo
sangue d’amarezza che sto provando che stai
provando
perchè io so
che hai bisogno di credere
perchè so che hai bisogno di sentire che non siano sufficienti tre attimi
lunghi tre primavere che noi
non siamo televisione accecata e accencante che
l'amore nasce e muore ma eternamente vivo si riproduce
ti bacio mio giorno nuovo sulla bocca con la bocca
della mia vita
20 marzo 2012
19 marzo 2012
Tre anelli di catena
sale e ancora sale per bruciare senza alcuna fiamma
senza peccato recido la testa di questo stelo
copro e scopro il rosso dell'amore
non chiamandolo per nome
senza perfidia ne pietà mi aggrappo a questo velo
che copre le terre d'oriente coltivate a seta
che esporto a occidente
che nutro come fossi acqua che non cade
elemosinando emozioni
##
i tuoi occhi calmi
asciutti
vivi il mio muro di sabbia
vedi come cede
mentre sorridi
ti aspetto come una candela
come un bicchiere pieno d'ossigeno
colando cera sulla mia anima
conoscimi attraverso un porto nuovo
tu che hai rotto gibilterra
oceano pieno di grazia
stai ridisegnando la mia costa
per farmi capire quanto mi manchi
##
ecco l'agnello di dio contorto è il suo senso d'amore
nasce sporco pretendendo di ripulire ciò che ha creato
ciò che ineluttabilmente vive ma non è mai nato
come può morire senza sottrarsi ad un sacrificio inutile
con un urlo sordo ho chiesto di capire
con un urlo sordo sono stato pagato
senza peccato recido la testa di questo stelo
copro e scopro il rosso dell'amore
non chiamandolo per nome
senza perfidia ne pietà mi aggrappo a questo velo
che copre le terre d'oriente coltivate a seta
che esporto a occidente
che nutro come fossi acqua che non cade
elemosinando emozioni
##
i tuoi occhi calmi
asciutti
vivi il mio muro di sabbia
vedi come cede
mentre sorridi
ti aspetto come una candela
come un bicchiere pieno d'ossigeno
colando cera sulla mia anima
conoscimi attraverso un porto nuovo
tu che hai rotto gibilterra
oceano pieno di grazia
stai ridisegnando la mia costa
per farmi capire quanto mi manchi
##
ecco l'agnello di dio contorto è il suo senso d'amore
nasce sporco pretendendo di ripulire ciò che ha creato
ciò che ineluttabilmente vive ma non è mai nato
come può morire senza sottrarsi ad un sacrificio inutile
con un urlo sordo ho chiesto di capire
con un urlo sordo sono stato pagato
5 marzo 2012
Aspettando ''PADANIA''
Siamo persone occidentali, siamo persone per cui il nirvana non si rivela il luogo mistico da cercare, l'annullamento dell'ego, la consistenza del nulla, la disciplina del vuoto.
Disciplina e vuoto, chili di moralismi semplificati e ridotti a semplici scelte giuste, condizionate dai nostri appettiti mal digeriti.
Pornografia la mia dea della fortuna è bellissima, pagherò il mio debito un giorno.
Pornografia e due capezzoli ruvidi da succhiare mordere, torture di seta, natiche a cui inchinarsi, natiche da mistificare su cui gemere.
Dicono che la filosofia è morta e hanno ragione.
Siamo persone adatte, persone in grado di far funzionare le cose, l'uomo è l'unico dio in grado di manipolare la natura, il corso naturale degli eventi, di manipolarsi.
Le nuove religioni, il bigottismo e l'opportunismo.
Manipolarsi.
Manipolarsi.
La cenere del comunismo stesso soffiata via dal vento ha creato un nebbia accecante.
La nebbia quasi fosse la verità.
Quel filo sottile di logora disperazione ''mio dio mio dio perchè mi hai abbandonato'' mio dio proteggi tuo figlio mentre si masturba inchiodato sulla croce.
Mentre non ci curiamo, mentre non esiste cura ne' premura alcuna, perchè mi chiedo perchè?
Questo profondo stato di consumismo mentale, questi bisogni eterei che nascono per non essere soddisfatti per procurare sofferenza.
Poi l'amore e la libertà giudici e imputati perennemente e meravigliosamente incorruttibili.
La semplicità fantastica di una lacrima che fa nascere una sigaretta, il suo naturale corrodersi per mischiarsi all'aria.
L'emozione più viva.
Vendersi e comprarsi a suon di sospiri.
Dieci comandamenti e un miliardo di comandanti, un dettato da scrivere e uno recitare, la grammatica è la più sofisticata forma di menzogna che sia mai stata creata, un fascinoso inganno legittimo e leggitimato dalla vita.
L'orgia di eyes wide shut. Che pensiero sublime.
E' sicuramente un gesù cristo vorace il mio.
Disciplina e vuoto, chili di moralismi semplificati e ridotti a semplici scelte giuste, condizionate dai nostri appettiti mal digeriti.
Pornografia la mia dea della fortuna è bellissima, pagherò il mio debito un giorno.
Pornografia e due capezzoli ruvidi da succhiare mordere, torture di seta, natiche a cui inchinarsi, natiche da mistificare su cui gemere.
Dicono che la filosofia è morta e hanno ragione.
Siamo persone adatte, persone in grado di far funzionare le cose, l'uomo è l'unico dio in grado di manipolare la natura, il corso naturale degli eventi, di manipolarsi.
Le nuove religioni, il bigottismo e l'opportunismo.
Manipolarsi.
Manipolarsi.
La cenere del comunismo stesso soffiata via dal vento ha creato un nebbia accecante.
La nebbia quasi fosse la verità.
Quel filo sottile di logora disperazione ''mio dio mio dio perchè mi hai abbandonato'' mio dio proteggi tuo figlio mentre si masturba inchiodato sulla croce.
Mentre non ci curiamo, mentre non esiste cura ne' premura alcuna, perchè mi chiedo perchè?
Questo profondo stato di consumismo mentale, questi bisogni eterei che nascono per non essere soddisfatti per procurare sofferenza.
Poi l'amore e la libertà giudici e imputati perennemente e meravigliosamente incorruttibili.
La semplicità fantastica di una lacrima che fa nascere una sigaretta, il suo naturale corrodersi per mischiarsi all'aria.
L'emozione più viva.
Vendersi e comprarsi a suon di sospiri.
Dieci comandamenti e un miliardo di comandanti, un dettato da scrivere e uno recitare, la grammatica è la più sofisticata forma di menzogna che sia mai stata creata, un fascinoso inganno legittimo e leggitimato dalla vita.
L'orgia di eyes wide shut. Che pensiero sublime.
E' sicuramente un gesù cristo vorace il mio.
4 marzo 2012
3 marzo 2012
00:48
distante da quell'isola umiliata
dal mare e dalle sue onde
distante da quel fervido pensiero
dalle terre dell'Eufrate
riesco ancora a scappare
arrampicandomi sulle mie valanghe
riesco ancora a scoppiare
la mia anima di resistenza
la mia razionalità al neon
si posa delicata
sull'accasciarsi di un me lucente
è un universo nuovo questo borgo oscuro
mentre la serpe che mi striscia sulla schiena
gode nel mio veleno
dal mare e dalle sue onde
distante da quel fervido pensiero
dalle terre dell'Eufrate
riesco ancora a scappare
arrampicandomi sulle mie valanghe
riesco ancora a scoppiare
la mia anima di resistenza
la mia razionalità al neon
si posa delicata
sull'accasciarsi di un me lucente
è un universo nuovo questo borgo oscuro
mentre la serpe che mi striscia sulla schiena
gode nel mio veleno
28 febbraio 2012
26 febbraio 2012
''La mia vita a un chilometro da qui''
Sono passati dieci giorni da quando te ne sei andata da quando ci spartiamo il tempo con nostro figlio.
Dieci giorni come dieci pistole, le stesse che mi hanno inflitto questo dolore lancinante nel cuore, un cuore sfondato, logoro, sangue colante nausea, da speranza morta.
La speranza nel ritorno al nostro amore.
La speranza di vedere quest'incubo come la cosa più distante possibile dal reale.
Digito parole bianche su questo sfondo nero, digito parole vere, parole che non avrei mai potuto immaginare.
La menzogna ha un sapore sicuramente più dolce della verità, ma è cancerogena come un edulcorante, ti rigranzio della tua verità anche se uccide.
Però riesco ad aprire gli occhi ancora, riesco a sentirmi ogni qual volta mi avvicino al dolore, riesco a rompere quello stato di catarsi in cui la gelida routine mi fa annegare.
Ho bisogno di rinascere in questa casa che a volte si tinge di colori tetri e terribili, ho bisogno di perdere la memoria che mi insegue come un'ombra armata dalle mie stesse paure.
Sono giorni strani giorni da non contatto. Giorni in cui abito in un limbo sopra l'inferno per poi sprofondarci e sognare il paradiso.
Notti in cui dormire è l'ambizione più grande.
Questo grande dramma che mi fa sentire vivo.
Ti prometto che amerò nostro figlio per sempre.
Ti prometto che un giorno rinascerò.
Ti prometto che un giorno sarai del tutto innocua.
18 febbraio 2012
La sera
abbraccio questa casa vuota
sono stordito non mi sto rendendo conto della profonda emoragia
che mi sta esplodendo dentro
continuo a fumare ma adesso inizia a mancare l'aria
sono stordito non mi sto rendendo conto della profonda emoragia
che mi sta esplodendo dentro
continuo a fumare ma adesso inizia a mancare l'aria
11 febbraio 2012
''I believe in you''
il mio amore riflesso dentro un bicchiere d'acqua sporca
chi può salvare la verità, chi ha mani tanto pulite
mi sento stanco e vecchio che sappia di morte o che sappia di realtà
il mio gusto è cambiato
'''I'm afraid of Babylon
I'm afraid of how we go wrong
I'm afraid of a memory
I'm afraid of what you do to me
I'm afraid of police lights
I'm afraid of knife fights
I'm afraid of the enemy
I'm afraid of you and me''
chi può salvare la verità, chi ha mani tanto pulite
mi sento stanco e vecchio che sappia di morte o che sappia di realtà
il mio gusto è cambiato
'''I'm afraid of Babylon
I'm afraid of how we go wrong
I'm afraid of a memory
I'm afraid of what you do to me
I'm afraid of police lights
I'm afraid of knife fights
I'm afraid of the enemy
I'm afraid of you and me''
15 gennaio 2012
Storia di un coglione
Penso che un modo non esista, un modo per scivolare via lontano da ciò che mi reprime, da questa gabbia che non so spezzare di cui non conosco il crimine che mi ci ha condotto ne il mio carceriere. Questa gabbia desolante questo senso di infezione.
Vorrei rivivere quei momenti magici con te amore, adesso che l'inverno ci caccia da qualsiasi possibilità di calore, ci calpesta con i suoi candidi e tetri fiocchi di neve.
Vorrei riempierti quel vuoto che ti sta risucchiando ma non trovo il modo, non ci riesco.
Io non sono reale non amo la realtà.
Io sono reale e vivo d'illusioni rotte.
Io sono un romanzo lasciato a metà, un libro di poesie mai pubblicato, una decina di canzoni stonate un amore eterno ed eternamente rovinato.
Invece no.
Io sono un lavoro di merda, sono un mutuo, sono responsabilità. Sono parte del nostro dolore.
Avrei dovuto diventare pazzo quando ne ho avuto la possibilità, quando l'ho accarezzata da vicino la magia della follia.
Vorrei sapere perchè sono così tremendamente coglione.
Ho bisogno di ricette per imparare a vivere bene.
Questo è un post da bimbominchia.
Buonanotte a me.
Vorrei rivivere quei momenti magici con te amore, adesso che l'inverno ci caccia da qualsiasi possibilità di calore, ci calpesta con i suoi candidi e tetri fiocchi di neve.
Vorrei riempierti quel vuoto che ti sta risucchiando ma non trovo il modo, non ci riesco.
Io non sono reale non amo la realtà.
Io sono reale e vivo d'illusioni rotte.
Io sono un romanzo lasciato a metà, un libro di poesie mai pubblicato, una decina di canzoni stonate un amore eterno ed eternamente rovinato.
Invece no.
Io sono un lavoro di merda, sono un mutuo, sono responsabilità. Sono parte del nostro dolore.
Avrei dovuto diventare pazzo quando ne ho avuto la possibilità, quando l'ho accarezzata da vicino la magia della follia.
Vorrei sapere perchè sono così tremendamente coglione.
Ho bisogno di ricette per imparare a vivere bene.
Questo è un post da bimbominchia.
Buonanotte a me.
6 gennaio 2012
06 01 12
polvere di stelle spente
su di noi
per sempre
le nostre dita paralizzano le nostre anime
presenze ricorrenti
presenze come presentimenti
come sentimenti morti
ci rincorrono
feroci
forti
mascherate
si nascondono davanti alle nostre albe
nascondo un pugno di lacrime da donarti
a te sconosciute
che raccolgo ogni mattino sul mio cuscino
vorrei un iniezione letale di illusione
vorrei un iniezione letale di illusione
su di noi
per sempre
le nostre dita paralizzano le nostre anime
presenze ricorrenti
presenze come presentimenti
come sentimenti morti
ci rincorrono
feroci
forti
mascherate
si nascondono davanti alle nostre albe
nascondo un pugno di lacrime da donarti
a te sconosciute
che raccolgo ogni mattino sul mio cuscino
vorrei un iniezione letale di illusione
vorrei un iniezione letale di illusione
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